Numero 32 – Bimestre set-ott 2020 – Pagina 4
In attesa del giardino, parte un piccolo progetto di recupero dei portici. Più una speranza che una soluzione
È solamente grazie ad un misto tra partecipazione e casualità che un piccolo progetto di riqualificazione dei portici di piazza Vittorio è partito. Anche se di strada ne dovrà ancora percorrere parecchia prima di giungere a conclusione.
Tante proposte giunte dal basso grazie al Bilancio Partecipativo
L’iter è iniziato lo scorso anno, quando il Comune di Roma, per la prima volta, ha adottato lo strumento del Bilancio Partecipativo. Cittadini e Municipi hanno avuto la possibilità di proporre dei progetti che, dopo una prima scrematura, sono stati messi in votazione sul sito istituzionale del Comune stesso. Era l’ottobre 2019 e ogni cittadino ebbe la possibilità di indicare i suoi progetti preferiti. Al termine, fu stilata una graduatoria per ciascun municipio, più una a livello cittadino per i progetti più ampi. In palio c’erano 20 milioni di euro di finanziamento da assegnare.
Nel primo municipio, le maggiori preferenze sono andate proprio ad un progetto dal titolo ‘Riqualificazione dei portici di Piazza Vittorio Emanuele II’, presentato da un comune cittadino. 645 voti, in gran parte certamente provenienti dall’Esquilino. La riqualificazione contenuta nella proposta era essenzialmente legata a pavimentazione, rivestimenti verticali e illuminazione, con tanto di riposizionamento dei cavi elettrici oggi a vista. Il tutto, per un importo di 500 mila euro (di cui 40 mila per la progettazione e 460 mila per i lavori).
Un finanziamento troppo esiguo ha ridimensionato l’intervento
A valle della formalizzazione dei vincitori da parte della giunta comunale, la palla è passata ai municipi. Quello del Centro Storico ha redatto, in collaborazione con l’Università degli Studi ‘La Sapienza’, una fattibilità tecnica. Lo scorso 5 agosto poi, il progetto definitivo è stato ufficialmente approvato dalla giunta, operazione necessaria prima di poter giungere al progetto esecutivo ed alla successiva gara di appalto.
Gli esiti della fattibilità tecnica, in considerazione dell’importo assegnato, effettivamente piuttosto esiguo, hanno purtroppo già ridotto l’ambito di intervento ai soli tratti di porticato che vanno da via La Marmora a via Mamiani. In compenso, hanno però ipotizzato di affiancare al progetto alcune azioni aggiuntive, inizialmente non citate, che puntano a costituire un modello per gli interventi per potranno seguire in futuro. Un ‘piano vetrine’ che, in accordo con i commercianti, rimetta ordine rispetto alla situazione attuale. Un piano di manutenzione e gestione, che preveda per il futuro, oltre all’individuazione di metodi e tecniche di pulizia periodica, anche la realizzazione di attività culturali e la sensibilizzazione di residenti e commercianti nell’utilizzo quotidiano. Nel progetto vengono comunque confermate le attività sulle colonne, che verranno pulite chimicamente e reintegrate laddove necessario. Come pure quelle sui pavimenti, per i quali è prevista la lucidatura e la sostituzione di tutte le parti danneggiate o mancanti. Viene invece demandato ad Acea l’onere di intervenire sull’illuminazione e sulla risistemazione dei cavi elettrici.
Agevolazioni fiscali e superbonus: le occasioni da non perdere
Certo, anche nel caso dovesse arrivare in tempi non lunghissimi, si tratta di un intervento minimale che poco potrebbe incidere sullo stato complessivo della piazza. Le attuali problematiche non si limitano agli edifici ma vanno ben al di là: disagio sociale e tessuto commerciale in primis. Potrebbe però trattarsi un primo tassello che, accompagnato da tante altre possibili azioni, contribuirebbe al miglioramento generale. La sofferta riapertura dei giardini è ormai imminente. Alcuni strumenti lanciati di recente a livello nazionale potrebbero poi essere di stimolo per parecchi condomini. Agevolazioni fiscali – quali il bonus facciate, con il 90% di rimborso in 10 anni, o come il superbonus del 110% (in 5 anni) – potrebbero dare il via ad una serie di ristrutturazioni e cambiare faccia non solo al nostro rione, ma un po’ ovunque nelle nostre città. A questi si aggiunge anche la riconferma dell’incentivo, già esistente, per le ristrutturazioni (del 50%). La possibilità poi di cedere direttamente il credito di imposta potrebbe evitare gravosi esborsi iniziali da parte dei singoli cittadini.
Tutti vorremmo una piazza Vittorio più bella, come pure vorremmo fosse più bella la via in cui viviamo. Spesso, giustamente, ci lamentiamo del Comune o del Municipio, che non fanno il loro dovere. Poi però può capitare che, guardando il nostro palazzo, ci accorgiamo che contribuisce anch’esso all’impressione generale di abbandono. Potrebbe essere questo il momento giusto per chiedere agli amministratori di condominio di farsi parte attiva. Raccogliere informazioni non costa nulla. Potrebbe venir fuori che risulti conveniente, ora, rifare le facciate e gli ingressi. Se poi così dovesse essere, chiediamo anche di prendere contatto con i condomini confinanti, in modo da evitare che aumentino gli stabili arlecchino, con un colore differente per ciascun condominio che compone lo stesso edificio.
Ognuno faccia la sua parte. Tutti vorremmo una piazza Vittorio più bella, come pure vorremmo fosse più bella la via in cui viviamo. Spesso, giustamente, ci lamentiamo del Comune o del Municipio, che non fanno il loro dovere. Poi però può capitare che, guardando il nostro palazzo, ci accorgiamo che contribuisce anch’esso all’impressione generale di abbandono. Potrebbe essere questo il momento giusto per chiedere agli amministratori di condominio di farsi parte attiva.Raccogliere informazioni non costa nulla. Potrebbe venir fuori che risulti conveniente, ora,rifare le facciate e gli ingressi. Se poi così dovesse essere, chiediamo anche di prendere contatto con i condomini confinanti, in modo da evitare che aumentino gli stabili arlecchino, con un colore differente per ciascun condominio che compone lo stesso edificio.
Riccardo Iacobucci