Piccoli giornalisti crescono

L’esperienza della scrittura nei ricordi di alcuni nostri ex redattori in erba
(Numero 55 – Bimestre set-ott 2024 – Pagina 13)

Perché, vi chiederete, far scrivere articoli alle nostre classi? Sono dei veri giornalisti? Certo, no! Ma scrivere potrebbe trasformarsi in un divertimento istruttivo.
Se stimoliamo la loro curiosità, il loro desiderio di mettersi in gioco, di raccontare ad una platea sempre più ampia le loro esperienze, i loro desideri, le loro sensazioni, chiederanno loro stessi di scrivere. Non deve essere una costrizione, ma la soddisfazione di un desiderio. Sviluppare un articolo dovrebbe essere percepito come un passatempo (Gianni Rodari docet) attraverso cui si può sviluppare il vocabolario, cimentandosi nel trovare sinonimi per evitare ripetizioni o per allungare/ridurre il testo, per rispettare le battute stabilite. Servirà anche per rendere più coesa la classe, non lasciando indietro nessuno, poiché il più semplice intervento può divenire motivo di discussione. E soprattutto in occasione del 150° anniversario del nostro rione noi tutti dobbiamo sempre più far sentire la nostra voce.
Abbiamo chiesto a chi ha partecipato alla stesura dei primi vecchi articoli per il Cielo di ricordare le modalità e le sensazioni sperimentate durante la scrittura. Di seguito potete leggere alcune delle risposte più significative.

Come il lavoro di un artigiano
Immaginate di trovarvi nell’officina di un falegname: il persistente profumo legnoso che si propaga dalle pareti, mentre tra gli angoli angusti scorgiamo la piccola coda di un topolino nascosto.
Il falegname è al lavoro: gli è stato commissionato un grande portone in legno del 1800 da restaurare, che avrebbe aperto la nuova sala della biblioteca comunale. Si sta dando un gran da fare ed ormai il lavoro è quasi terminato, ma non lo convincono ancora le cerniere della porta. Aveva pensato di non cambiarle, ma ciò impediva un’apertura scorrevole a chiunque volesse entrare. Così, dopo aver riflettuto, decide di usare delle nuove cerniere, che gli erano state regalate dal suo mastro falegname. Non aveva mai pensato di utilizzarle prima di allora. Le sostituisce e si accorge di come ora il passaggio sia molto più semplice rispetto a prima. Quel portone non è mai stato così completo da quando è stato costruito, ma era necessario che venisse modificato per concedere a tutti un diverso accesso alla conoscenza.
Questo ha significato per me partecipare alla redazione del ‘nostro’ Cielo.
Sara

Relazione e divertimento
Per me gli articoli che abbiamo scritto sul Cielo sono stati fondamentali perché impari a scrivere e a vivere la vita al di fuori del contesto scolastico o privato immergendoti in aneddoti curiosi del proprio rione. In più era un divertimento visto che li scrivevi insieme ai tuoi compagni e quindi ti confrontavi e ti relazionavi con tutti.
Adriano

Collaborazione e spirito critico
La possibilità di scrivere e collaborare, insieme ai miei compagni, alla formazione degli articoli per il Cielo è un’esperienza che mi ha formato profondamente. Ho imparato a lavorare in modo pacifico con altri studenti e soprattutto l’importanza di dar voce ai pensieri di tutti: il Cielo dà a noi ragazzi la possibilità di esprimerci e di dimostrare che anche la nostra opinione conta. Affrontare argomenti che interessano a tutto il Rione mi ha insegnato ad avere uno spirito critico e soprattutto a saper formulare un mio pensiero in modo chiaro.
Elena

Arricchimento reciproco e soddisfazione
La cosa che ricordo di più di quando alle elementari scrivevo con la mia classe gli articoli per ‘Il Cielo’ è quando ci davano il numero con il nostro articolo; tornavo a casa e non vedevo l’ora, fiera, di farlo leggere ai miei genitori. Lo leggevo e rileggevo anche da sola. Ricordo che quando dovevamo scrivere l’articolo ognuno era libero di parlare e dare il suo contributo, era un momento di estrema concentrazione e divertimento allo stesso tempo.
La prima volta non sapevamo, essendo molto piccoli, in cosa consistesse il lavoro che avremmo dovuto svolgere (cos’era un articolo di giornale, come era costruito, cosa dovevamo fare insieme ecc..) ma in pochissimo tempo imparammo tutti e fu un’esperienza bellissima.
Credo che ci abbia soprattutto arricchiti in qualche modo, poiché ha alimentato la nostra capacità di lavorare serenamente in gruppo con solidarietà e aiuto reciproco.
Flavia

Patrizia Pellegrini