Parola di Elena Stancanelli, scrittrice attenta ai problemi della città che da anni vive nel rione
(Numero 3 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 6)
Stancanelli, cosa l’ha spinta ad abitare all’Esquilino?
L’ho scelto nel 2006 perché aveva molte cose positive. È bello e centrale, comodo per raggiungere facilmente, con i mezzi pubblici o anche a piedi, il centro. Non è caro come le altre zone vicine. Ha due parchi molto belli ed ha una composizione antropologica piacevole. Inoltre non si ha la sensazione di vivere in un luogo anonimo dove la gente va e viene. Questo permette di conoscere le persone, incontrarle, salutarle. Nove anni fa, però, devo dire che era molto diverso.
In che senso? Quali sono oggi le cose che creano maggiori problemi?
Una cosa che mi era piaciuta molto era l’idea che ci viveva gente storica, oltre che i migranti, e avevi la sensazione di un controllo reciproco, una presa in carico del rione da parte di tutti i suoi abitanti. Era un luogo molto più sicuro. Io vivo da sola e c’era una piacevole sensazione di sicurezza. Con gli anni si sono aperte le falle con interventi discutibili, come l’apertura di un numero eccessivo di B&B che di per sè snaturano la fisionomia dei condomini; lo spaccio che si sposta da una parte all’altra, fenomeno che non conosco personalmente ma di cui ho sentito dire; e ancora il cambiamento del commercio, con le liberalizzazioni di Bersani. Questa normativa sarà stata anche benefica a livello nazionale, ma nello specifico di Esquilino è stata una condanna perché ha permesso un proliferare di minimarket che vendono alcool a tutte le ore. Per non parlare poi della mancanza di pulizia, un degrado generalizzato che porta, non dico violenza, ma certamente un cambiamento non positivo.
Il degrado si estende oramai a tutta la città di Roma. Pensa che Esquilino abbia qualche problema in più?
Penso che altrove si è riusciti a fare meglio. Per esempio la zona di Campo dei Fiori, che fino a cinque anni fa era una schifezza, oggi, dopo che il sindaco ha messo in atto dei criteri di legalità con l’eliminazione dei tavoli abusivi, l’obbligo di avere la sede legale dove gli esercenti svolgono la loro attività e un controllo maggiore delle ricevute fiscali, la situazione è notevolmente migliorata. Anche Monti in pochi anni è migliorato. Forse se si applicasse il principio di legalità, le cose andrebbero a posto da sole. Certo l’Esquilino ha un problema in più, è vicino a Termini e va messo in conto che siamo di fronte ad un flusso migratorio che è uno dei più grandi della storia dell’umanità, pone problemi non indifferenti. Detto questo sappiamo che tipo di accoglienza c’è stata a Roma in questi anni! Arrivare oggi alla stazione è come arrivare a Varanasi con la gente che dorme sotto i taxi. Questo fenomeno corrode l’identità di una città. Roma è una metropoli difficilissima fin dall’800, come documentavano molti scrittori dell’epoca. Se a questo si aggiungono le migrazioni, diventa una situazione esplosiva che va affrontata con mezzi e competenze adeguate.
Da noi abitano intellettuali: attori, registi, scrittori, etc. Salvo pochi casi, la loro voce per il territorio non si sente molto. Non crede che potrebbero fare di più?
Ci stiamo provando. Noi ci occupiamo di cultura e proviamo a fare cose che attivino la partecipazione dei cittadini. Per esempio il premio Oscar, Paolo Sorrentino, che ha parlato con il sindaco, pensavamo smuovesse un po’ gli interventi. Gli intellettuali possono far contare il loro peso ma sono cittadini come gli altri. Marino dovrebbe ascoltarli di più. Pensate che l’orchestra di Piazza Vittorio voleva chiedergli uno spazio per suonare, ma non è riuscita neanche a parlargli! Con l’associazione Casa Esquilino abbiamo incontrato anche prefetti e assessori. Estella Marino (assessore all’Ambiente, ndr), degnissima persona, ci aveva rassicurato sulla pulizia ma dopo mesi non si è mosso nulla. Non si può aspettare un anno per far ripulire parchi e giardini di Roma.
Ritiene che l’iniziativa di Alessandro Gassman “Ripuliamo Roma” possa essere una soluzione?
Tutto può essere utile, ma non basta che il sindaco ringrazi su twitter. Lui deve fare il suo lavoro. Poi è giusto che in una situazione così degradata anche la gente si rimbocchi le maniche.
Maria Grazia Sentinelli