Dal 1668 in via di San Vito il Conservatorio della Santissima Concezione porta avanti la missione affidatale da Livia Vipereschi
(Numero 49 – Bimestre set-ott 2023 – Pagina 6)
Il Conservatorio della Santissima Concezione detto delle ‘Viperesche’ – situato in via di San Vito 10, vicino l’arco di Gallieno – è una realtà all’Esquilino poco nota. Attualmente gestito da Silvia Sanchini, che ci accoglie e con cui parliamo, ospita studentesse, ricercatrici e docenti universitarie da tutto il mondo, che studiano o lavorano in università statali, private e pontificie.
La forza della fondatrice tra opere e devozione
L’istituto fu fondato nel 1668 da Livia Vipereschi – nobildonna che dedicò la sua vita a opere di carità – con lo scopo di accogliere e sostenere, in pieno spirito cristiano, ragazze orfane ed abbandonate, nubili e vedove dando loro un’educazione cristiana.
Costruito anche con l’aiuto di altre figure femminili, come la principessa Lucrezia Rospigliosi e la principessa Maria Camilla Orsini Borghese – che finanziò l’educazione dell’annesso oratorio, dedicato alla Immacolata Concezione di Maria – la sua istituzione venne poi approvata da Papa Clemente IX Rospigliosi e fu quindi posto sotto la protezione del vescovo vicereggente e di quattro deputati.
Il nome di ‘Viperesche’ venne dato alle donne presenti nel conservatorio dopo la morte di Livia Vipereschi. Queste, ereditandone il patrimonio e un’entrata annua di 300 scudi, portarono avanti la comunità e l’istituzione. Le educatrici laiche inizialmente presero abiti e regole delle Oblate Carmelitane e formavano le donne ospiti della struttura all’educazione cristiana impartendo un’educazione civile e morale. Nel 1869, sotto la direzione delle Maestre Pie Venerine, l’istituzione rafforzò la funzione formativa diventando ‘Convitto Vipereschi della Santissima Concezione’. Nel 1876 lo statuto ribadì che lo scopo del Conservatorio era di dare rifugio, gratuito o a pagamento, alle giovani ragazze e alle vedove. Nelle ultime decadi è stato diretto dalle suore della Congregazione delle Discepole del Redentore.
A distanza di secoli il Conservatorio
mantiene la propria missione per le donne
La struttura è un palazzo storico con uno spazioso chiostro centrale circondato da camere, singole e doppie, tutte con bagno privato. Sono presenti servizi e spazi comuni come il refettorio, la biblioteca, alcune sale studio, una sala conferenze, una cappella, la lavanderia e la stireria.
Il collegio offre la possibilità di una mezza pensione con catering, ma sono anche disponibili varie postazioni per cucinare. Lo spazio, grazie all’approccio di Silvia, che attualmente gestisce lo studentato, viene sfruttato nel migliore dei modi tra attività e dialogo. La cena è un momento di condivisione delle varie culture e lingue, spesso le ragazze presenti organizzano pasti dedicati a specifiche cucine del mondo.
Nella sala conferenze si presentano libri e vengono organizzate visite nella città.
Nell’anno accademico 2022/23 il conservatorio ha ospitato un totale di 53 ragazze, 16 delle quali studiavano teologia mentre 37 erano studentesse in università statali.
Nello studentato, tra le altre donne, vive da diversi anni Sana (nella foto accanto), conosciuta come Sweety, la prima donna laica proveniente dal Pakistan, arrivata in Italia per studiare teologia e che ha appena terminato il quarto anno di studi. Grazie alla realizzazione di un progetto nato dalla collaborazione tra United Nations High Commissioner for Refugees, Caritas e l’Università La Sapienza è stata ospitata anche una rifugiata etiope cresciuta in Zambia.
Due percorsi per completare
la formazione spirituale e teologica
Ad oggi la struttura comprende al suo interno due realtà formative: il Collegio Teologico Femminile ‘Santa Cecilia’, inizialmente situato a Vitinia e trasferito in via San Vito nel 1988, che punta ‘ad integrare la formazione accademica acquisita nelle Università e Istituti Pontifici con una formazione umana, spirituale e pastorale, che metta in grado le giovani donne di inserirsi nelle rispettive Diocesi con maturità ecclesiale e laicale’ e, dal 2017, lo ‘Studium Evangelii Gaudium’ – percorso formativo che si configura come ‘un’esperienza di peer education, una formazione tra pari, che si opera nella condivisione della quotidianità, della vita accademica, della propria storia, fede e cultura e dei propri talenti’.
Inoltre nella sede è conservato l’archivio della famiglia Vipereschi, comprendente i diari di Livia Vipereschi, nei quali annotava gli eventi della sua vita e le sue visioni mistiche.
La Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con l’Almo Collegio Capranica, ogni anno mette a disposizione alcune borse di studio che permettono a molte donne di seguire un percorso didattico e assegna allo studentato un sacerdote a disposizione per messe, confessioni e colloqui.
Il Conservatorio quindi non è più un ‘monastero’, ma un luogo aperto che permette alle ospiti di approfondire e valorizzare i propri talenti ed è orientato alla creazione di un ambiente di crescita professionale e personale attraverso lo studio, la condivisione, l’ascolto e il rispetto.
Ilaria Buccolini