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L’Esquilino è un rione moderno, nato tra il 1871 ed il 1920, in un territorio di antica frequentazione: al tempo dei re di Roma, infatti, gli abitanti – gli exquilini- si contrapponevano agli inquilini, che vivevano dentro le Mura.
Gli anni di Roma. Dopo Servio Tullio (VIsec. a.C.), che incluse l’Esquilino dentro l’area urbana, inizia la decadenza: il territorio diventa luogo di sepoltura e fuori porta Esquilina, per secoli, oltre al cimitero, vi saranno soltanto cave di sabbia. Tra Repubblica ed Impero, Augusto riqualifica l’Esquilino: Mecenate bonifica l’antica necropoli, impianta gli amoenihortie nella sua villa, ricca di giardini, riunisce i letterati (tra questi Virgilio eOrazio). L’Esquilino si copre di ville come gli hortiLamiani che presto vengono espropriate dagli imperatori, che limitano così il potere delle grandi famiglie.
La decadenza medievale. Tra Costantino e Teodosio, agli horti subentrano le tenute agricole delle basiliche cristiane. Poi, con le invasioni barbariche, si raggiunge un livello di decadenza che permane sino alla fine del XVI secolo.
Nel 1589 papa Sisto V ripristina l’acquedotto e tornano gli antichi fasti: l’Esquilino si ristruttura grazie agli assi stradali che collegano Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Quando Roma diviene Capitale d’Italia, nel 1870, l’Esquilino, pur disabitato, è fortemente connotato dai viali tra le basiliche, il continuum delle ville aristocratiche, le chiese e gli orti degli enti religiosi.
La nascita del rione. Localizzata la nuova Roma all’Esquilino – dove migliori “sono le condizioni igieniche […]e più fermo e asciutto il suolo”- il 4 settembre 1871 il Comune decide che “nel centro del progettato quartiere, sull’asse dello stradone di S.Croce, apresi una vastissima piazza […] adorna di aiuole circondanti i Trofei di Mario”: si impianta così piazza Vittorio Emanuele II con la strada Felice che l’attraversa, inglobando il Ninfeo di Alessandro e parte di villa Palombara, fino ad allora separati da strade e recinti.
Il rione, oggi. Nato intorno a piazza Vittorio, il rione è giunto nel corso del Novecento sino alle Mura Aureliane,con la regolarità geometrica della città borghese. In questi ultimi tempi vive una situazione di degrado e di disagio, ma vi sono le condizioni per la sua riqualificazione: grazie al mix proporzionato di pubblico-privato ed alla regolarità del suo tessuto urbano, l’Esquilino è in grado, se ben governato, di affrontare la difficile sfida rappresentata dalla presenza multietnica delle comunità che vivono il territorio.
Carmelo G. Severino