La storica azienda familiare entra nel nuovo millennio. Alla guida c’è la terza generazione
(Numero 20 – Bimestre lug-ago 2018 – Pagina 10)
Per Francesco Ciamei il ritorno all’Esquilino è stato una riscoperta: “Io sono nato qui, in via Mecenate, ma devo riconoscere che solo oggi, che la vivo pienamente, riesco ad apprezzare davvero la dimensione rionale. È una dimensione che uno pensa non ci sia più in una grande città come Roma.”
Francesco è arrivato all’Esquilino con una vera e propria missione: lanciare nel nuovo millennio la storica azienda di famiglia. E ha deciso di farlo con una linea che ha ben chiara in mente e che può essere sintetizzata con poche parole: un passo indietro per andare avanti.
L’azienda di famiglia. Ciamei nasce negli anni ’20 come Caffè Magda. Il negozio prendeva il nome da Maddalena, la figlia del signor Passarella, socio di Giusto Ciamei, il nonno di Francesco. La torrefazione aveva sede proprio negli stessi locali in cui si trova oggi, su via Emanuele Filiberto. E qui vi ritorna nel ’59, quando, dopo un periodo su via Merulana, nonno Giusto, che nel frattempo si era messo in proprio, riporta l’attività nella sua sede storica.
Ancora oggi l’impianto di torrefazione è incentrato sulla mitica Probat, installata da Giusto Ciamei negli anni ’40. “Stiamo parlando di un macchinario che fa epoca”, osserva Francesco con viva ammirazione, “La stessa azienda produttrice ce lo chiese per esporlo nel proprio museo aziendale, offrendoci in cambio la possibilità di installare un macchinario attuale, più costoso e completamente robotizzato. Ma abbiamo rifiutato. Questa Probat è decisamente unica. È governata da un operatore. Il caffè viene tostato in 10 o 13 minuti e il processo viene monitorato tramite spioncino. Quindi, di fatto, parliamo di una lavorazione solo semi-industriale, perché è l’operatore che guida la macchina e che decide quando il caffè è al punto giusto di tostatura. Questo è il fulcro intorno al quale ruota la nostra attività artigiana.”
La torrefazione. Proprio il ritorno alla dimensione artigianale è il ‘passo indietro’ a cui si facevamo riferimento. È una scelta fatta nella consapevolezza che ogni limite può rappresentare anche un’opportunità: “Noi abbiamo la particolarità di avere una torrefazione in centro storico. È una croce e una delizia. I problemi logistici sono notevoli e i costi sono diversi rispetto a quelli di un capannone in una zona industriale. Anche per ovviare a questo svantaggio, abbiamo scelto di puntare sulla dimensione artigianale”. Tutta la lavorazione del caffè – importato direttamente dai paesi di produzione – avviene in via Emanuele Filiberto, anche l’impacchettamento, realizzato rigorosamente a mano. Il metodo artigianale rappresenta il valore aggiunto della torrefazione, che rifornisce hotel, ristoranti e caffè su tutta Roma e nel Lazio, arrivando fino in Austria, Svizzera e Germania.
La caffetteria. Ciamei offre anche un servizio di caffetteria e drogheria. Per questo tipo di attività, la clientela residenziale rappresenta sicuramente lo zoccolo duro.
Il Caffè Ciamei ha riaperto nel febbraio 2017, dopo quasi un anno e mezzo di lavori che hanno interessato sia la torrefazione sia la caffetteria, con opere significative per la sicurezza dei locali e l’adeguamento a tutte le nuove normative vigenti. Per Francesco è stata una vera scoperta: “Prima di allora non me ne ero mai occupato, ma grazie alla nostra clientela ho avuto la sensazione di aver sempre fatto questo mestiere. Le persone venivano a raccontarmi che prendevano qui il caffè da trenta – quarant’anni”. Questo è stato possibile anche grazie al personale: quelli di Franco, Marcello, Raffaele, Elena, sono volti conosciuti nel rione, “È un privilegio poter lavorare ancora con loro, dopo tanti anni. I clienti li conoscono bene, apprezzano i loro modi gentili e professionali, e ci sono affezionati. Io stesso ricordo quando venivo qua da bambino e incontravo Marcello, Raffaele o Franco.”
Il servizio di drogheria, consistente nella vendita alla mescita del caffè appena macinato, registra un ritorno di attenzione da parte dei ventenni, “C’è una cultura del caffè che sta iniziando a incuriosire anche i ragazzi più giovani. Una nuova fascia di clientela che si sta affezionando alla torrefazione.”
Uno degli incontri più emozionanti in questa nuova attività è stato quello con il signor Evaristo, “Un nostro cliente che, per circa un anno, è venuto qui ogni pomeriggio a prendere il cappuccino, un reduce della Seconda Guerra Mondiale. Per circa un anno mi ha raccontato il periodo passato a Rodi. Adesso purtroppo è da un po’ di tempo che non lo vedo più.”
Il Rione XV. Lavorando all’Esquilino, Francesco ha avuto modo di conoscere anche altri giovani commercianti, ragazzi come Davide e Andrea di Radici, la pizzicheria salentina che sta proprio di fronte a Ciamei. Insieme con Fassi, Cecchini, Roscioli e i ragazzi di Gatsby hanno deciso di fondare Rione XV, l’associazione che promuove l’alimentare di qualità dell’Esquilino: “È una bellissima avventura che mi ha permesso di conoscere persone incredibili e che mi ha dato la possibilità di rafforzare una proiezione esterna sul rione. Avere colleghi che operano sullo stesso territorio e sentirli, così vicini, così affini, ti alleggerisce, ti fa stare bene”. Di imprenditori così ha bisogno l’Esquilino!
Antonia Niro