La rubrica cambia rotta di nuovo con un viaggio che esplora tutte le piste
(Numero 16 – Bimestre nov-dic 2017 – Pagina 15)
Un segno indelebile dell’evoluzione umana passa attraverso l’apprendimento primitivo dei rudimenti della cucina. Se un tempo l’alimentazione era null’altro che un bisogno immediato di sostentamento, oggi per comprenderla del tutto e definirla arte, essa deve transitare per tutti e cinque i sensi.
Siamo davvero in grado di apprezzare questa arte culinaria? Dove inizia e dove finisce il gusto?
Prima di iniziare questo nuovo viaggio, vi espongo due categorie di mangiatori da cui prendere le distanze per poter viaggiare leggeri insieme a me, perché dal prossimo numero si partirà per un percorso nuovo in cinque appuntamenti. Come i sensi.
Alla larga da questi! I due tipi che non potranno viaggiare con noi sono il “narciso ghiottone” e il “masochista sociale”. Entrambe le figure devono essere tenute alla larga quando si parla di analisi del gusto.
Il “narciso ghiottone” attribuisce agli alimenti un’idea di preda atteggiandosi a conquistatore. Riversa sul mangiare la frustrazione di fallimenti personali. Le sue reazioni al cibo, quindi, non dipendono da un’analisi oggettiva del sapore ma dal personale stato emotivo del momento: il giudizio critico non avrà nulla a che fare con il gusto ma verrà legato a sensazioni soggettive di euforia o frustrazione.
Il “masochista sociale” invece attribuisce al cibo un valore sociale pessimistico. Parte a priori dal presupposto che nulla sia più “come una volta” o che i propri avi “lo facevano meglio” riassumendo nell’alimentazione le disgrazie del mondo. Questo determina quindi un pessimismo nell’approccio alimentare che, come nel primo caso, sfuma lo spirito critico.
Entrambe le figure possono influenzare il commensale debole o disturbare il giudizio finale su un piatto. Potrebbero risultare addirittura pericolosi nel determinare un’idea distorta del senso del gusto.
Ora che avete degli strumenti per riconoscere le figure da cui stare alla larga, durante il vostro prossimo pasto osservate se avete tra i commensali una delle due figure: non fatevi influenzare!
Un viaggio sensoriale. In questo viaggio attraverso il gusto proverò a darvi gli strumenti rudimentali per godere del piacere sublime che può offrire il cibo se apprezzato con tutti e cinque i sensi.
Essi sono i canali attraverso i quali l’uomo si mette in contatto con il mondo esterno. Il buon cibo merita di essere riconosciuto con l’utilizzo di ogni mezzo che abbiamo a disposizione.
Questo leggevo pochi giorni fa su un libro di cui sono molto geloso: “La vista mostra le meraviglie che la natura ci offre, l’udito tiene lontani i pericoli, l’olfatto esplora il mondo rivelandoci l’essenza dei frutti della terra, la mano plasma ciò che gli altri sensi ci hanno assicurato. Infine il gusto. Il gusto svela l’affidabilità dei sensi regalandoci il sapore e il nutrimento”.
Siete pronti a partire per un nuovo viaggio?
Andrea Fassi