A Lucilla Vespucci

(Numero 57 – Bimestre gen-feb 2025 – Pagina 9)

Non è e non sarà facile dire addio a Lucilla; pensare che quella sua voce, dal timbro inconfondibile, non ci conforterà più come faceva sempre. Perfino nei giorni difficili della sua malattia ci rassicurava dicendoci ‘Sì è un momentaccio, ma ne usciremo…’. Era lei a sostenerci.
Poi tutto è precipitato, in un modo così repentino da sembrare impossibile. Siamo stati scippati, derubati, privati della sua presenza. Il pensiero che non ci sia più è insopportabile e non riusciamo a darci pace.
Lucilla mancherà a noi, suoi amici, e mancherà molto nella scuola di italiano per stranieri della Casa dei Diritti Sociali, dove insegnava da più di 10 anni. I suoi studenti la chiamavano ‘Maestra’, con affetto e deferenza. E lei, energica eppure dolcissima, era capace di traghettarli verso una lingua e un modo di vivere lontani dalla loro cultura. Li seguiva nelle prove teatrali, dove ciascuno di loro interpretava ‘un altro’, così come ‘altro’ sarebbero dovuti diventare, tutti, nel teatro della difficile condizione di immigrato.
Generosa e solidale, Lucilla era naturalmente portata a comprendere – senza pregiudizio alcuno – l’altro e l’altrove. Portava con sé una forte carica vitale, la sua intraprendenza, la sua praticità, sempre accompagnata da un pizzico d’ironia, che finiva per produrre un’allegria contagiosa.
È stata una straordinaria tessitrice di rapporti. Sapeva mettere in contatto le persone, creava gruppi che poi prendevano una vita autonoma, dei quali però lei restava con discrezione il fulcro insostituibile.
Viveva intensamente il suo rione Esquilino, era attiva nei comitati, nei circoli, nelle iniziative pubbliche, ed esprimeva in questo una grande forza aggregatrice.
L’abbiamo ascoltata, amabilissima, quando leggeva in pubblico brani di romanzi sotto i portici di Piazza Vittorio; ma sotto quegli stessi portici sapeva essere anche dura e intransigente quando se la pigliava con chi sporca e non usa i cassonetti.
Del suo ritratto fa parte il ricordo della militanza politica, dal primissimo periodo femminista all’impegno nel mondo sindacale, ma anche il segno indelebile che ha lasciato come bibliotecaria presso l’Istituto Guido Castelnuovo, nella biblioteca di matematica, di cui ha curato minuziosamente il restauro.
Lucilla è stata una persona di grande valore, che non ha lesinato il suo affetto agli umani ed ha amato profondamente gli animali, lasciandoci Nanni e Tullia, i suoi gatti, smarriti come lo siamo noi.
Un’amica straordinaria, una bella persona che ci mancherà tantissimo e che non dimenticheremo mai.

Gli amici del rione