Un mix di competenza e sinergie di rete: così le librerie di quartiere resistono alla crisi del settore
(Numero 16 – Bimestre nov-dic 2017 – Pagina 4,5)
“Non si può pensare di frenare la diffusione dell’e-book o dell’acquisto on-line. Quello che si deve fare, però, è trovare le strategie per andare avanti”. A parlare così è Andrea Marcelloni che con la compagna Palmira gestisce una piccola libreria all’Esquilino. Dice così Andrea. Eppure, non deve essere proprio facile restare a galla per i piccoli librai nel nostro Paese. E il problema non è solo il libro elettronico o la diffusione di nuovi canali distributivi. Basta dare un rapido sguardo ai numeri, perché i dati, purtroppo, parlano chiaro e lasciano poco spazio all’immaginazione: secondo l’ultima rilevazione Istat, che si riferisce al 2016, in Italia solo il 5,7% della popolazione legge almeno un libro al mese.
Lettori e libri in numeri. I lettori più assidui sono i giovani tra gli 11 e i 14 anni, ma proprio in questa fascia di età si è registrato un forte aumento (oltre il 14%) di non lettori, cioè di coloro che nell’anno precedente alla rilevazione non hanno letto nemmeno un libro di carta, mentre è confermato che l’abitudine alla lettura nasce in famiglia (legge il 67,7% dei ragazzi con entrambi i genitori lettori), con buona pace del ruolo educativo della scuola. L’abitudine alla lettura è in calo presso tutti i gruppi di popolazione, soprattutto tra coloro che hanno un basso livello d’istruzione e vivono al Sud. Si conferma che leggono di più le donne rispetto agli uomini (+13,6%) e che tra i 55 e i 74 anni si leggono più libri della media della popolazione. In 4 milioni scelgono l’e-book, e sono soprattutto donne e giovani tra i 15 e i 24 anni, ma si tratta di lettori forti e “multicanale”, cioè che non mettono in discussione il libro di carta. Il dato complessivo resta comunque preoccupante: quasi il 58% della popolazione non ha letto nemmeno un libro nell’anno precedente alla rilevazione e, dal 2010, si registrano oltre 4 milioni di lettori in meno. Questo è lo scenario, che farebbe temere il peggio per le piccole librerie. Se non fosse che a spulciare tra tabelle e statistiche si scopre che, secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi dell’AIE (Associazione Italiana Editori), nonostante tutto, se c’è un canale di mercato che regge all’ondata dell’esercito dei non lettori, è proprio quello delle librerie, a conduzione familiare e di catena, mentre resta al palo la grande distribuzione. Così, la notizia è proprio questa, e cioè che i libri, nonostante l’e-book e l’acquisto on-line, si comprano ancora in libreria: secondo l’AIE, il 72 % della vendita di titoli nuovi avviene lì.
Dalla Cina… all’Esquilino. Pagina 2, la libreria di Andrea e Palmira a via Cairoli, dal 2002 e fino ad un anno fa, si chiamava Orientalia: era il punto di riferimento della vicina facoltà di Lingue Orientali ed era specializzata in saggistica cinese. Ma, l’anno scorso, la facoltà si è spostata e Andrea e Palmira si sono trovati davanti ad un bivio: seguire la facoltà o diventare, finalmente, una vera libreria di rione.
Hanno scelto di restare e di scommettere sulle loro competenze e sul rapporto con la clientela: “I nostri clienti spesso diventano amici, la relazione diventa uno scambio”, dice Palmira. Entrambi sono sinologi e tengono corsi di lingua cinese nel negozio, dove organizzano anche presentazioni di libri con gli autori.
E poi, c’è l’accurata e personale scelta delle case editrici da mettere sugli scaffali, con l’obiettivo, non sempre realizzabile, di trattare direttamente con quelle, senza passare per il distributore.
Una libreria per i più piccoli. Ma per capire davvero perché gli italiani continuano a scegliere le piccole librerie per i loro acquisti, bisogna entrare da The Little Reader, in via Conte Verde, specializzata in letteratura per l’infanzia. Il locale è molto accogliente, con piccoli tavoli, scaffali pieni di libri colorati, una piccola corte sul lato opposto all’ingresso e un angolo bar, con dolci della tradizione anglosassone. Già perché la titolare è Caroline Dookie, una signora inglese che ha scommesso sull’offerta di letteratura per ragazzi, puntando sul bilinguismo. Il target è costituito da bambini e ragazzi dagli 0 ai 16 anni, con le loro famiglie e, spesso, un genitore di lingua inglese. Rosaria collabora nella gestione della libreria. Ha studiato storia antica, ma, ci dice “La letteratura per l’infanzia è sempre stata una passione parallela”. La libreria è aperta dal lunedì al sabato, mentre la domenica si affitta per festicciole, durante le quali l’intrattenimento è centrato sulla “lettura animata” di un libro, scelto dall’animatrice o dai ragazzi stessi. In una sorta di gemellaggio, vengono, inoltre, riproposti eventi organizzati in Inghilterra, come il Roald Dahl Day. E poi, periodicamente, ci sono i laboratori a tema, con la lettura di storie che si conclude con l’elaborazione di una “mappa delle emozioni”, descritte nel romanzo, ma anche quelle evocate nei ragazzi presenti dalla lettura stessa. La scelta delle case editrici e dei testi da proporre viene fatta seguendo un criterio preciso: “Cerchiamo i testi che scriverebbero i bambini, se potessero”, ci spiega Rosaria.
Il gusto di avere una clientela sensibile. Ha adottato una strategia diversa Giovanni Tudino che, nella sua libreria La Fenice, in via Merulana, non organizza presentazioni di testi o altri eventi, perché, ci spiega “Voglio fare solo quello che mi piace, cioè vendere libri”.
Per Giovanni, che ha aperto nell’attuale sede da circa tre anni, quello che conta è avere a che fare con un pubblico sensibile, colto, e questo all’Esquilino è possibile, “Non ho grandi numeri di fatturato. Posso dire che il mercato, pur con alti e bassi, è sostanzialmente stabile. Ma qui ho trovato il gusto di avere clienti preparati”. Tra i titoli che propone, molti sono testi su Roma o sul rione e, ci tiene a dire “Non seguo la moda. Il best seller, spesso, qui non lo trovi”. Dunque, il segreto delle piccole librerie è tutto qui, nel rapporto con la clientela e nella consulenza di un esperto che ti accompagna all’acquisto.
L’unione fa la forza. Andando oltre il rione, altre esperienze si stanno sviluppando: quaranta librerie indipendenti di Roma, tra cui Pagina 2, hanno deciso di fare rete in un progetto ispirato al modello francese Paris Librairies. L’idea è quella dell’utilizzo comune di un software per la gestione del magazzino: le librerie che sono in rete possono rispondere alle richieste dei cittadini, comunicando in tempo reale dove si trova il volume cercato.
Paola Mauti