I B&B del rione si distinguono per lavoro in nero, stanze non dichiarate e attività aperta tutto l’anno
(Numero 2 – Bimestre lug-ago 2015 – Pagina 1,4)
Quattro Bed and Breakfast su cinque nella Capitale sono irregolari. A dirlo è Franco Gabrielli, prefetto di Roma che nella sua disamina ha forse dimenticato di inserire l’Esquilino. Qui l’en plein l’avrebbe raggiunto facilmente. Del resto, basta fare un giro nelle strade: la prima stonatura salta agli occhi già prima di mettere piedenegli appartamenti. I cosiddetti B&B dovrebbero infatti apporre sulle insegne il numero di autorizzazione, in virtù del regolamento regionale del 2008, ma quanti lo fanno? Pochissimi. Di sicuro, nessuno intorno alla stazione Termini.
A guardarle dentro, poi, queste sistemazioni non ricordano affatto quelle anglosassoni da cui prendono il nome. Al posto dell’intimità di un interno tipico, c’è l’anonimato dei letti in compensato e, in supplenza della gestione familiare,una serie di inservienti assoldati a ore. Ma oltre al pessimo biglietto da visita che spesso presentano ai turisti, molti dei nostri Bed and Breakfast all’amatriciana rappresentano ben altri aspetti.
Un caso come tanti. Luca (nome di fantasia) lavora in uno dei tanti B&B aperti nei dintorni di Piazza Vittorio. E’ impiegato a nero, “Come tutti quelli che fanno lo stesso lavoro nella zona”, racconta. I gestori lo chiamano quando prevedono l’arrivo dei clienti. La paga non supera i cinque euro l’ora ma le cifre che i turisti sborsano per una stanza sono ben più generose. Fra gli 80 e i 125 euro se si arriva in alta stagione. “Le camere sono 4 doppie, ma all’occorrenza si possono aggiungere due letti”, illustra Luca. Peccato però che sul sito, il B&B promuova solo stanze, così come prevede il limite imposto dal regolamento. La registrazione e la comunicazione alla polizia degli ospiti lascia a desiderare: “capita che a volte le persone non vengano segnalate per superficialità”, osserva. Con buona pace della sicurezza e del rischio terrorismo.
Per aprire un B&B non occorrono tanti passaggi burocratici: la SCIA on line facilita di gran lunga la trafila. Ma anche questa procedura sembrerebbe un peso, visto che molti non la fanno. Inoltre, le strutture sono aperte tutto l’anno, in barba al regolamento che impone un periodo di inattività dell’esercizio di almeno 60 giorni l’anno anche non consecutivi, data la loro natura non imprenditoriale(i B&B non hanno partita IVA). Altra cosa sono gli affitta camere: per loro il regolamento parla di un massimo di sei camere ma nessun periodo di inattività.
Quanto ai servizi offerti, i turisti non hanno da rallegrarsi. Altro che sala arredata e buffet imbandito del Nord Europa: “Per la colazione, i clienti se vogliono consumare un cornetto e un cappuccino incluso nel prezzo sono costretti a scendere al bar convenzionato, distante cinque minuti a piedi”, ricorda il receptionist.
Una convivenza non facile.A differenza degli originali anglosassoni, i nostri B&B sono inseriti in palazzi abitati anche daoltre 20 famiglie. La situazione diventa pesante quando in un condominio sono presenti più attività ricettive, soprattutto se non comunicate all’amministratore. Il continuo via vai di gente sconosciuta genera insicurezza. Aumenta l’usurae i costi di manutenzione e pulizia delle parti comuni.L’aumento del numero dei bagni e dei relativi allacci fognarigravano su architetture di oltre un secolo fa.
I controlli? Sempre agli stessi!Daniela, che ha un B&B regolare in zona Termini, ci racconta che nell’ultimo anno ha ricevuto diverse visite dalla polizia municipale “per constatare che ero in regola ed in possesso del timbro di Roma Capitale per la tassa di soggiorno. Volevo far vedere loro anche le ricevute ma mi hanno risposto che quella non è loro competenza. Quindi potrei benissimo avere il timbro ma non fare ricevute. Quelle ce le possono chiedere solo la Guardia di Finanza. Io so che nel mio stesso palazzo ci sono altre strutture sconosciute all’amministrazione. Quelle non le hanno mai controllate.”
Negli anni sono tantii cittadini che hanno preso la briga di inoltrare esposti alla polizia municipale. Unacittadina del rione che abita nella zona di Piazza Dante ci racconta di averne presentato uno l’anno scorso senza però ricevere molta attenzione da parte delle autorità. La signora ha informato che in un appartamento del suo palazzo stavano eseguendo i lavori perl’adeguamento a B&B nonostante avesse il sospetto non vi fossero i criteri di idoneità. “La segnalazione – ricorda – è avvenuta mediante raccomandata e posta certificata alla Polizia edilizia del I gruppo, al responsabile del Servizio Edilizia Privata, all’ufficio Disciplina Edilizia con richiesta formale di essere informata sui risultati dei controlli. Dopo alcuni mesi, ho segnalato la presenza di possibile attività irregolare di un B&B alla dirigente della Gestione e Sviluppo Sportello Unico Attività Ricettive (SUAR) ma non ho avuto alcun riscontro per entrambi,nonostante abbia fatto alcuni solleciti in date successive all’inoltro, tra cui una richiesta formale di accesso agli atti avanzata il 3 marzo 2015, ad oggi ancora non riscontrata”.
Il giubileo segnerà una svolta?L’immagine chese ne trae è quella di un’amministrazione distratta che anche in passato ha lasciato correre davanti al proliferare di strutture nate spontaneamente. Ma soprattuttoquella di un apparato chedovrebbe vigilare su sicurezza, rispetto delle regole e incolumità dei turisti e dei condomini ma che in realtà fa poco. Eppure l’emersione del sommerso, e il conseguente aumento degli introiti della tassa di soggiorno, per un comune con problemi di bilancio dovrebbero essere una priorità.
Ora in vista del giubileo straordinario, prefetto e polizia locale annunciano un inasprimento dei controlli. Un primo passo potrebbe essere quello di iniziare dagli esposti presentati dai cittadini preoccupati e in alcuni casirimasti inascoltati!
M. Elisabetta Gramolini