All’Esquilino si riparano orologi con passione e professionalità
(Numero 16 – Bimestre nov-dic 2017 – Pagina 10)
“Molti clienti del rione sono i nipoti di quelli a cui mio padre ha venduto le fedi. In quegli anni all’Esquilino si veniva da tutta Roma per comprare gli abiti da sposa e da cerimonia, da noi venivano a scegliere le fedi”, afferma con orgoglio, affetto e un pizzico di malinconia Bruno Valentino, 59 anni, titolare dell’omonima gioielleria e orologeria che si trova in via Principe Umberto. E’ una delle poche botteghe storiche rimaste nel rione, con tanto di attestato rilasciato dal Comune esposto in vetrina. “Ne sono fiero, certo”, dice, mentre la musica classica che ascolta sempre, nelle tante ore che passa in negozio, fa da piacevole sottofondo, “ma a parte la targa, non c’è altro: non ci sono agevolazioni, aiuti per chi, come me, ha deciso di resistere e continuare a fare un lavoro che ama ma che, come alcune specie di animali, è ormai in via d’estinzione”.
All’Esquilino da 70 anni. La bottega è nata nel 1939, aperta dal fratello di suo nonno che si mise in proprio dopo anni di lavoro nell’oreficeria Rutili, la più antica della zona. “Mio padre ha iniziato a lavorare in questo negozio a 16 anni, poi nel 1996 sono subentrato io. Era il mio destino: fin da piccolo sono vissuto dietro al bancone, tra gli orologi. Ho concluso i miei studi, certo, mi sono diplomato al Galileo Galilei, ma ho sempre saputo che avrei fatto il lavoro di mio padre. Lui mi ha trasmesso la passione e i segreti della professione. Sono cresciuto nel rione: fin da ragazzo facevo, come si dice, casa e bottega, e i miei ancora oggi abitano in via Principe Eugenio. Io, invece, mi sono trasferito in campagna, alle porte di Roma, sentivo il bisogno di verde ed aria pulita. Ma la mia vita si svolge praticamente in negozio, la mia casa è questa, ci passo più di dieci ore al giorno”.
Il lavoro non è molto, ma di qualità, “Vendo gioielli e argenteria, ma ormai l’attività prevalente è quella delle riparazioni, del restauro di orologi preziosi: sono specializzato in orologeria antica. Negli anni ’80 ho fatto dei corsi in Svizzera e in Germania e ancora adesso realizzo a mano dei pezzi ormai introvabili. I clienti mi portano a riparare gli orologi della prima comunione, le pendole o gli orologi da taschino dei nonni… Per esempio questa è una sveglia da viaggio dell’800, un pezzo molto raro e prezioso che devo restaurare…”. Lo dice con l’orgoglio e la passione dei veri artigiani, quelli che amano il loro lavoro. “Chi viene qui s’intende di orologi, sceglie modelli costosi, che si riparano e se vuole acquistare qualcosa sa che qui trova poche marche, ma prestigiose, di nicchia, insomma per intenditori”. Il negozio è piccolo, si respira un’atmosfera retrò, dietro una tenda c’è il laboratorio, orologi da muro di varie fogge e modelli appesi alle pareti, una cassaforte. Il bancone e l’arredo sono quelli originali degli anni ’50.
Cambiamenti e buon vicinato. L’orologeria Valentino si trova proprio di fronte allo splendido e fatiscente palazzo della Zecca, per il quale si aspetta da tempo un restauro. Tutt’intorno, grossisti di borse, soprattutto cinesi. Furgoni in doppia fila per lo scarico merci, auto sui marciapiedi, scatoloni e rifiuti fuori dai cassonetti. Il signor Bruno è anche memoria della strada, che ha visto cambiare in questi anni: “Una volta su via Principe Umberto passavano i mezzi pubblici, c’era un gran via vai di pedoni. Ora, per fortuna, c’è il teatro Ambra Jovinelli che ha riqualificato un po’ la zona, ma il degrado è tanto. Con gli altri commercianti, prevalentemente cinesi, ho ottimi rapporti, alcuni sono miei clienti, aiuto i loro bambini a fare i compiti. Più volte mi hanno offerto grosse cifre per comprare il negozio, ma ho sempre rifiutato: intendo continuare a lavorare e tenere viva l’attività, anche se un futuro dopo di me non c’è, visto che i miei figli hanno scelto altre strade. Passano in negozio ogni tanto per darmi una mano, ma soprattutto per farmi compagnia, per stare un po’ insieme. Non ho mai cercato un aiuto, un apprendista, non me lo posso permettere. Il lavoro c’è, ma il guadagno è appena sufficiente per tirare avanti. E dire che, per gli studi di settore, sono proprietario di una gioielleria nel centro storico! Ho avuto alcuni tentativi di furto, per fortuna sventati prima che accadesse il peggio! Il problema sicurezza comunque esiste, come in tutto il rione. Quando si parla dell’Esquilino l’attenzione è tutta sui giardini di piazza Vittorio, sui portici… questa zona, le strade a ridosso della stazione, come via Principe Umberto, sono un po’ dimenticate, ma anche qui c’è tanta storia da recuperare, tanto da salvare. Tutto il rione ha delle enormi potenzialità, qui c’è tutto: chi abita all’Esquilino può andare a scuola a piedi dall’asilo all’università”.
La cortesia al primo posto. Un altro riconoscimento di cui Bruno Valentino va molto fiero è quello di negoziante gentile: i clienti prima di tutto! Devono uscire dal suo negozio soddisfatti, e gli attestati di stima certo non mancano, dagli abitanti del rione che lo conoscono da sempre, e da chi attraversa mezza città per servirsi da lui. Le persone scoprono la sua bottega grazie al passaparola, ma non solo. “Beh, ho anche una pagina Facebook, che spiega chi sono e cosa faccio, un po’ di modernità non guasta. Hanno realizzato addirittura un cortometraggio sul negozio e la mia attività! L’hanno girato gli studenti dell’Istituto di Cinematografia e Tv “Roberto Rossellini”. Per completare le riprese, ho dovuto passare in negozio anche un paio di domeniche ma l’ho fatto volentieri!”
Paola Lupi