L’autore di”Avarizia” parla delle reazioni seguite alla pubblicazione e del suo rapporto con il rione
(Numero 5 – Bimestre gen-feb 2016 – Pagina 6)
Quando hai pubblicato “Avarizia” eri consapevole delle conseguenze giudiziarie cui saresti andato incontro?
No. Certo pensavo che il libro avrebbe destato clamore perché vi sono cose piuttosto imbarazzanti per il Vaticano e sconvolgenti per la Santa Sede e, soprattutto, cose che molti pensavano potessero accadere ma non fino a quei livelli. Ho raccontato cinquant’anni di storia della Curia, cosa c’è dentro il Vaticano, qual è il tesoro e come venga gestito. Ma mai immaginavo che la reazione del potere temporale sarebbe stata così violenta da portarmi ad un processo.
A seguito delle denunce fatte nel tuo libro, ritieni si siano prodotti cambiamenti decisivi all’interno della Curia?
La mia inchiesta è riuscita a far aprire l’indagine specifica su Bertone il quale ha restituito i 150.000 euro che rappresentavano una parte dei soldi che la fondazione del Bambin Gesù gli aveva dato per la ristrutturazione del suo appartamento. Il clamore giornalistico, anche internazionale, è stato tale che non si poteva fare altrimenti. Quindi i soldi sono tornati alla Fondazione, che ha come compito sociale quello della ricerca a favore dei bambini malati. Dal punto di vista delle riforme, invece nulla è accaduto. Spero che, dopo la rabbia iniziale, il Vaticano utilizzi questo lavoro per andare più a fondo e fare pulizia. Anche se la prima reazione, l’aver processato i giornalisti invece che “i mercanti del tempio”, non mi rende ottimista.
Come spieghi il comportamento dello Stato italiano che ha permesso a un proprio cittadino di essere denunciato e processato secondo le normative vaticane, che non garantiscono il diritto alla difesa?
In effetti non ho potuto scegliere un avvocato di fiducia. È vero che qualsiasi Stato, in cui una persona commetta un illecito, ha il diritto di processare l’imputato al suo interno. Il punto è che il Vaticano ha considerato reato un fatto che in tutti i paesi europei non è considerato un illecito, ma al massimo un reato di scoop. Io non ho detto il falso, per cui avrei dovuto essere processato per diffamazione, ma avrei messo in pericolo gli interessi fondamentali della Santa Sede e violato segreti di Stato. Come possono l’attico di Bertone o gli scandali dello IOR essere considerati segreti di Stato? La cosa che più mi è dispiaciuta è che lo Stato italiano non è stato solidale con me. Solo un gruppo di 120 parlamentari su iniziativa del parlamentare Daniele Capezzone ha firmato una lettera di solidarietà. Ma la Presidenza del Consiglio e la gran parte del Parlamento non ha speso una parola. Mi sorprende ma nemmeno tanto perché in Italia andare contro il Vaticano significa perdere milioni di voti. Nessuno, soprattutto in questo momento con un Papa così amato, si mette contro il Vaticano. Mi ha anche meravigliato la reazione del Papa, forse mal consigliato, che all’Angelus ci ha dato dei ladri. Mi ha stupito perché ho solo ripreso alcuni fatti, entrando nel merito di denunce generiche fatte da lui stesso durante questi anni di pontificato: le 15 malattie della Curia, la corruzione, il lusso, la concussione. E quindi mi aspettavo un’azione più decisa e una coerenza maggiore tra le parole del Papa e i fatti.
E ora veniamo al rione. Che ne pensi dell’Esquilino?
E’ il mio rione preferito e non ci vivo a caso. E’ uno dei pochi rioni al centro della città che resta vero, vivo, e non devastato dal business turistico. Ovviamente è un quartiere estremamente degradato e peggiorato negli ultimi anni. È sicuramente più sporco Esquilino di Napoli! E io che sono di Napoli lo posso dire. Invece di migliorare come promettevano i vari sindaci, prima Alemanno e poi Marino, il rione è completamente in balia di se stesso e viene un po’ dimenticato, forse per la presenza di tanti immigrati che ci abitano e che non contano niente dal punto di vista elettorale. Però gli abitanti sono bravi a tenerlo in piedi nonostante l’assenza totale delle istituzioni locali.
Cosa pensi di questa fase del commissariamento Tronca?
Ma cosa può fare un commissario in pochi mesi? Spero che il futuro sindaco faccia pochi ma essenziali interventi: riqualifichi in tempi ragionevoli piazza Vittorio e piazza Dante, faccia una manutenzione delle strade e garantisca uno spazzamento accettabile. Piazza Vittorio dovrebbe essere il centro attorno al quale ruota tutto il rione, un polmone verde da valorizzare, invece è una piazza dove io non porto i miei figli perché troppo triste e degradata. Non chiedo mari e monti al Comune: basterebbero, ripeto, un po’ di manutenzione, di pulizia e di vigilanza, che impedisca ai senza tetto di bivaccare sulle strade.
Che ne pensi della presenza di numerosi stranieri nel rione? Creano problemi o rappresentano una risorsa?
Rappresentano una specificità positiva. Noi in Italia siamo molto provinciali. Non capiamo che in tutte le città del mondo ci sono quartieri multietnici. In fondo abbiamo una presenza alquanto bassa di immigrati, se confrontata con quella di Germania, Francia e Scandinavia e non dovrebbe essere così difficile creare una sana convivenza. I miei figli vanno alla scuola “Di Donato”, una scuola multietnica e questa è stata un’esperienza straordinaria per noi genitori e per loro: ci ha permesso di conoscere altre persone, altre culture, altri mondi.
Maria Grazia Sentinelli, Paola Romagna