Raggiunta da un’ingiunzione di sgombero, l’associazione FOCUS – Casa dei Diritti Sociali è in attesa di una pronuncia del TAR
(Numero 29 – Bimestre gen-feb 2020 – Pagina 1,3)
Il nome dell’associazione è ‘FOCUS – Casa dei Diritti Sociali’ e non poteva essere denominazione più appropriata. Perché gli spazi che a via Giolitti ospitano i volontari, i soci e i tirocinanti che ne fanno parte sono un piccolo monumento all’inclusione.
Quattro locali, dei quali uno sul ballatoio “quello buono, perché con la nostra attività, siamo anche un presidio di sicurezza”, chiosa Carla Baiocchi, responsabile dell’area tutela dei diritti, cioè la coordinatrice dei servizi che vengono erogati presso lo sportello per l’orientamento che si trova all’ingresso. Sullo stesso piano, c’è anche una stanza dove un ginecologo, una volta alla settimana, riceve gratuitamente. In un angolo, un armadio con indumenti offerti dai cittadini e destinati a chi ne ha bisogno. Altre tre stanze, o meglio aule, sono sotto al ballatoio, al livello della strada, e sono dedicate all’insegnamento della lingua italiana. In tutto, poco più di cento metri quadrati per i quali l’associazione versa al comune di Roma 1200 euro al mese: un affitto agevolato, che corrisponderebbe al 20 per cento del valore commerciale.
E il condizionale è d’obbligo considerato lo stato della struttura, molto vecchia, con muri di tufo che trasudano umidità. “Un canone che paghiamo regolarmente, nonostante la concessione sia scaduta”, continua Baiocchi. Già, la concessione: nel 2016 la Casa dei Diritti Sociali ha ricevuto dal comune di Roma una lettera con l’ingiunzione di sgombero entro 15 giorni, per cui l’associazione ha presentato un ricorso al TAR. “Abbiamo contestato tutto – spiega Augusto Venanzetti, responsabile dell’area formazione – In primo luogo, la formulazione generica, che fa riferimento alla morosità, visto che noi abbiamo sempre pagato l’affitto. Ma, soprattutto, l’assunto di base: il valore di un’attività sociale non si può misurare in termini di redditività”. Il TAR si è riunito in prima udienza il 5 dicembre scorso. La pronuncia è prevista da qui a qualche mese. Ma intanto nei locali continua l’attività di sostegno sociale e sanitario dedicato alle persone più fragili.
L’associazione e i suoi servizi. Nata nel 1985 a partire da alcune iniziative locali, FOCUS – Casa dei Diritti Sociali opera nel campo dei diritti a diversi livelli: dall’assistenza ai diritti dei consumatori, alla tutela dei diritti sociali, alla lotta alle discriminazioni, alla formazione. Gli utenti sono soprattutto stranieri, ma ci sono anche tanti italiani. Nei primi quattro mesi del 2019, sono state oltre 1500 le persone che, per motivi diversi, si sono rivolte allo sportello: oltre 40 le nazionalità, con una netta prevalenza dell’area sud-sahariana. 75 gli italiani. Le richieste di aiuto riguardano soprattutto l’assistenza sociale, cioè come accedere ai servizi, l’assistenza legale in caso di sfratto o nella procedura di rinnovo dei permessi di soggiorno. E poi, le difficoltà riguardo alla residenza. Fino alla semplice richiesta di un sostegno nella compilazione di moduli o di un aiuto per l’accesso a internet. Alcuni, circa 130, sono ‘utenti fissi’, cioè seguiti regolarmente.
Formazione a tutto campo. Un punto forte dell’associazione, che aderisce alla Rete Scuole Migranti, è la formazione, cioè i corsi di italiano per gli adulti e le attività di sostegno linguistico ai bambini stranieri nelle scuole pubbliche. L’insegnamento della lingua italiana è accompagnato da percorsi culturali, che vanno dalle visite guidate in città all’attività teatrale. L’insegnamento è organizzato su tre livelli a partire dall’alfabetizzazione di base. La scuola è aperta tutto il giorno, con quattro fasce orarie, la frequenza è libera. Circa 1500 gli utenti di novanta diverse nazionalità. “Noi non insegniamo solo la lingua – continua Venanzetti – il nostro scopo è gestire l’inserimento e il grosso dell’attività è la formazione interculturale, cioè trasmettere i codici etici che riguardano tanti aspetti della vita, dal fidanzamento, all’aborto, al matrimonio”.
Un cambiamento di rotta da parte del Comune di Roma? In una recente lettera indirizzata all’assessora al patrimonio del comune di Roma, Virginia Raggi fa riferimento ad una possibile delibera transitoria per consentire alle associazioni che operano senza scopo di lucro, con concessioni scadute, di proseguire nelle loro attività. Con la volontà, evidentemente, di valutare le situazioni caso per caso. Potrebbe essere una svolta importante. Ma, per ora, si tratta solo di una comunicazione informale.
Paola Mauti