Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, nato dal lascito di un appassionato collezionista, celebra i 50 anni dalla sua istituzione, tra nuovi allestimenti e voci su un suo depotenziamento
(Numero 53 – Bimestre mag-giu 2024 – Pagina 4)
Forse molti hanno conosciuto il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali soltanto di recente, perché finito alla ribalta delle cronache. Il decreto 53 del 9 febbraio del Ministero della Cultura, che rimodula l’organizzazione e il funzionamento dei musei statali, consegna tra l’altro l’amministrazione del Museo degli strumenti musicali al Museo delle Civiltà. Per questo motivo circolano petizioni e appelli (quella su change.org è arrivata a 7.400 firme circa) affinché questo passaggio sia sventato. Il Cielo ha provato a contattare la direzione per dare voce a iniziative, fare chiarezza e capire se i timori di depotenziamento o comunque di uno snaturamento nella sua collocazione siano fondati, ma senza ricevere risposta.
L’occasione è però utile per raccontare il Museo situato nel complesso di Santa Croce in Gerusalemme nel cuore di Roma, tra le antiche mura e i maestosi palazzi. Un gioiello culturale che incanta gli amanti della musica di ogni epoca e provenienza. Diretto dall’architetto Sonia Martone e fondato principalmente sulla straordinaria collezione privata di Evangelista Gorga, ospita oggi circa tremila esemplari di strumenti musicali, dei quali oltre ottocento sono esposti al pubblico.
La collezione Gorga affrontò sfide
incredibili prima di essere acquisita
dallo Stato italiano nel 1949
La storia di questo museo affonda le radici nella passione travolgente di Gorga, tenore lirico dal breve ma intenso periodo di carriera. Nato da una famiglia di nobili origini, abbandonò le scene nel 1889 per dedicarsi completamente al collezionismo musicale. La sua collezione, composta da circa 150.000 pezzi tra strumenti musicali, spartiti, libri e altro ancora, divenne presto una delle più ricche e vaste al mondo.
La prima esposizione pubblica della Collezione Gorga avvenne nel 1911 durante l’Esposizione Internazionale di Roma, seguita nel 1913 dall’inaugurazione di un ‘Museo storico musicale’ a Castel Sant’Angelo. Tuttavia le vicissitudini non tardarono a colpire le preziose raccolte, soprattutto durante il periodo tra il 1929 e il 1949. Tra sequestri amministrativi, dispersioni e difficoltà finanziarie, la collezione Gorga affrontò sfide incredibili prima di essere definitivamente acquisita dallo Stato italiano nel 1949.
Il destino degli strumenti musicali raccolti da Gorga fu lungo e tortuoso, fino a trovare finalmente una sistemazione stabile nella Palazzina Samoggia, all’interno della Caserma Principe di Piemonte, nel 1949.
Da quel momento iniziò un lungo processo di riordino e restauro affidato a figure di spicco come Luisa Cervelli, che dal 1963 al 1984 guidò la direzione del museo con passione e dedizione. Negli anni successivi, la collezione del museo continuò a crescere grazie a nuove acquisizioni di strumenti musicali unici e preziosi, come l’Arpa Barberini. Le più recenti aggiunte includono il violino di Andrea Amati e il pianoforte Pleyel di Palazzo Torlonia, che arricchiscono ulteriormente l’eclettica collezione del museo.
Un luogo che punta ad essere
un punto di riferimento
per tutti gli amanti della musica
Oggi, il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma si presenta non solo come un custode del passato musicale, ma anche come un luogo di innovazione e ispirazione per le future generazioni. Con un nuovo allestimento in corso, che mette in dialogo le opere storiche con le più recenti acquisizioni, il museo si propone di essere un punto di riferimento per tutti gli amanti della musica, dai più giovani ai più esperti.
In un susseguirsi di note e racconti, il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma continua a tessere la trama della storia musicale, offrendo ai visitatori un viaggio affascinante attraverso i secoli di creatività e genio umano.
Mario Carbone