Una studentessa del Pilo Albertelli ci propone una passeggiata nei suoi luoghi del cuore del rione
(Numero 26 – Bimestre lug-ago 2019 – Pagina 8)
L’Esquilino da sempre costituisce per i suoi abitanti, e per chi si trova a passarvi, un grandissimo punto di riferimento culturale per persone di tutte le età. Poter passeggiare per le sue strade porta sicuramente a riflettere su quanto il rione si sia evoluto nel tempo.
Strane alchimie. Sapevate che uno dei più grandi punti di aggregazione sociale, piazza Vittorio, ospitava nella seconda metà del ‘600 la villa di un marchese?
Massimiliano Savelli Palombara, alchimista e poeta italiano, aveva fatto costruire la sua dimora proprio in quel luogo, dove ora passiamo con noncuranza. Dunque, tra una partita di pallone e una chiacchierata amichevole con la persona che ti siede accanto alla panchina, è assai semplice dimenticarsi che piazza Vittorio ospita forse uno dei più grandi, irrisolti, rompicapi esoterici. Sopravvive, infatti, nei giardini una delle cinque porte di Villa Palombara, sulla quale è presente un’iscrizione associata al disperato tentativo del marchese di decifrare l’enigmatico manoscritto, lasciato in circostanze misteriose dall’amico Borri, celebre per esser stato l’unico membro della cerchia di Palazzo Riario ad aver attraversato quella porta che oggi prende il nome di ‘Porta Magica’.
Una fresca pausa. Ma perché fermarsi qua? Più in là, lungo via Principe Eugenio, c’è la sede storica della gelateria che dal 1880 accoglie turisti, famiglie e studenti delle scuole limitrofe che, dopo un successo o un insuccesso scolastico, decidono di festeggiare o di dimenticare con il gelato di Fassi.
Particolare è la mia affezione per questo luogo, non solo perché inevitabilmente ci si glorifica del fatto che personaggi illustri, che vanno da D’Annunzio a Trilussa, hanno attraversato quel grande salone, ma anche per il fatto che il Palazzo del Freddo è stato ed è il luogo in cui la redazione del giornale scolastico del Pilo Albertelli tiene da sempre le sue riunioni.
Una casa per l’arte. Passiamo oltre e proponiamoci di giungere esattamente ai piedi di Palazzo Merulana, risultato della collaborazione tra la famiglia Cerasi e il Campidoglio. Pochi anni fa, il palazzo era l’Ufficio d’Igiene della Capitale, ormai abbandonato da anni. Oggi ospita una collezione privata unica nel suo genere e principalmente composta di opere d’arte del primo ‘900, con ampio spazio per la celebre Scuola romana. Al suo interno, inoltre, è possibile anche assistere a conferenze e a serate letterarie. Ultimamente si è tenuta la serata dannunziana, nella quale il piacere della lettura di alcune pagine del Vate è stato unito alla degustazione di vini.
Sorrisi per tutte le età. Forse questa tipologia di intrattenimento può rivolgersi più facilmente ad un pubblico adulto piuttosto che ai giovani, ma se continuiamo per via Merulana, tornando verso piazza dell’Esquilino, ci troveremo davanti ad uno spazio culturale che metterà d’accordo entrambe le parti: il Teatro Brancaccio. Nato nel 1916, ha visto esibirsi sul suo palco artisti di vario genere, si pensi ad esempio a Totò o a Fabrizio De Andrè. Questo polo culturale offre da moltissimi anni spettacoli teatrali e non, in grado di coinvolgere e appassionare grandi e piccini, non scadendo nel banale e offrendo un divertimento sempre di un certo livello.
Al crocevia. Giungendo alla fine della via e alzando lo sguardo, sarà possibile riempirsi gli occhi di una bellezza senza tempo grazie alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Per avere una visione d’insieme più chiara circa questo monumento, bisognerebbe osservarlo ora per ora e rendersi conto che per ogni fase della giornata è popolato da determinate categorie di persone. In principio, la mattina, la piazza della Basilica, dove svetta l’alto obelisco, è l’attraversamento febbrile di lavoratori e lavoratrici che si recano in ufficio e di studenti che si appropinquano alla scuola pigramente. Durante il pomeriggio, invece, diventa lo scenario perfetto per quei numerosissimi gruppi di turisti che non sono riusciti a prenotare il turno di visita mattutino alla Basilica e che quindi, tra il traffico e il solito viavai di gente, porgono l’orecchio alla spiegazione della guida. Dunque si giunge alla sera, e l’imponente struttura diviene complice di quelle coppie d’innamorati che si scambiano qualche bacio fugace oppure consolatrice dei clochards che per un brutto gioco della sorte ora vedono in lei una casa.
Un rione per crescere. L’Esquilino è un rione colmo di contraddizioni dove magia e schiacciante realtà convivono e, senza alcun dubbio, utile ai suoi giovani frequentatori per crescere e comprendere al meglio i valori culturali e sociali che la nostra città offre.
Claudia De Cupis