Progetto da 35 milioni di euro per riqualificare la zona e ricucire la città. Fine lavori prevista nel 2023
(Numero 27 – Bimestre set-ott 2019 – Pagina 1,3)
La riqualificazione e il recupero dello storico edificio che ha ospitato la prima Zecca d’Italia diventerà a breve una realtà grazie al progetto di valorizzazione presentato dal gruppo guidato dallo Studio Atelier(S) Alfonso Femia, che si è aggiudicato il primo premio del concorso internazionale bandito dal Poligrafico e Zecca dello Stato lo scorso marzo 2018. Il progetto di riqualificazione prevede la nascita di un polo culturale a vocazione museale, per custodire al meglio le risorse artistiche del patrimonio nazionale numismatico e la sezione di archeologia industriale. Ma sarà al contempo un luogo di formazione e promozione per i mestieri d’arte, più accogliente per la preziosa tradizione della Scuola dell’Arte della Medaglia, attiva nell’edificio fin dall’inaugurazione nel 1911. Un ulteriore tassello del puzzle di riqualificazione del rione, composto dal rifacimento dei giardini di piazza Vittorio, dal recupero del cinema Apollo e dall’inaugurazione della nuova sede dei servizi segreti italiani a piazza Dante. Per gennaio 2020, è previsto il progetto definitivo, nell’agosto dello stesso anno l’esecutivo con inizio lavori nel giugno 2021 e conclusione stimata per il maggio 2023. L’investimento stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è pari a 35 milioni di euro di cui 27 per i lavori, 5 per gli allestimenti interni e 3 per gli oneri tecnici e amministrativi.
Rispettare il passato in chiave green. Il primo obiettivo è quello di riqualificare e ristrutturare l’edificio esistente di 4.600 mq, nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, tutelandone i caratteri originari risalenti alla prima metà del ‘900. Con uno sguardo però rivolto al futuro, grazie all’utilizzo di innovativi materiali capaci di rivitalizzare spazi ricchi di storia e valore, un contributo alla crescita della qualità del contesto cittadino e sociale del rione Esquilino. Il progetto illustrato alle porte dell’estate, infatti, combina tradizione e innovazione attraverso il restauro in chiave contemporanea dell’edificio, in accordo con una riutilizzazione funzionale degli spazi interni, rispettando la salvaguardia degli elementi identitari che caratterizzavano l’impianto volumetrico esistente e il carattere industriale degli ambienti, per dare adeguata dimora alle grandi macchine per la lavorazione delle monete e al sistema impiantistico a vista, che il progetto mantiene intatto.
Museo, biblioteca e aggregazione. Le funzioni del nuovo complesso edilizio prevedono uno spazio museale per mostre temporanee, un centro convegni, un centro di artigianato di qualità, un centro servizi culturali, una biblioteca con archivio storico, i nuovi laboratori per i giovani talenti della Scuola dell’Arte della Medaglia, un bookshop con caffetteria e una foresteria, sul modello di quello parigino che dà il nome alla fermata metro Arts et Métiers.
Le due corti laterali tornano a essere il fulcro pulsante della fabbrica, luoghi di aggregazione e incontro dei flussi interni, ma anche punti di sfogo e di primo contatto con l’edificio da parte del pubblico. La corte su via Cairoli viene riportata al suo sedime originario, mentre quella su via La Marmora viene parzialmente liberata, scegliendo di conservare la grande sala con copertura a pancia di nave, prestandosi a diventare un ‘meltingpot’ per le funzioni. I due piani ammezzati, che con molte appendici si elevano a ferro di cavallo attorno alla corte centrale dell’edificio, sono frutto di una sopraelevazione degli anni ’50 e il progetto vuole preservarle. Il piano primo ammezzato viene infatti conservato nelle sue forme, il piano secondo ricostruito con una sottile intelaiatura metallica, ricalcando il sedime a ‘U’ del corpo sottostante. La nuova intelaiatura si estende parzialmente verso via Principe Amedeo, creando un nuovo fronte dalle forme contemporanee, come contrappunto alla facciata storica di via Principe Umberto.
“Con questo progetto diventa importante riaffermare l’identità originaria o quanto più una dimensione vicina a essa, superando quelle stratificazioni e modifiche apportate nel tempo, che non sono state in grado di far evolvere l’opera in un’altra dimensione di valore e contenuti”, ha dichiarato il vincitore Alfonso Femia.
[BOX] La prima Zecca dell’Italia Unita
Nel 1904 la legge, n. 417 del 2 giugno promulgò la costruzione della ‘Zecca d’Italia’ e il 27 giugno del 1908, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e del Ministro del Tesoro Paolo Carcano, si svolse la cerimonia della posa della prima pietra.
L’edificio fu inaugurato il 27 dicembre 1911 e da allora sono state realizzate e coniate le monete del Regno d’Italia e della Repubblica, dalla lira all’euro. Con l’entrata in vigore dell’euro, considerate le accresciute esigenze produttive, è stato reso operativo anche lo stabilimento situato nel quartiere dell’Appio, di via Gino Capponi, dove la produzione è stata definitivamente trasferita nel 2006.
Silvio Nobili