Nasce da un gruppo di residenti, architetti e professionisti della tutela dei beni culturali, una proposta di intervento che parte dalla conoscenza condivisa del valore culturale del nostro territorio
(Numero 27 – Bimestre set-ott 2019 – Pagina 6)
“Non si può abitare e governare un luogo che non si comprenda insieme”: è questo il motto che guida le attività del forum Esquilino Chiama Roma, attivo dal 2018. (www.esquilinochiamaroma.it) Per saperne di più, abbiamo incontrato alcuni componenti del Comitato scientifico: il presidente Pietro Petraroia (già Soprintendente) e i componenti Andrea Grimaldi (Sapienza Università di Roma) e Gennaro Berger (vice Presidente di Esquilino Vivo).
Quale spirito ha portato alla nascita del forum?
Lo spunto venne dalla mostra del Bernini alla Galleria Borghese, nel 2017. La statua di Santa Bibiana fu trasferita per il restauro e poi ricollocata nell’omonima basilica di via Giolitti. Il divario tra la bellezza dell’opera e la trascuratezza dell’ambiente circostante portò ad una riflessione: è possibile, partendo dal riconoscimento di valore del patrimonio culturale, arrivare ad una risoluzione integrata delle problematiche che affliggono l’Esquilino? Oggi le competenze sono estremamente frammentate. Divise tra Stato, Comune e Municipio ma anche, al loro interno, tra i vari assessorati. Ciò porta a situazioni paradossali. Per i giardini di piazza Vittorio, mentre il restauro è seguito da un assessorato, l’attivazione del bar dovrebbe essere gestita da un altro. Inoltre, spesso manca una base di conoscenze condivisa a partire dalla quale costruire soluzioni. Ci siamo così resi conto che la strada da percorrere era quella di un approccio integrato e partecipato. Non è una posizione di tipo politico, ma esclusivamente di metodo. In altre città è così che si opera. Roma fa eccezione. L’Esquilino sembra il luogo più adatto per ridisegnare le modalità di lavoro e potrebbe essere di esempio per l’intera città. Di qui il nome ‘Esquilino Chiama Roma’.
Lo scorso 24 giugno è stata presentata a Palazzo Merulana la convenzione siglata con enti e istituzioni. Faciliterà il lavoro del forum?
È una convenzione proposta dal Gruppo di Lavoro Via Giolitti e promossa da Piazza Vittorio Aps, l’associazione fondata dalla Fondazione Enpam. La convenzione vede la partecipazione di numerosi soggetti: il Primo Municipio, il Museo Nazionale Romano, l’Ordine degli Architetti di Roma, alcuni dipartimenti universitari de La Sapienza e Roma Tre, il Centro Studi sulle politiche urbane Urban@it. Anche altri soggetti hanno intenzione di aderire, tra questi la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Nella convenzione ognuno accetta di impegnarsi in base alle proprie competenze, favorendo una conoscenza integrata, base necessaria per rendere gli interventi meno episodici ed effimeri o addirittura in contrasto con l’interesse generale. Proponiamo che, a partire da ciò, l’Esquilino diventi subito il laboratorio urbano per una revisione efficace del piano di gestione del sito Unesco Centro storico di Roma: d’altra parte con la situazione attuale, Roma rischia l’espulsione dalla lista Unesco.
Tra i sottoscrittori colpisce l’assenza del Comune di Roma. Non dovrebbe essere uno degli attori principali?
La Sovrintendenza Capitolina è un organo del comune di Roma. È referente nei confronti degli uffici Unesco di Parigi e può essere promotrice di interventi sul territorio con azioni che coinvolgano diversi assessorati. Naturalmente Stato, Regione Lazio, Roma Capitale e Municipio, così come la cittadinanza attiva, debbono tutti raccordarsi in un progetto unitario di rigenerazione sociale ed urbana; il patrimonio culturale e paesaggistico può essere secondo noi il volano di tutto questo.
Il contributo di Piazza Vittorio Aps, che si è resa disponibile a ricoprire il ruolo di ‘braccio operativo’ del forum, sembra fondamentale.
Piazza Vittorio Aps ha un ruolo essenziale di pivot organizzativo per noi tutti. Con l’Associazione ed il Museo Nazionale Romano si lavora ad un’app per residenti, turisti, scuole che aiuti a capire e, quasi, a rivivere il rapporto fra luoghi dell’Esquilino e capolavori nei musei che vengono da qui, come il Laocoonte o il Discobolo Lancellotti. Attendiamo gli esiti di un bando regionale cui si è concorso. Gli strumenti di edutainment possono essere utili anche per sviluppare nelle nuove generazioni responsabilità verso i beni comuni, e il patrimonio culturale è tra questi.
Il piano di lavoro dovrebbe poi portare ad un progetto esecutivo. Giusto?
L’obiettivo è quello di intervenire in tre zone specifiche del rione. Agendo su queste, la ricaduta generale potrebbe essere molto più ampia, sempre che l’intervento sia multidisciplinare. Siamo partiti dal caso di piazza Vittorio, su cui Andrea Grimaldi ha presentato uno studio prodotto con i suoi allievi in Sapienza. A seguire, tratteremo l’area del mercato e di piazza Pepe e poi, nella primavera 2020, l’area di via Giolitti. Non produrremo una progettazione dettagliata, ma scenari da condividere ancor prima che siano definiti gli investimenti necessari: infatti, se ci si confronta dopo le decisioni, la partecipazione diventa una finzione. Inoltre, occorre far passare il concetto che cooperare è per tutti un’opportunità e ci si guadagna. Per portare un esempio concreto, le leggi attuali consentono ai singoli proprietari di accedere a strumenti come eco bonus e sisma bonus, ma le famiglie che vogliono ricevere fondi pubblici a fronte di lavori di adeguamento, devono coalizzarsi almeno a livello di condominio e far gestire unitariamente i loro crediti d’imposta. Risparmierebbero così fino a più dell’ottanta per cento della spesa. Con le istituzioni si potrebbe poi accedere anche ad altri tipi di finanziamenti, regionali, nazionali ed europei: strumenti e opportunità da conoscere meglio.
Riccardo Iacobucci