Il progetto è in fase di realizzazione ma il parcheggio rischia di rispondere alle esigenze dei soli negozi e non quelle della zona
(Numero 5 – Bimestre gen-feb 2016 – Pagina 1,4)
Quando si cominciò a parlarne, dieci anni fa, era solo un parcheggio sopra la testa dei binari di Termini. Nelle stazioni non c’era più bisogno di alte e grandi volte a copertura dei treni. Quindi perché non costruire uno spazio per la sosta delle auto? Non era una cattiva idea. In città c’era fame di parcheggi. Anche se di lì a pochi passi si trova il parcheggio dell’ACI in via Marsala e quello dell’Hotel Radisson in via Giolitti. Ma come si vedrà, quest’aspetto è solo uno dei tanti poco considerati.
Il progetto e le sue varianti. Il progetto “definitivo” della piastra servizi viene approvato nell’aprile del 2006, ma già nel novembre 2009 viene illustrato nella sua nuova variante: questa prevede la realizzazione di tre piani (invece di due) per 1.483 posti auto, con altezze dei piani ribassate rispetto ai progetti precedenti. La modifica più rilevante è l’eliminazione della torre elicoidale di accesso, sostituita da una rampa interna per l’accesso da via Marsala (dove un tempo c’era l’imbarco auto).
Il primo piano del parcheggio sopra le pensiline sarà collegato tramite un corridoio centrale all’area servizi e alla nuova biglietteria che sostituirà quella situata all’interno del cosiddetto “dinosauro”. Il 12 marzo 2010 vengono inaugurati i lavori della piastra alla presenza, tra gli altri, del sindaco Gianni Alemanno e dell’Amministratore Delegato di Grandi Stazioni Mauro Moretti. In quella sede viene decantata la bontà dell’opera in sé ed i suoi presunti effetti positivi sulla viabilità e sul traffico locale. Alemanno afferma anche che mai si farà un centro commerciale dentro Termini ma non viene detto che certamente bisognerà fare delle varianti e che l’opera costerà un po’ di più, circa il doppio, di quanto previsto dalla delibera CIPE.
Inizia quindi la costruzione di una nuova e grande galleria servizi di stazione (sale d’aspetto, area d’attesa, punti di ristoro, ecc.) sopra il fronte binari. Anzi, questo fronte viene arretrato di un bel po’ per ricavare sopra una superficie di circa 6.000 mq per la galleria e sotto incrementare gli spazi di attesa e transito per i passeggeri in arrivo e in partenza.
E il parcheggio? Sarà fatto sui binari come previsto.
Il tutto è ratificato dalla delibera a firma del presidente del consiglio Monti, pubblicata in G.U. del 7 maggio 2012, che assegna oltre 106 milioni di euro per la realizzazione di un’opera presentata da Grandi Stazioni SpA, società controllata al 60 per cento da Ferrovie dello Stato e al 40 per cento da Eurostazioni spa, di cui fanno parte Edizione srl (Gruppo Benetton), Vianini Lavori spa (Gruppo Caltagirone), Pirelli & C. spa (Gruppo Pirelli) e Sncf Partecipations s.a. (Société Nationale des Chemins de Fer). I costi saranno in parte a carico di Grandi Stazioni e in parte dello Stato (secondo l’art. 13, legge n. 166/2002).
Il 6 febbraio 2013, un comunicato stampa di Grandi Stazioni, informa che sono entrati nel vivo i lavori per la nuova galleria servizi sul nuovo mezzanino di fronte alla testa dei binari e per il parcheggio multipiano, sopra i binari. In fase di esecuzione, i posti auto sono diventati 1.337 ma vengono previsti 85 posti per le moto.
Il 5 settembre 2015 in un’intervista al Corriere della Sera, il direttore commerciale di Grandi stazioni, Stefano Mereu, dice che poco meno della metà della galleria servizi può considerarsi completata e si stanno facendo sforzi per aprirla prima del Giubileo, mentre il completamento può essere previsto per il 2017. Anche l’apertura del parcheggio sta subendo ritardi e si ritiene che ci vorranno almeno un altro paio di anni perché sia aperto al pubblico.
Chi può parcheggiare? Fin dal lontano 2009 non era chiaro a quale utenza fossero destinati i parcheggi, se ai viaggiatori, come parcheggio di scambio o ai loro accompagnatori, o piuttosto a chi lavora nella zona, che ne usufruirebbe come un normale garage a pagamento. Ma qualcuno avanza anche l’ipotesi che il parcheggio sia in realtà al servizio dei nuovi spazi commerciali. Per legge, infatti, i nuovi centri commerciali possono essere realizzati solo a fronte di un adeguato numero di parcheggi. Ma se così fosse, alla fine la differenza tra i nuovi posti auto e l’aumento della domanda di sosta provocato dall’ulteriore attrattività degli spazi commerciali rischia di essere quasi a somma zero. A soffrirne sarebbero soprattutto i rioni Esquilino e Castro Pretorio per un aumento indesiderato del traffico. Ma non è chiaro nemmeno il destino di Termini, che dovrebbe diventare una stazione secondaria dato che l’alta velocità passa dalla stazione Tiburtina.
Domande senza risposta. In presenza di un’opera tanto importante sarebbe opportuno sapere cosa si prevede per tutta la zona: per esempio, se siano previste trasformazioni per il parcheggio ACI di via Marsala, per l’edificio del compartimento ferroviario delle FS, che separa il piazzale della stazione da via Marsala, sulla zona detta “dente cariato” di via Giolitti. Per quest’ultima dovrebbe esistere un progetto di Fuksas “le bolle di travertino” annunciato nel 2004 dalla giunta Veltroni.
Se poi allarghiamo lo sguardo c’è la dismissione delle aree ora occupate dalla ferrovia Roma Pantano, dopo l’avvio della linea C, la zona dello scalo San Lorenzo, e lo spostamento della tangenziale con abbattimento o trasformazione in area verde della esistente. Per un piano di così ampio respiro sarebbe opportuno sapere, oltre gli assetti architettonici, quali siano i piani per il traffico, l’inquinamento, il rumore, l’illuminazione.
Sarebbe quindi urgente la formazione di un progetto urbanistico di zona che abbia obiettivi pubblicamente dibattuti e condivisi. Che poi si realizzino e non spariscano nel vuoto.
Carlo Di Carlo