Cesare Esposito, ideatore e curatore della nevicata di Santa Maria Maggiore, ci parla di sé e dell’evento del prossimo cinque di agosto
(Numero 42 – Bimestre lug-ago 2022 – Pagina 6)
Come ogni anno, dal 1983, anche quest’anno la neve tornerà a fioccare sul colle più alto di Roma. L’occasione è la rievocazione storica del prodigio avvenuto il 5 agosto del 358 d.C., quando a Papa Liberio apparve in sogno la Vergine Maria indicando, con il miracolo della nevicata agostana, il luogo in cui costruire la basilica a Lei dedicata. A confermarci la notizia è proprio l’eclettico Cesare Esposito, l’architetto ideatore dell’evento. Capigliatura da artista, vestiti sgargianti, una seconda cravatta utilizzata come portachiavi e il taschino colmo di matite colorate. Le porta sempre con sé, sia per disegnare, sia per regalarle. Perché, ci dice, ‘regalare un colore è come offrire la gioia del cielo. I colori non sono fermi, sono qualcosa che cambia e che per ognuno è diversa’.
La rievocazione è uno degli eventi più longevi di Roma. Come ebbe l’idea?
Io penso sia stata opera dello Spirito Santo. Iniziai a collaborare con il Comune di Roma quando c’erano i grandi sindaci di una volta. Argan, Petroselli, Vetere, con Nicolini assessore alla cultura. Realizzai il monumento in piazza delle Sette Chiese, a Garbatella, una scultura di 12 metri dedicata alla resistenza. Organizzai l’apertura al pubblico della Piramide Cestia, con un successo enorme, e tanti altri eventi legati alla tradizione romana. La processione della Madonna Fiumarola, facendola tornare a bordo di una barca lungo il Tevere. I fuochi d’artificio in musica a Castel Sant’Angelo, dove partecipò papa Giovanni Paolo II. Le celebrazioni del 25 Aprile e dell’8 Settembre a Porta San Paolo, con proiezioni sulla Piramide dedicate alle donne che hanno difeso la città di Roma. Quando da bambino, con mia mamma e i miei fratelli, passeggiavo per Roma, dagli alberi cadeva polline bianco che imbiancava tutto. A me sembrava neve e forse è nata lì l’ispirazione per ricreare il miracolo di Santa Maria Maggiore. Proposi il progetto al responsabile della Basilica, che allora era il Cardinale Carlo Confalonieri. Lui mi diede fiducia e tutto cominciò. Ecco, si è trattato di un atto di speranza e di fiducia. La prima edizione fu comunque un enorme successo, oltre diecimila spettatori. Per tenere sotto controllo la folla, le autorità mi chiesero più volte di continuare a far cadere la neve.
A causa del Covid tutti gli eventi hanno dovuto segnare il passo, ma la rievocazione della nevicata si è tenuta anche nel 2020. Un miracolo nel miracolo?
Sicuramente. Ma il vero miracolo sarà il miracolo della pace. La guerra è una follia totale. Non è concepibile che ci siano persone che uccidono altre persone. E sono sicuro che la Madonna farà in modo di far tornare la pace.
Come sarà l’edizione di quest’anno?
Quest’anno, come anche lo scorso, la nevicata sarà dedicata a Papa Francesco. L’ho invitato sperando che riesca a partecipare. Ci sarà poi la lettura di un trattato rivolto alla città di Roma, scritto da me, e la presenza dei gonfaloni dei 22 rioni, uniti nel miracolo della Madonna. Parteciperà nuovamente la fanfara dei Carabinieri, per la quale devo sempre ringraziare il Generale Teo Luzi e il Maestro Danilo De Silvestro. Installeremo poi delle torrette che generano ologrammi, con effetti molto coinvolgenti. Uno spettacolo di archi riflessi con luci, immagini e musiche. Architetture sonore con colori in mutamento e l’animazione delle statue dei santi e della Vergine. Ci saranno anche un soprano e un tenore, che canteranno su musiche di Händel, Bach e Puccini. A conclusione, naturalmente, una apparizione della Madonna e tanta, tanta neve, simbolo di pace.
Progetti futuri?
Un mio progetto è proprio quello di mettere in salvo la Colonna della Pace. La colonna proviene dalla Basilica di Massenzio. Scanalata e di ordine corinzio è stata collocata al centro della piazza nel 1614 dal Maderno, per volere di Papa Paolo V Borghese. La statua in bronzo della Vergine Maria con Bambino che la sormonta è invece stata
realizzata dalla fonderia dei romani Domenico Ferrerio e Orazio Censore, su bozzetto dello scultore francese Guglielmo Berthelot. La colonna va innanzitutto protetta dal passaggio dei pullman e degli autobus, che rischiano di danneggiarla. Andrebbe quindi estesa l’area pedonale. Il mio progetto prevede poi anche di avvicinare la Vergine agli uomini. La sua collocazione a 25 metri di altezza è simbolica, anche per voi, perché sorregge la volta del cielo sopra l’Esquilino, ma troppo distante. Vorrei farne una copia, comprensiva del capitello, per poterla posizionare anche su strada, ad esempio in largo Brancaccio.
Riccardo Iacobucci