(Numero 29 – Bimestre gen-feb 2020 – Pagina 13)
UNA VISITA AL TEMPIO DI MINERVA MEDICA
Venerdì 19 ottobre, in occasione dell’apertura straordinaria del Tempio di Minerva Medica, siamo andati a visitare questo monumento.
Tra la chiesa di Santa Bibiana e Porta Maggiore, abbiamo incontrato la nostra guida, la dott.ssa Simona Morretta, con la quale abbiamo iniziato il tour.
La prima grande scoperta è stata che il nome di questo monumento nasce da una fake news. Un archeologo aveva trovato, nei pressi del tempio, una statua di Minerva Medica con un serpente attorcigliato alla gamba (simbolo della medicina): da qui la conclusione che quella struttura fosse un tempio dedicato a questa dea. In realtà, tale luogo era una grande sala di un’importante residenza extra-urbana, appartenuta quasi certamente all’imperatore Licinio Gallieno, all’interno dei cosiddetti Horti Liciniani; giardini sul colle Esquilino, fra via Labicana e via Prenestina, a ridosso delle Mura Aureliane: unìti ai vicini Horti Tauriani, Pallantiani e Epaphroditiani, realizzò una lussuosa villa extra-urbana… “una piccola casa di campagna”, con sale per banchetti e piscine.
Perciò quello che è chiamato “Tempio di Minerva Medica” era in realtà una struttura monumentale, utilizzata come sala di rappresentanza dall’imperatore.
L’edificio è a pianta decagonale polilobata… praticamente una faccia con due grosse orecchie. L’aula culminava con una cupola alta 32 metri e con diametro di 25 metri: tali dimensioni la rendevano la terza più grande di Roma, dopo il Pantheon e le Terme di Caracalla. Sembra che il Brunelleschi sia venuto a Roma per studiarla, prima di costruire quella di Santa Maria del Fiore a Firenze.
La cupola della sala, rivestita da mosaici in pasta vitrea, è crollata nel 1828. Anche i pavimenti erano ricoperti da mosaici, in porfido e marmi colorati, mentre le pareti erano decorate con lastre di marmo.
Su nove dei lati della sala si aprono nicchie che ospitavano statue, alcune delle quali sono state trovate: un Dioniso con pantera; un satiro danzante; una fanciulla seduta e due magistrati, Quinto Aurelio Simmaco e suo figlio Memmio, nell’atto di dare inizio alle gare (oggi tutte custodite alla Centrale Montemartiri).
La famosa Minerva Medica, che ha dato il nome al monumento, sembra invece che provenisse da Campo Marzio (ed è oggi custodita nei Musei Vaticani).
Sotto una parte dell’aula è stato rinvenuto un ipocausto, il sistema di riscaldamento utilizzato nell’antica Roma: per riscaldare gli ambienti si immetteva aria calda, ad altissima temperatura che, proveniente da un forno, veniva immessa in cavità poste sotto il pavimento.
Classi I-A e I-B scuola secondaria
LA ROBOTICA PREMIA: UN GIORNO IN GIRO PER MILANO
Abbiamo vinto il primo premio del concorso bandito da Eni-Scuola e ci hanno invitato a Milano, al Museo di Scienza e Tecnologia.
Con la Freccia Rossa siamo arrivati alla stazione centrale, lì ci aspettava un pulmino privato che ci ha accompagnati al Museo.
Qui abbiamo fatto degli esperimenti sui vari tipi di energia.
Ci hanno offerto anche il pranzo, che era buonissimo.
Dopo aver mangiato siamo andati a visitare, con lo stesso pulmino, la Fondazione Pirelli. Una frase in milanese con traduzione in inglese (Adess ghe capissaremm on qualcoss: andemm a guardagh denter – Now we will be able to understand something: let’s look into the matter) ci ha accolto nell’edificio.
Ci siamo divisi in cinque gruppi per creare la città del futuro con materiali diversi.
Durante il viaggio di ritorno abbiamo fatto amicizia con il capotreno, che ci ha fatto anche vedere la cabina del macchinista.
È stata dei nostri anche la nuova preside (che onore!)… è stata un’esperienza divertente ed istruttiva.
Classe IV-E
UNA BELLA SCOPERTA PER TUTTI
Vogliamo parlarvi della nostra scuola, la Federico Di Donato. In questa scuola è facile ambientarsi perché sono tutti accoglienti ed è anche molto bella perché è antica. Hanno iniziato a costruirla il 4 agosto del 1924 ed è stata finita il 23 novembre 1927, ha quindi 92 anni; l’ha progettata l’architetto Antonelli.
Le hanno dato questo nome, Federico Di Donato, perché lui è stato un maestro e un direttore didattico che ha sempre voluto che tutti i bambini potessero andare a scuola anche i bambini poveri.
Il primo dicembre 2019 è stato il centenario della sua morte.
Per questo nella nostra bella scuola possono imparare tutti i bambini di ogni nazionalità; si fanno tante attività scolastiche ed extrascolastiche, tra le quali il “Parlamentino” con il Primo Municipio, vari sport, il concorso letterario “Pennino e Calamaio”, “Europa Incanto” il “Lib(e)ro Baratto” e il “Mercatino di Natale”.
La nostra scuola è bella anche perché le maestre e i maestri sono bravi, buoni e divertenti.
Questa scuola ci mette molta allegria, felicità e fantasia.
Classe IV-B
Alunni Di Donato