Il caro bolletta è un problema ormai condiviso da tutti. Condivisa può essere anche la soluzione: le Comunità energetiche rinnovabili
(Numero 44 – Bimestre nov-dic 2022 – Pagina 2)
Circa 150 anni fa, entrarono in funzione i primi motori elettrici; poco dopo le prime lampadine illuminavano case e città. I motori e le lampade erano alimentati dalla corrente elettrica che per le fabbriche era prodotta da generatori locali, spesso nelle fabbriche stesse. Per l’illuminazione di strade, piazze e abitazioni, l’energia era invece prodotta dalle officine elettriche o centrali elettriche.
In breve tempo l’aumento vertiginoso degli utenti portò a centrali di produzione sempre più grandi e a reti di distribuzione sempre più complesse. I generatori elettrici (alternatori o dinamo) erano mossi da caduta d’acqua (centrali idroelettriche), da vapore ottenuto dalla combustione di carbone, gas, petrolio (centrali termoelettriche) o ancora, in tempi più recenti, da reazioni atomiche. Il vento e il sole, come possibili fonti per generare elettricità, erano stati trascurati per i problemi di intermittenza propri della loro natura. Qualcuno ha pensato anche di sfruttare le maree, ma su questo versante, è il caso di dirlo, tutto è rimasto in alto mare.
Fotovoltaico da tetto una possibile strada
Quindi qual è la situazione oggi? Se scartiamo le cadute d’acqua, perché quasi tutte già sfruttate, l’energia da combustione, perché inquinante e perché spesso i combustibili non sono disponibili per motivi geo politici, e se ancora scartiamo il nucleare, perché ancora poco sicuro, ci restano proprio il vento e il sole.
Ma il solare fotovoltaico ha bisogno di grandi superfici libere. In campagna, povera agricoltura che in questi anni ha dovuto contendere il terreno con i ‘campi solari’! In città, invece, restano liberi i tetti e i terrazzi dei palazzi. Ma questi, in genere, sono proprietà comune e mettere d’accordo un condominio su spese e vantaggi aleatori è cosa difficile, quasi impossibile. Tutti hanno da dire la loro e sono perle ricavate dal sentito dire o dal letto qua e là.
C’è poi da districarsi in una legislazione e una normativa carente e confusa, dove norme eu-
ropee e locali, finanziamenti e bonus, tecnologie di accumulo e ripartizione dei costi e dei benefici, formano una matassa molto aggrovigliata. Per prendere una qualsiasi decisione ci vorrebbe uno studio di fattibilità. E chi lo fa? A che costo? E poi siamo sicuri che il distributore elettrico non crei difficoltà? A tutto può pensare il fornitore dei pannelli, ma questi tenderà a vendere i suoi e certamente li decanterà come i migliori e più vantaggiosi. Ma sarà vero?
A queste domande se ne aggiungono altre: siamo sicuri che si ottengano i permessi delle varie soprintendenze e che l’installazione non sia considerata abuso edilizio? E i vigili del fuoco daranno il nulla osta ai locali di ricarica delle batterie d’accumulo?
Con le comunità benefici ambientali ed economici
Queste e altre problematiche potrebbero risultare insuperabili per il singolo. E allora è necessario unire le risorse creando le Cer, cioè le ‘Comunità energetiche rinnovabili’! Le Cer sono il primo passo per trasformare davvero l’energia in ‘bene comune’. Sono strutture giuridiche no profit – che possono configurarsi come associazione, cooperativa, partenariato, consorzio, tra cittadini, imprese, enti locali -per la produzione e l’autoconsumo di energia elettrica. Le Cer forniscono benefici ambientali, in quanto l’energia elettrica è generata senza l’uso di combustibili, benefici economici, in quanto pago in bolletta solo l’energia che non mi ha fornito il pannello, e benefici sociali, sviluppando il senso di una responsabilità collettiva e non solo individuale.
Gli enti pubblici dovrebbero essere le avanguardie delle Cer
Il socio di una Cer non è più semplicemente un consumatore passivo, è anche produttore attivo.
La costituzione e poi la gestione di una Cer comporta comunque delle difficoltà, anche per i gruppi più volenterosi. E allora perché non partire dalla costituzione di Cer presso le stesse strutture pubbliche? Queste potranno servire anche i fabbisogni energetici di scuole e uffici, e il bagaglio di esperienza da loro raccolto potrà così essere messo a disposizione di tutti, con l’apertura di uno sportello cui si potranno rivolgere i cittadini per risolvere dubbi e difficoltà legati all’apertura di nuove Cer.
Carlo Di Carlo