“Che con le scope si possano fare magie è cosa risaputa. Dalla Befana fino a Harry Potter, è una verità che vale per i bambini di oggi come per quelli di ieri” Associazione Genitori ‘Scuola Di Donato’
(Numero 2 – Bimestre lug-ago 2015 – Pagina 9)
Degrado e spazio sprecato. Il polveroso sotterraneo della “Di Donato”, composto da un susseguirsi di corridoi ed enormi stanze, un tempo veniva utilizzato per laboratori e sale conferenze. Eppure sono bastati pochi anni di abbandono e trascuratezza per ridurlo in un accumulo di scartoffie. Sopra c’era una scuola che funzionava, sotto ce n’era un’altra abbandonata. Un intero mondo che poteva essere riutilizzato per qualunque tipo di attività. È da questo scenario che si avvia il motore di una grande opera. Madri e padri, con scope e stracci hanno smosso scatoloni e pulito mobili impolverati, scavato e re-intonacato muri sgretolati dall’umidità.
Famiglie attive. Nel 2002 nasce il comitato dei genitori, che inizia subito a darsi da fare, coinvolgendo sempre più persone. In un ampio ambiente liberato nel febbraio 2003 partono una serie di iniziative: la festa di fine anno, il centro estivo, il mercatino e la cena di Natale. Per poi avviare la ludoteca, i laboratori, il teatro e i tornei sportivi. Si costituisce così l’Associazione Genitori Scuola “”Di Donato””. Protagonisti di questa bella storia sono le mamme e i papà che gratuitamente offrono un servizio di custodia, manutenzione e gestione degli spazi e propongono attività ricreative, sportive e culturali.
La fiducia e la semplicità di un preside. Tutto parte dall’idea di un dirigente scolastico, il professor Bruno Cacco, che ascolta e coglie le esigenze di coloro che vogliono reagire al degrado del rione, povero di spazi ed opportunità. Il docente aveva una grandiosa visione del futuro e soprattutto riponeva molta fiducia nella possibilità di usare le energie di tutte le figure che ruotano intorno alla scuola. Il preside non si limita alle parole, ma agisce con i fatti: inizialmente dà le chiavi della scuola ai genitori che recuperano i seminterrati abbandonati, iniziando l’autogestione. Poi li invita a costituire una associazione vera e propria che fonda con la scuola. Arriva una prima convenzione per l’utilizzo degli ambienti ripristinati dopo l’orario scolastico, ed una seconda, insieme anche al Comune di Roma, per la gestione del “Polo Intermundia del Municipio”, che promuove lo scambio interculturale tra migranti e italiani.
Un progetto di qualità. Ecco allora che nasce la Scuola Aperta sostenibile, per offrire alle famiglie uno spazio pomeridiano in cui si consolidano legami, si realizza cultura, si trascorre tempo con i propri figli. Una piccola comunità di riferimento, con il cortile che diventa una piazza per tutti i bambini del rione e un luogo per giocare insieme in uno spazio protetto ed attrezzato. In poche parole una scuola più bella! Un luogo educativo che permette di entrare in contatto con tante culture diverse che con le loro usanze aiutano a vedere il mondo da altri punti di vista. A distanza di anni oggi l’istituto è considerato un esempio per tutti i punti di forza che ha saputo costruire intorno alle difficoltà.
Un modello o un’anomalia? Non chiudere le porte dopo l’orario scolastico è un’idea che si sta sempre più diffondendo. Non sempre riesce a consolidarsi, a causa di modalità organizzative poco “sostenibili”. I genitori della “Di Donato” hanno quindi deciso di mettere a disposizione la propria esperienza e nel 2014 hanno promosso la costituzione di una rete di collegamento per i genitori di 30 scuole romane.
Resta il fatto che è bastata la lungimiranza e la tenacia di un preside per consolidare la realtà che si è venuta a creare oggi. Bruno Cacco era venuto a mancare quasi all’inizio di quel cammino. Dieci anni dopo un collega che lo aveva conosciuto all’Unicef, entrando alla “Di Donato” rimase colpito di vedere “quanto di ciò che abbiamo creduto insieme sia rimasto e viva ancora oggi nella vostra scuola”.
Francesca Tonto