Anche l’Esquilino ha il suo premio letterario, con partecipanti e giuria molto speciali ed… emozionati
(Numero 21 – Bimestre nov-dic 2018 – Pagina 13)
Ma come… anche la Di Donato ha un concorso letterario? Eppure non siamo a Venezia, a Pontremoli, siamo a Roma ma niente a che vedere con lo Strega. Però… anche noi “sforniamo” capolavori.
Un’idea tentennante ma di successo. Il “Premio pennino e calamaio” è nato due anni fa, durante i preparativi per i festeggiamenti dei 90 anni del nostro Istituto, senza molta convinzione da parte dell’ideatrice. Nel regolamento si raccomandava di scegliere un argomento che avesse qualche relazione con la Scuola, sia come edificio che come istituzione. I bambini hanno risposto subito con entusiasmo, chi ha scelto di scrivere in gruppo, chi individualmente, scatenandosi nei vari generi letterari; nulla è stato trascurato, dal racconto giallo, all’horror, alla poesia, alla favola. Anche i piccoli della prima classe han voluto dire la loro attraverso disegni e brevi frasi. Hanno partecipato, oltre alla prima, due classi seconde, due terze, tre quarte e due quinte.
Naturalmente, perché fosse una cosa seria, abbiamo costituito una giuria, autorevole, competente. C’erano una giornalista, un libraio, un attore-scrittore, una allora direttrice di testata giornalistica, una redattrice e curatrice di programmi televisivi, la presidente di un’associazione culturale, la responsabile della didattica di una biblioteca comunale; ma al di là delle loro esperienze professionali, il fondamentale requisito doveva essere quello di essere “Amici della nostra scuola”. Parallelamente, ha operato una seconda giuria, composta da due alunni delle classi quarte e quinte, non partecipanti al concorso.
È da sottolineare che, come ci raccomanda Pennac a proposito della lettura, lo scrivere doveva essere un qualcosa di assolutamente libero; si raccomandava, inoltre, anche l’assoluta onestà individuale, cioè nessuno avrebbe dovuto farsi aiutare dagli adulti: l’importante non è partecipare?
I termini di presentazione erano stati fissati ai primi del mese di marzo, per dar modo alla giuria di compiere con calma il proprio lavoro; la premiazione era prevista alla metà di maggio. I premi, era stato annunciato, sarebbero stati simbolici: un segnalibro, non avendo sponsor che potessero sostenere la spesa di riconoscimenti più sostanziosi.
Un’edizione entusiasmante. Quest’anno, la seconda edizione, ha visto un maggior numero di lavori, ma con meno classi coinvolte: due terze, due quarte, tre quinte, mentre le prime e le seconde non hanno partecipato; la giuria degli esperti si è purtroppo assottigliata, ma sono subentrati cinque ex alunni che avevano partecipato alla scorsa edizione del concorso. Inoltre, vi era la seconda giuria delle classi terze, quarte, quinte che avevano aderito all’iniziativa. Anche i premi sono diventati più consistenti: un libro ai vincitori (volumi gentilmente donati da un componente della giuria) ed una pergamena a tutti i partecipanti.
Tra i nuovi critici Emma dice: “Essere stata un giudice è stata un’esperienza veramente molto bella ed emozionante, perché un anno fa ero io a scrivere storie e a sperare di riuscire a vincere con le mie amiche più strette: quest’anno sono stata io con altri amici a far raggiungere un traguardo pieno di emozioni ad altri ragazzi talentuosi e pieni di voglia di scrivere nuove storie fantastiche. Grazie per la fantastica opportunità”. Anche Elia è felice dell’esperienza: “Essere stato un giudice è stato molto bello, perché leggevo in ogni scritto che il carattere dell’autore”. Esprime, però, una sua inquietudine: “L’unica cosa angosciante è quando devi votare, perché è difficile scegliere il racconto migliore”. Sara ha fatto questa riflessione: “Una delle più belle esperienze, grazie alla quale sono riuscita a capire il vero valore di una parola, di una storia e perfino di me stessa”. E ha aggiunto: “Alla fine mi è stato dato anche l’onore di regalare un’opportunità, un sorriso e di un traguardo a chi come me continua a sognare in grande”. Deliziosa anche la riflessione di Flavia: “Per me è stata un’esperienza bellissima. Quando ho partecipato io al concorso, mi chiedevo come poteva essere fare il giudice: leggere tutti i testi e avere l’imbarazzo della scelta. Ecco, l’ho provato e mi è piaciuto moltissimo, alcuni mi hanno veramente sconvolta per la loro bellezza. Insomma, è stata una bella esperienza e mi piacerebbe ripeterla”.
Uno dei neo-partecipanti al concorso, Daniele, ha così commentato: “Il premio è stato per me la chiave per l’autostima, in effetti, prima, ogni cosa che scrivevo era motivo di ansia e preoccupazione. Dopo questa esperienza mi sono sentito più libero di scrivere quello che pensavo… È stato qualcosa che mi ha sbloccato e dato tantissima sicurezza”.
Il futuro. Per il prossimo anno cercheremo di essere più fiscali nei modi e nei tempi, per arrivare alla premiazione con più tranquillità, renderla più solenne e con un argomento stabilito.
In parallelo, per dar modo a tutti gli alunni di partecipare, si istituirà un concorso fotografico con protagonista “Il libro” (che probabilmente sarà anche il tema della competizione letteraria)
Patrizia Pellegrini