La storia della nascita di una delle più prestigiose istituzioni scolastiche del nostro rione
(Numero 36 – Bimestre giu-lug 2021 – Pagina 8)
Esattamente un secolo fa, nell’anno scolastico 1920/1921, frequentavano il Regio istituto nazionale di istruzione professionale (RINIP) 486 allievi, ma non avevano ancora una sede propria, che da lì a qualche anno sarebbe stata realizzata in via Conte Verde. Gli studenti erano iscritti soprattutto alla sezione per periti elettromeccanici, quella per periti edili contava soltanto una prima classe, e si spostavano ogni giorno: in via di San Basilio, alla Fondazione Besso, per le lezioni di cultura generale e di matematica e scienze; in via Crispi, al museo artistico industriale, per il disegno; in via Bixio, in alcune baracche sistemate nel pratone, per le esercitazioni di officina.
L’Istituto si avvaleva provvisoriamente delle strutture didattiche utilizzate fino ad allora dall’Istituto industriale Rossi di Vicenza, che per qualche anno, a seguito della ritirata di Caporetto, aveva trasferito a Roma docenti ed allievi nonché materiali e macchinari. Erano stati necessari 43 vagoni ferroviari per il trasporto, ma già dal gennaio 1918 l’Istituto aveva ripreso regolari lezioni frequentate anche da giovani romani.
Nel 1918 nasce il Regio istituto nazionale di istruzione professionale di Roma
Dopo l’Armistizio del 4 novembre 1918 e la fine della guerra, l’Istituto veneto era ritornato a Vicenza, lasciando gli studenti di Roma senza insegnamento. È stato questo, forse, uno dei motivi che hanno spinto il Ministero dell’Industria, Commercio e Lavoro ad accelerare la nascita del Regio istituto nazionale di istruzione professionale di Roma che, pur voluto dal Parlamento nel luglio 1912, soltanto nel giugno 1918 viene istituito come Scuola professionale di terzo grado, con le tre sezioni di industrie artistiche, edili ed elettromeccaniche.
Data l’inconcludenza dei primi due Consigli di amministrazione – con la presidenza di Guglielmo Marconi, il primo, e di Adolfo Apolloni, il secondo – il ministero nomina regio commissario l’ispettore Achille Tondi, chiamando a dirigere l’istituto Luigi Andreoni, che ha al suo attivo la nascita dell’Istituto Industriale delle Calabrie. A sua volta, il Comune di Roma concede al RINIP i terreni tra viale Manzoni, via Conte Verde, via Bixio e via Emanuele Filiberto, deliberando lo spostamento a San Paolo del Mercato delle Erbe, che li occupava. Per contribuire al buon esito dell’iniziativa, anche la Provincia e la Camera di Commercio di Roma deliberano i loro rispettivi contributi.
Il ritorno a Vicenza dell’Istituto Rossi, nel luglio 1919, segna quindi l’inizio dell’attività scolastica del RINIP, che ha modo di reclutare come docenti dei giovani ingegneri e come personale tecnico specialisti, anche privi del titolo di studio ma capaci di riutilizzare i materiali di scarto donati all’Istituto o acquistati con i pochi fondi disponibili.
Il progetto di Piacentini viene semplificato per ridurne i costi
Oltre la metà dell’area di viale Manzoni viene destinata ai capannoni per le esercitazioni – per periti meccanici elettricisti e per periti edili – mentre su via Conte Verde viene ubicato il fabbricato per le aule e gli uffici, per il quale nel giugno 1920 viene indetto un concorso di progettazione. Vista l’urgenza, però, già in luglio il commissario Tondi fa richiesta della licenza edilizia per costruire i laboratori, allegando soltanto la planimetria d’insieme. Nel giugno 1922, ottenuta la disponibilità del terreno, Luigi Andreoni avvia la costruzione dei laboratori che pochi mesi dopo sono già completati. La giuria del concorso, nel frattempo, ha premiato il progetto di Marcello Piacentini ma poiché il preventivo assomma a 10 milioni di lire, per ridurre gli alti costi, il 18 agosto 1923 Luigi Andreoni presenta al Comune un progetto revisionato dall’ingegnere Mario Felici dell’Ufficio tecnico, che semplifica al massimo i decori mantenendo soltanto lo schema di distribuzione ideato da Piacentini.
Al completamento dei lavori partecipano anche gli allievi impegnati nei laboratori
Nonostante le iniziali difficoltà, nel 1922-1923 l’Istituto conta già 663 iscritti che diventano quasi il doppio due anni dopo, con 18 insegnanti, 12 capi-officina, 3 assistenti e 6 sottocapi. L’aumentata popolazione scolastica comporta la necessità di maggiori superfici e pertanto, nel marzo 1924, Luigi Andreoni presenta un progetto di variante per sopraelevare di un piano e semplificare ulteriormente il progetto, risparmiando oltre un milione di lire. Nel marzo 1925, il cantiere riprende con la realizzazione della sola struttura in cemento armato da parte dell’impresa Bandini, per procedere poi con lavori in economia. Nel 1928, l’edificio non è ancora ultimato e l’ingegnere Mario Tomassetti, che dall’estate ha assunto la direzione dell’Istituto, incrementa la sezione edile con laboratori sui materiali, impegnando gli allievi nelle esercitazioni di cantiere per completare le opere murarie. Anche il laboratorio di falegnameria viene utilizzato per le opere in legno – soprattutto gli arredi di aule e uffici – mentre l’Aula Magna viene decorata con piastrelle realizzate dagli allievi del Corso di decorazioni ceramiche di Duilio Cambellotti, sulla base dei cartoni preparatori dello stesso maestro.
Dal 1933 ad oggi, un crescendo di prestigio e di riconoscimenti
Finalmente completata ed inaugurata ufficialmente la sede, l’Istituto si avvia ad un brillante avvenire grazie ai meriti di un valido corpo docente ed alla personalità del professor Mario Tomassetti che lo dirige dal 1928 al 1962, attivandosi anche nell’organizzazione di corsi di addestramento e di specializzazione, come nel 1940-1941 quando istituisce una sezione per costruttori aereo nautici, mettendo a frutto l’esperienza accumulata con i corsi di addestramento piloti nel volo strumentale. L’ingegnere Tomassetti, fautore di un modello di scuola-officina, organizza la scuola tecnica e la scuola di avviamento che compongono l’Istituto secondo i principi della divisione del lavoro tipici della fabbrica, procedendo ad un riassetto dei laboratori e delle aule, in cui l’aspetto formativo risulta secondario rispetto ai concetti di esecutività e di rigido tecnicismo, avviando in tal modo una seconda e lunga fase nella storia dell’Istituto che si protrarrà sino alla più recente riforma dei cicli scolatici.
Seguiranno anni di cambiamento ed altri istituti industriali nasceranno a Roma, ma l’Istituto di via Conte Verde, intitolato dal dopoguerra al grande scienziato toscano Galilei, padre della scienza moderna, vedrà aumentare sempre più il suo tradizionale prestigio. Attualmente l’Istituto Tecnico Industriale – Liceo Scienze Applicate è un istituto di istruzione secondaria di secondo grado che con l’I.I.S. Carlo Urbani ha dato vita al Polo Tecnico Professionale Galileo – Informatica e Meccanica.
Carmelo G. Severino