Un nuovo modo di fare cinema: un percorso di laboratorialità operativa ed esperienze concrete
(Numero 12 – Bimestre mar-apr 2017 – Pagina 12)
Tutto ha inizio con la rivista di critica cinematografica “Sentieri Selvaggi” ed una sede a pochi possi dall’Esquilino, il cinema Detour a via Urbana. È lì che poco a poco prende corpo l’idea di aprire una scuola di cinema, sviluppando ulteriormente un’esperienza che Demetrio Salvi e Federico Chiacchiarini avevano già avviato a Napoli negli anni ’80. Il progetto diventa realtà nel 2007, “una nuova idea di Università che mira ad un saper fare e alle esperienze sul campo per acquisire quella competenza e professionalità che permetta l’inserimento concreto nel mondo del lavoro”, dice Demetrio Salvi, il direttore didattico della scuola.
La scuola. I corsi si articolano su più livelli. Ci sono quelli triennali Unicinema, rivolti ai neodiplomati, con una prima annualità di corsi teorici, una seconda full immersion nella pratica e infine una terza con lezioni specifiche sulla specializzazione prescelta e attività di stage per avvicinarsi al mondo del lavoro. La scuola biennale, invece, si rivolge a studenti più grandi, spesso già laureati, ed è suddivisa in percorsi didattici orientati agli interessi specifici degli allievi. Si svolgono poi altri corsi quali master annuali, corsi primaverili ed estivi, workshop di due giornate. Vi sono infine le Masterclass, con nomi importanti del cinema, come Abel Ferrara e Mimmo Calopresti, registi che peraltro abitano nel nostro rione. Le materie spaziano dalla regia alla sceneggiatura, dal montaggio alla produzione, dalla critica alla recitazione. Più che sulle grandi attrezzature e macchinari o sulla teoria insegnata da professori universitari, hanno puntato sulla qualità della comunicazione e sulla capacità dei docenti professionisti di dialogare con i ragazzi iscritti ai corsi e di formarli attraverso una esperienza pratica, appunto “un fare cinema”. All’inizio arrivavano principalmente persone di 30/40 anni, magari già occupati professionalmente, ma che erano interessati a capire il cinema e fare esperienza pratica. Qualcuno poi si è appassionato e ha scelto il cinema come ambito lavorativo. Più tardi sono arrivati giovani delle scuole superiori interessati ad un percorso professionale o giovani che frequentavano anche il DAMS, che sentivano però l’esigenza di fare un percorso più pratico.
Inserimento lavorativo. Sentieri Selvaggi è ormai una realtà riconosciuta nel mondo del cinema ed arrivano studenti da tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia. “La promozione – dice Fabiana Proietti, responsabile organizzativa e della comunicazione – avviene attraverso internet oppure flyer che invio a tutte le scuole d’Italia”.
Fiore all’occhiello è l’inserimento lavorativo: su sette ragazzi che hanno frequentato lo scorso anno il corso Unicinema, ben cinque hanno trovato lavoro. Inoltre la scuola continua a seguire gli ex allievi creando per loro delle pagine dove inserire le esperienze lavorative che diventano curriculum on line utili alla visibilità. Oggi il cinema è sempre più un lavoro di squadra e, soprattutto con la digitalizzazione, sono sorti nuovi ambiti professionali come segreteria di edizione, preproduzioni, omogeneizzazione dei linguaggi e delle metodologie di ripresa attraverso il computer, montaggio attraverso i sistemi informatici. Magari se non sempre è facile diventare regista o attore, è sicuramente possibile trovare lavoro nel mondo dello spettacolo specializzandosi in queste nuove figure professionali.
Il legame col rione. Anche se gli studenti vengono da tutta Italia, l’Esquilino rappresenta un elemento importante per la scuola, sia perché è lo sfondo delle storie che vengono raccontate dagli studenti nel saggio finale, sia perché molti personaggi del cinema che vivono qui, collaborano con la scuola attraverso workshop collaterali, mettendo in gioco le loro molteplici competenze. “Tra l’altro – afferma Demetrio Salvi – proprio Mimmo Calopresti ci ha aiutato a trovare questa sede, che era una parte del biscottificio Cipriani. Quando stavamo per firmare il contratto, abbiamo scoperto che qui è stata girata una scena del film “Matrimonio all’italiana”. I bambini mangiavano biscotti, mentre sul set si aggiravano Sofia Loren, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica. Raccontandocelo, il fratello del proprietario del biscottificio ha quindi concluso: cosa di meglio che mettere qui una scuola di cinema!”
Paola Romagna, Maria Grazia Sentinelli