Un piccolo angolo ai confini dell’Esquilino è illuminato dalle vetrine di un’attività a gestione familiare
(Numero 37 – Bimestre set-ott 2021 – Pagina 9)
Su via Giolitti, all’angolo di viale Manzoni, c’è un piccolo negozio che con le sue vetrine traboccanti di oggetti colorati ed elementi d’arredo, cattura l’attenzione dei passanti. ‘Extro’, è questo il nome del negozio, nasce nel 2010 ma, come ci raccontano Priscilla e Andrea, fratelli e titolari dell’attività, è in realtà la continuazione dell’attività di famiglia fondata dal padre Adriano quarant’anni fa.
Da rivendita di cucine alla moderna progettazione d’arredo
Il signor Adriano Sorbi è un mobiliere storico, che ha rilevato quello che all’inizio era solo un punto vendita di cucine. Il signor Sorbi è affiancato da vari collaboratori e prende anche spunto dalle sue radici toscane, andando alla ricerca di artigiani e mastri del legno toscani, e aggiungendo nuovi mobili ed oggetti al suo negozio.Circa venti anni fa Andrea decide di aiutare suo padre nella gestione di quella che stava diventando un’attività di famiglia. Qualche anno dopo è poi arrivata Priscilla. «Veniamo entrambi da altri campi ma, con l’esperienza e lo studio, ci siamo messi in gioco qui in negozio, dove seguiamo ogni aspetto del lavoro, dalla rilevazione delle misure alla selezione degli articoli, dalla progettazione all’assistenza post-vendita».
Fiducia e serietà, i punti vincenti di una piccola attività (anche durante la pandemia)
Ed è proprio con i clienti che Andrea e Priscilla instaurano un rapporto molto stretto, quasi familiare. Ci spiega Priscilla: «Ogni cliente è un’esperienza a sé, ma con la fiducia e la serietà riusciamo a instaurare rapporti durevoli nel tempo. Siamo una piccola attività, e forse questo, se da un lato è un punto di debolezza, allo stesso tempo è la nostra forza! Infatti la nostra costante presenza nella realizzazione del prodotto, fa sì che il cliente abbia fiducia in noi. La nostra migliore pubblicità è proprio il passaparola generato dai clienti!»
Anche Extro, come tante altre attività, è stato chiuso durante la quarantena dello scorso anno.Le persone stando a casa hanno avuto modo di ripensare ai propri spazi abitativi ma il Covid ha comportato una serie di problematiche legate alla produzione dei beni, continui aumenti dei costi delle materie prime e tasse doganali, chiusura di alcuni fornitori, che hanno rallentato a volte le consegne. «Fortunatamente i nostri clienti hanno sempre continuato a porre in noi la loro fiducia».
L’Esquilino e via Giolitti: una seconda casa
Benché il signor Adriano non lavori più qui, è sempre lui a supervisionare il tutto, perché per lui questa attività «è come un terzo figlio». Lo stile, però, è decisamente cambiato, se prima il negozio aveva un’impronta più classica, oggi Andrea e Priscilla hanno dato un’impronta che definiscono un ‘pot-pourri’, uno stile eclettico che emerge chiaramente dai vari elementi d’arredo presenti nel negozio: dalle lampade e poltrone di design, alle foto in bianco e nero, agli accessori realizzati da artisti e artigiani di zona. Infatti la famiglia Sorbi è radicata nel territorio esquilino: «Abbiamo frequentato le scuole del rione, siamo cresciuti qui. Anche per questo motivo nostro padre era entusiasta di avere nel rione la propria attività».
Avendo il negozio su via Giolitti, Andrea e Priscilla conoscono la strada e le sue problematicità, ma alla domanda «Cos’è per voi via Giolitti?» ci rispondono: «Via Giolitti è il Tempio di Minerva Medica, che negli anni è stato sottoposto a restauri e in cui ora si fanno visite guidate. Sono i ristoranti e gli alberghi pieni di turisti prima del Covid. Ma, soprattutto, è quel senso di familiarità che è legato ai nostri clienti che vivono nei palazzi soprastanti, che vengono a chiederci una mano per cambiare una lampadina o sistemare un quadro. Via Giolitti era anche quei negozi a conduzione familiare che ora, purtroppo, non ci sono più. In un certo senso noi ci sentiamo un po’ lo zoccolo duro, ma vediamo che c’è fermento nella zona e speriamo che presto possa riprendersi al meglio».
Antonia Niro