C’è un gioiello nel nostro rione, un palcoscenico prestigioso e ricco di storia
(Numero 17 – Bimestre gen-feb 2018 – Pagina 4)
L’edificio, in stile liberty, fu eretto nella scomparsa piazza Guglielmo Pepe, ora via Guglielmo Pepe, una sorta di slargo compreso tra via Giolitti e la ferrovia da un lato, via Principe Umberto e via Turati dall’altro. A fine ‘800, era uno dei baracconi in legno “ad uso teatro” che sorgevano sulla piazza: proponeva spettacoli popolari, dalla commedia romanesca ai giochi di equilibrio e di prestigio. Fu Giuseppe Jovinelli, noto impresario del tempo, a trasformarlo in un teatro in muratura su progetto dell’ingegner Ulderico Bencivegna. Venne inaugurato agli inizi del secolo scorso, il 3 marzo 1909. La facciata è tuttora quella originale, vi campeggia una targa con la scritta “Teatro Jovinelli”, com’era denominato allora. Ben presto divenne il tempio romano della satira e del varietà: tra i grandi attori che ne calcarono il palcoscenico, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Gustavo De Marco e un giovanissimo Totò. Poi, a partire dagli anni ’50, il declino: da affollatissima sala di avanspettacolo divenne prima un cinema-teatro di second’ordine con spettacoli di spogliarello, e, negli anni ’70, una sala a luci rosse, finché un rovinoso incendio, negli anni ’80, ne decretò la definitiva chiusura.
La rinascita. Nel 1996, un gruppo di giovani artisti ed intellettuali si mobilitò per il recupero del teatro, organizzando, all’interno dell’ormai fatiscente costruzione, spettacoli teatrali, concerti e mostre. L’iniziativa riportò l’attenzione sull’edificio e nel 2001 l’Ambra Jovinelli riaprì al pubblico, con la direzione artistica di Serena Dandini. Una riapertura salutata con gioia dalle pagine del Messaggero anche dal grande Alberto Sordi, che, ai suoi esordi, si esibì proprio qui: “Riaprirà dopo 20 anni l’Ambra Jovinelli, ne sono felicissimo! (…) Ai tempi della mia giovinezza il teatro di Via Guglielmo Pepe rappresentava un punto d’incontro per il pubblico romano e un banco di prova inappellabile per i comici. (…) In un’atmosfera da corrida, volavano lazzi, battute al vetriolo, pernacchie e perfino gatti morti contro gli attori colpevoli di non far divertire il pubblico.”
Da allora, l’Ambra Jovinelli è tornato fortunatamente a nuova vita ed è uno dei poli culturali di attrazione dell’Esquilino, con una stagione di ottimo livello, capace di attrarre pubblico da tutta la città. Dal dicembre 2010, è direttrice artistica del teatro Fabrizia Pompilio. Sotto la sua guida la sala ha ulteriormente rafforzato un’immagine ormai consolidata, con migliaia di spettatori e diversi sold out. Anche la stagione in corso è caratterizzata da una particolare attenzione al teatro contemporaneo: accanto al tradizionale filone comico, spettacoli più impegnati, testi originali e insoliti, interpretati da grandi attori del panorama nazionale, da Stefano Accorsi a Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Teresa Mannino, Pierfrancesco Favino.
Alcune criticità. Quando le chiediamo come questo spazio vive e s’inserisce nella realtà del nostro rione, Fabrizia Pompilio ammette subito che ci sono delle criticità: “Soprattutto per la manutenzione del piazzale antistante il teatro. Siamo vicini alla stazione, al mercato coperto di piazza Vittorio e ci sono problemi di pulizia e decoro. La pavimentazione è dissestata, l’illuminazione scarsa, ci sono persone che bivaccano, spesso sono dei senza tetto. Le forze dell’ordine sono presenti, intervengono se necessario, soprattutto nelle ore serali, quando c’è spettacolo, ma il problema al momento permane.” Da qui l’idea di farsi soggetto promotore di un intervento di riqualificazione, “Abbiamo fatto delle proposte per dare vita a questo spazio, per trasformarlo in qualcosa di diverso da un luogo di passaggio. Abbiamo provato a curare l’aiuola, senza successo, e proposto di realizzare una piccola struttura, una libreria dedicata al teatro. Un’altra idea su cui stiamo lavorando è quella di attrezzarlo a ludoteca. Sono tutte proposte pensate soprattutto per gli abitanti del rione, che potrebbero animare e salvaguardare questo spazio. Vorremmo trasformarlo in un punto d’incontro, di aggregazione.”
Buon vicinato e pubblico affezionato. Il teatro è adiacente al mercato e le strade circostanti pullulano di negozi gestiti da stranieri, con un via vai continuo di merci. Fabrizia Pompilio però ci tiene a chiarire: “In generale i rapporti con i commercianti della zona sono buoni. Anche con le numerose comunità straniere presenti, con le quali abbiamo stabilito dei contatti. Non frequentano il teatro, ma apprezzano il nostro lavoro”. Tra gli spettatori ci sono anche abitanti del rione, “L’Esquilino è molto vivace culturalmente. L’Ambra poi ha formule di abbonamento e prezzi molto vantaggiosi, sia per i giovani che per gli over 65. La maggior parte del nostro pubblico arriva però da tutto il resto della città. È un pubblico che abbiamo cercato, creato, con pazienza e passione. Un pubblico al quale teniamo molto, che coccoliamo. Siamo un teatro privato e viviamo con la vendita dei biglietti, se esistiamo è grazie al pubblico, a chi paga il biglietto.”
Un punto di ritrovo aperto a tutti. Nel foyer dell’Ambra Jovinelli c’è anche un bar, riaperto da poco. “Il bar finalmente ha ripreso la sua attività, dopo una lunga causa contro chi lo gestiva abusivamente. È sicuramente un buon punto di partenza per fare dell’Ambra non solo un teatro, ma anche un luogo di ritrovo. Spettacoli a parte, possiamo organizzare incontri, aperitivi, piccoli concerti, magari sistemando, con la buona stagione, dei tavolini all’aperto. Abbiamo un bel progetto anche per il Piccolo, l’altra sala del teatro, ed è rivolto ai bambini: “Il Piccolo ai Piccoli” con attività e spettacoli pensati per loro. Sarà un altro modo per essere presenti nel rione, perché, dopo la scuola o d’estate, lo frequenteranno soprattutto i bambini che vivono all’Esquilino.”
La lunga, appassionante, storia dell’Ambra Jovinelli continua.
Paola Lupi