Scoperto con gli scavi di tardo Ottocento, oggi è conservato ai Musei Capitolini
(Numero 11 – Bimestre gen-feb 2017 – Pagina 9)
Seduto con le zampe anteriori dritte, simile ad un alano o ad un danese, il cane verde dell’Esquilino è venuto alla luce dopo millenni di oblio solo alla fine del 1800. In serpentino moschinato, alto 119 centimetri, l’animale ha il corpo teso, la testa snella, eretta, girata verso destra, tipica del cane da difesa, il muso allungato, il manto a pelo corto, le orecchie pendenti, la lunga coda, il collare di pelo. È forse copia di un cane votivo da originale alessandrino del II secolo a.C. oppure copia di un cane funerario attico del IV secolo a.C., presumibilmente disposto sul recinto di una tomba, in coppia con altro cane simmetrico, a fiancheggiare il portale in posizione di guardia. Dissotterrato nel 1877, all’interno dell’ex villa Caserta Caetani, non si conosce però il luogo esatto del ritrovamento, dopo secoli di interramento nell’area degli Horti di Mecenate, quando gli sterri per la realizzazione delle urbanizzazioni intaccarono gli strati più antichi del colle. L’imponente scultura, posta su plinto rettangolare, si trova oggi ai Musei Capitolini, in esposizione permanente.
Carmelo G. Severino