L’Istituto Poligrafico ha finalmente avviato l’iter per il recupero del palazzo storico di via Principe Umberto
(Numero 19 – Bimestre mag-giu 2018 – Pagina 1,4)
Tutti noi siamo abituati, come gran parte dei cittadini europei, a maneggiare quotidianamente le caratteristiche monete da uno e da due Euro. Ben pochi però sanno che quel tipo di moneta bimetallica nacque proprio all’Esquilino, nel complesso della Zecca di Stato, dove nel 1982 venne creata e messa in produzione l’allora innovativa moneta da 500 lire. Oltre ad essere composta da due differenti leghe metalliche, era anche la prima con il valore esposto in braille e con il contorno a rigatura discontinua. Novità tutte italiane che furono poi riprese anche da tanti altri paesi.
Nello stabilimento di via Principe Umberto la produzione di moneta era stata avviata nel 1911 ed è continuata fino al 2006, quando fu trasferita nella nuova sede di via Gino Capponi lasciando l’edificio quasi completamente deserto. Solo in una piccola porzione restava infatti ancora attiva la Scuola dell’Arte della Medaglia, anche questa una specificità italiana. La nostra Zecca è infatti l’unica ad avere sin dalla sua nascita una struttura di formazione artistica al proprio interno.
L’evento di presentazione. Oltre dieci anni sono quindi trascorsi prima della presentazione al pubblico – lo scorso 5 aprile, attraverso un evento organizzato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (IPZS) – di quello che sarà il futuro dello storico palazzo di via Principe Umberto. Sul palco, oltre ai rappresentanti dell’IPZS, presidente e amministratore delegato in primis, era presente l’assessore comunale all’Urbanistica e diversi altri relatori, dell’università “La Sapienza”, del provveditorato alle Opere Pubbliche, della Soprintendenza ai Beni Culturali. Inoltre, a testimonianza della volontà di integrare il progetto nel territorio, anche l’intervento di Gennaro Berger, del comitato “Esquilino Vivo”, in rappresentanza dei tanti comitati e associazioni di cittadini del rione. Unica nota forse un po’ sopra le righe, l’ingaggio dell’Orchestra di Piazza Vittorio per allietare la serata.
La fabbrica dell’arte e dei mestieri. Gli obiettivi illustrati dai rappresentanti del Poligrafico sono apparsi abbastanza chiari. A differenza di quanto si sta prospettando per la ex sede di piazza Verdi, dove troverà molto probabilmente posto un albergo a 5 stelle, il palazzo dell’Esquilino resterà nelle disponibilità della Zecca e si trasformerà in un polo culturale, museale e dell’artigianato. Una vera e propria “fabbrica dell’arte e dei mestieri”, come è stata definita, integrata con il territorio che la ospita. Le facciate esterne, sottoposte a vincolo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, verranno restaurate e conserveranno l’attuale aspetto. Gli interni manterranno il loro stile industriale ma, ove possibile, verranno rimosse le tante modifiche apportate negli anni per esigenze di produzione. Di certo verranno ripristinati i due cortili che fronteggiavano gli ingressi principali e verranno aperti sbocchi verso l’esterno anche sugli altri lati dell’edificio.
Il centro culturale polifunzionale. Gran parte del piano terra sarà dedicata al Museo dell’Arte della Medaglia, la cui collezione verrà per l’occasione estesa con altri reperti provenienti dall’archivio storico dell’istituto e dai ministeri collegati, quello dell’Economia (proprietario dell’IPZS) e quello dello Sviluppo Economico. Il museo, oltre ad un’area riservata alle esposizioni temporanee, avrà anche il suo bookshop, affiancato da una caffetteria. Verrà dotato di tutti i moderni ausili multimediali al fine di consentire esperienze innovative di visita, a sottolineare l’evoluzione tecnologica delle attività del Poligrafico. Completeranno poi il pian terreno uno spazio destinato a centro convegni e, altra novità, un’area dell’artigianato di qualità. Al termine del percorso museale – ma con accesso diretto anche dall’esterno – sarà infatti possibile visitare alcuni atelier e botteghe che, secondo le intenzioni, potranno essere date in gestione ad artigiani o artisti esterni o, più probabilmente, potranno diventare incubatori di attività artigianali per studenti meritevoli della Scuola della Medaglia. La scuola continuerà infatti ad occupare buona parte dei piani superiori. Rinnovata ed ampliata, verrà affiancata anche da una biblioteca e da una foresteria con area ristoro per gli studenti. Il resto dello spazio sarà destinato ad uffici e depositi.
Un percorso già avviato. I primi passi sono già stati fatti. I fondi per i lavori ci sono già: 23 milioni e mezzo (al netto dell’IVA) e quasi 5 milioni aggiuntivi per gli allestimenti del museo e per gli arredi. Sono tutti previsti nel piano industriale dell’Istituto, già approvato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. È poi già in fase avanzata il bando per un concorso di progettazione, il cui scopo è quello di selezionare le migliori proposte di realizzazione e le migliori squadre di professionisti. Il bando prevede infatti – oltre a premi in denaro per i primi 3 classificati, per un valore complessivo di 300 mila euro – la possibilità di assegnare al vincitore assoluto anche la direzione dei futuri lavori. Naturalmente i progetti dovranno rispondere alle linee guida e alle esigenze dettate dal Poligrafico e descritte nel bando stesso. Un compito non banale visto che stiamo parlando di un’area 14.000 mq, paragonabile a quella di due campi da calcio.
Per il completamento dei lavori al momento si parla di un arco di tre anni, ma sappiamo tutti che un progetto di tali dimensioni potrà facilmente andare incontro a imprevisti e ritardi. Importante è che un ente di prestigio come il Poligrafico abbia deciso di investire nel nostro rione e che qualcosa si stia muovendo, andando stavolta nella giusta direzione.
Riccardo Iacobucci