Nei progetti di manutenzione stradale e degli edifici non si tiene conto delle misure che possono ridurre l’inquinamento acustico
(Numero 8 – Bimestre lug-ago 2016 – Pagina 2)
Arrivata l’estate, in casa, dopo una giornata di persiane chiuse e vetri accostati, la sera si spalancano le finestre per fare entrare un po’ di aria fresca. L’Esquilino è uno dei colli più alti di Roma, la quota sul livello del mare della zona di Termini (monte Cispio), se la batte con la quota del Gianicolo. Da Termini quasi tutte le strade sono in discesa. Il ponentino, quando ancora c’era, entrava in casa e portava un po’ di sollievo dalla calura. Ma oggi il ponentino non c’è più e dalle finestre entrano le zanzare ma soprattutto rumori. Allora è meglio, per chi li ha, utilizzare i condizionatori: costano molto in energia ma almeno fanno meno rumore di quello che entra dalle finestre. E non entrano solo rumori domestici – di quelli dell’aspirapolvere o della televisione del vicino che la manda a tutto volume – è un rumore costante, di base, magari con qualche piccolo definiamo come rumore ambientale o, più genericamente, come inquinamento acustico o, nel tentativo di attribuirgli una paternità, una origine: rumore da traffico.
La normativa. Il decreto legislativo del 19 agosto 2005, che attua la direttiva 2002/49/CE, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore, compreso il fastidio, prevede vari strumenti: elaborazione e adozione di piani di contenimento, come per le zone vicino agli ospedali, o per le zone residenziali o con attività industriali o artigianali, quali falegnami o marmisti, senza escludere quelle attività commerciali che prevedono continue operazioni di carico e scarico merci. Ma tre operazioni sono particolarmente importanti: la mappatura acustica, l’adozione di piani acustici e la necessità di assicurare l’informazione e la partecipazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti. L’Arpa Lazio (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Lazio) ha, tra i compiti istituzionali, la vigilanza e il controllo per la verifica del rispetto dei limiti di rumore previsti dalla normativa. Nel 2007 è stato costituito il CRISTAL: Centro Regionale Sistema Trasporto Aereo del Lazio per l’inquinamento acustico degli aeroporti. Specie Ciampino e Fiumicino. Ma niente di simile è stato fatto per l’urbano e per l’Esquilino in specie.
Una problematica ignorata nella progettazione. Nei lavori di manutenzione eseguiti, per esempio, attorno al giardino di piazza Vittorio, non si è mai parlato di problemi di acustica. Lo stesso vale per quel pessimo rifacimento dei marciapiedi di viale Manzoni. Nel rilancio del trasporto pubblico su ferro si è parlato di indirizzare il tram della Casilina sulla linea del 4 da Porta Maggiore a Termini liberando via Giolitti, ma non si è mai parlato di revisionare acusticamente i tram con interventi sulle vetture e in particolare sulle ruote. Esistono soluzioni antirumore che assicurano anche un viaggio più confortevole. Nella polemica sampietrino contro asfalto, non si è mai messo in luce che il rumore da traffico è dovuto al rotolamento delle ruote delle auto su una strada di sampietrini sconnessi, a due dita di distanza gli uni dagli altri. Eppure asfalti antirumore esistono, e anche a Roma era stata prevista una sperimentazione in via Prenestina della quale non si sa nulla: alla faccia dell’informazione al pubblico. E non parliamo delle buche: le auto in sé sono a bassissimo rumore, ma il rimbalzo sulle buche renderebbe rumorosa anche un’auto elettrica! E ancora, in via Emanuele Filiberto, come in tante strade del nostro rione, sono state rifatte le facciate di numerosi palazzi: non è stato mai proposto di adottare (o meglio di imporre) intonaci fonoassorbenti, almeno fino al secondo piano. Questi intonaci evitano l’eco, il rimbalzo del rumore dalla strada alla facciata dei palazzi. Se questi intonaci avessero un costo maggiore dei tradizionali, il comune potrebbe compensarlo con un sistema di sgravi sulle tasse comunali. Esistono vari tipi di inquinamento. Alcuni, quali l’atmosferico e l’acustico, sono spesso strettamente legati, ma una corretta e aggiornata manutenzione delle strade e dei veicoli può fare molto per la loro riduzione.
Carlo Di Carlo