Culture e cotture che uniscono

Il cibo, per il corpo e l’anima, è il protagonista di ‘Multi’, il festival che dal 29 settembre al 1° ottobre animerà i giardini di piazza Vittorio
(Numero 49 – Bimestre set-ott 2023 – Pagina 14)

Sotto il cielo dell’Esquilino qualcosa bolle in pentola e l’allegoria non è del tutto casuale! Per la prima volta si tiene a Roma Multi, un viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, in chiusura della programmazione dell’Estate Romana.
Figlio della sinergia tra Slow Food Roma e Lucy – Sulla Cultura, il festival si prefigge di unire in modo del tutto nuovo le culture, letterarie, musicali, coreutiche e quelle gastronomiche del mondo. Si afferma così come primo festival strutturato non in base alla provenienza geografica delle diverse comunità straniere presenti, ma intorno a un singolo elemento che può unire più culture: le cotture.
Questa assonanza, che sembra un gioco di parole, può essere un mezzo straordinario per raccontare le cucine delle diverse comunità che vivono a Roma. Infatti, le modalità di cottura (si veda box in pagina), per natura inclusive, abbattono le distanze, chilometriche e culturali, rappresentando un elemento peculiare che gioca un ruolo essenziale ai fini del sapore del piatto stesso, diventando l’anima del suo sapere nativo.
Per ogni metodo di cottura, si apre un mondo di tegami, padelle, cestini, griglie, metodi, materiali, capacità artigianali diverse che raccontano cultura, biodiversità e tradizioni dei popoli.

Attraverso le parole e i sapori,
Multi vuole rappresentare l’anima
più autentica delle comunità del mondo

Tutto questo si traduce in incontri letterari, curati dalla rivista multimediale Lucy – Sulla Cultura, e appuntamenti dedicati alla cultura gastronomica del mondo, curati da Slow Food Roma, che ha sede nel rione.
Dal 29 settembre al 1° ottobre prenderanno così vita 35 incontri nell’area palco, 12 incontri e laboratori didattici per adulti nell’area Horti Magici e un intenso programma ludico-creativo per bambini, a cui si aggiungono danze popolari, canti e musica.
L’obiettivo della manifestazione è quello di rappresentare, attraverso le parole ma anche i sapori, l’anima più autentica delle comunità del mondo presenti a Roma. Ed è per questo che non vi era luogo migliore per far nascere Multi se non presso i giardini di piazza Vittorio Emanuele II, nel rione più multiculturale di Roma.
Multi esordisce, il 29 settembre alle 17.30, con la Cerimonia del Tè a cura dell’Istituto Giapponese di Cultura e lo yamatologo e scrittore Antonio Moscatello. Questa anticipa il talk inaugurale moderato da Nicola Lagioia con ospiti istituzionali. L’appuntamento di chiusura è invece previsto per il primo ottobre alle 21.30, un momento di unione e di pace con tutte le comunità e persone presenti in piazza, insieme a Mediterranea Saving Humans, accompagnato dalle danze tradizionali e dai canti dei bambini profughi della guerra.

Stefanina Sgambati

[BOX] Le cotture come filo conduttore

Crudo: Ceviche – Il Ceviche è un piatto a base di pesce o/e frutti di mare crudi e marinati nel succo di limone unito ad alcune spezie, come il peperoncino e il coriandolo. È tipico della gastronomia di alcuni paesi dell’America Latina che si affacciano sull’Oceano Pacifico, quali Colombia, Cile, Perù, Ecuador, Panama, Messico, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica e Guatemala.
Fritto: Samosa – I Samosa sono invitanti fagottini dal morbido ripieno speziato. Questo popolare street food pare sia nato in Medio Oriente, ma grazie ad antichi scambi commerciali è diventato uno degli snack più apprezzati della cucina asiatica. Consistono essenzialmente in un fragrante guscio di pasta che viene fritto e farcito con un mix di patate e verdure estremamente variegato, a cui può essere aggiunta anche carne. Non esiste una ricetta ufficiale e la farcitura generalmente si adatta alla provenienza o alla religione della famiglia che li prepara.
Vapore: Kabulipalaw – Il Kabulipalaw è un tipo di riso pilaf: una preparazione tipica del medio ed estremo oriente. Si tratta di riso rosolato nel burro con cipolla tritata, cotto in modo da mantenere i chicchi ben staccati, e condito in svariati modi: con curry, carni, verdure. È considerato il piatto nazionale afghano e viene preparato in occasione delle festività. Dato che viene gustato in compagnia, acquista il duplice significato di fratellanza e amicizia. Speziato, dolce e salato: questo piatto è un tripudio di sapori.

[BOX] PROVA LA RICETTA: Ceviche

Per preparare il Ceviche per prima cosa tritate il coriandolo e il peperoncino e mondate una cipolla (fette sottili). Con una pinzetta togliete, se ce ne sono, tutte le spine rimaste nel pesce, risulterà un lavoro certosino ma indispensabile per la riuscita del piatto. Successivamente tagliate i filetti in pezzi più piccoli più o meno della stessa misura e adagiateli su una pirofila, senza sovrapporli, mi raccomando!
Qui è il momento della marinatura che dovrebbe essere fatta con il succo di lime e l’aji limo (un peperoncino peruviano coloratissimo e leggermente piccante), coriandolo e cipolla rossa, ma ci accontenteremo del nostro peperoncino. Quindi, aggiungete ai pezzetti di pesce, precedentemente tagliati, la cipolla, la scorza di lime, il peperoncino tritato, il coriandolo e poi il succo di lime e olio a gusto. Copriamo bene con la pellicola e lasciamo marinare in frigorifero da 10 minuti a un’ora, a seconda del grado di marinatura che vogliamo ottenere.
Dopo questo lasso di tempo il nostro Ceviche è pronto per essere servito!
INGREDIENTI (Per 4 persone)
400 g di pesce freschissimo, già pulito
75 g di succo di lime
50 g cipolle rosse
peperoncino q.b.
scorza di lime q.b.
olio extravergine di oliva q.b.
coriandolo q.b.