Numero 32 – Bimestre set-ott 2020 – Pagina 8
Alla fine degli anni venti del secolo scorso, una innovativa concezione degli spazi scolastici condusse alla progettazione e realizzazione dell’istituto più multietnico e multiculturale del rione
Agli inizi del Novecento, il sindaco Ernest Nathan assegnava un ruolo importantissimo all’istruzione scolastica. Il suo impegno fu tale che nelle scuole romane durante gli anni della sua sindacatura, dal 1907 al 1912, gli alunni passarono da 35.963 a 42.925. Il grave ritardo di Roma nella scolarizzazione dei giovani e la vergogna di un’alta percentuale di analfabeti, in pochi anni erano stati decisamente superati.
Tra il 1915 ed il 1918 l’Italia, e Roma, furono in guerra. Furono anni di crisi e sacrifici. Poi venne un difficile dopoguerra che si concluse politicamente con il Gran Consiglio del fascismo che trasformò il Comune di Roma in Governatorato, al quale fu affidata l’amministrazione della capitale, peraltro con un Governatore di nomina regia.
Il regime fascista. Con il nuovo regime politico, all’insegnamento scolastico viene attribuito un ruolo fondamentale per la creazione del consenso – ‘libro e moschetto, fascista perfetto’ – e la scuola diventa una delle fonti primarie di indottrinamento dei giovani. Ai maestri elementari si impone il giuramento di fedeltà e non si risparmiano risorse per realizzare nuove scuole (spesa preventivata di 24 milioni di lire, pari a circa 20 milioni di euro). Nasce uno speciale Ufficio tecnico per l’edilizia scolastica.
Il lotto di via Bixio. All’Esquilino, in poco più di un decennio, si è venuto a creare un sensibile fabbisogno di aule, sia per l’accresciuta popolazione che per la necessità di sfoltire il numero di studenti delle scuole che si trovavano nei pressi di piazza Vittorio Emanuele.
Tra via Bixio e via Conte Verde, nel terreno comunale posto nell’isolato XX, la scuola elementare di piazza Dante ha una sua succursale sin dal 1908, costituita da un vecchio capannone con quattro aule didattiche, al quale si sono aggiunti due padiglioni prefabbricati. Volendo realizzare una nuova scuola elementare l’amministrazione comunale indice un concorso architettonico, mentre il capannone viene demolito e i due padiglioni smantellati. Il progetto vincente è dell’architetto Augusto Antonelli (1885-1960), ‘valoroso’ funzionario del Comune di Roma, progettista anche di una scuola al Testaccio, che il 22 settembre 1923 viene incaricato del progetto esecutivo.
Un nuovo progetto di scuola. Superando il concetto per cui le scuole assomigliavano al tipo della caserma o dell’ospedale, il nuovo edificio viene progettato per ‘rispondere completamente alle esigenze dell’igiene, dell’estetica, della praticità e della didattica’. Il progetto dell’architetto Antonelli, ispirandosi ‘alle pure e semplici linee architettoniche del primo Rinascimento’, propone dei blocchi a tutto volume che si articolano variamente nel sistema dei servizi e degli ingressi porticati nella parte di via Bixio, organizzati tutt’intorno al perimetro dell’area con due piani superiori, un pianoterra, un piano seminterrato ed un piano attico centrale. La nuova scuola è dimensionata per 1.800 bambini, con 48 aule, sei grandi sale, una palestra di oltre 200 mq, sei locali per la refezione scolastica e quattro ampi ambienti per i bagni, impianti di cucina e di caldaia: il riscaldamento dell’edificio è centralizzato. Non mancano le corti esterne ‘per la ricreazione dei bambini’ e la ‘decorazione floreale’ per complessivi altri 1.570 mq di superfici. Nelle ampie terrazze di copertura, opportunamente sistemate, è previsto l’insegnamento all’aperto, ‘largamente praticato’ nelle scuole romane ‘con favorevoli risultati’.
La scuola Di Donato. Nell’estate 1924, con la Direzione tecnica dell’Ufficio Fabbriche del Governatorato, la ditta appaltatrice Guido Boietti apre il cantiere, realizzando in tre anni il nuovo edificio scolastico. I lavori procedono senza particolari problemi e vengono ultimati, nel rispetto dei tempi, il 16 maggio 1927, consentendo così la consegna dell’edificio il successivo 23 novembre, in tempo utile per l’anno scolastico 1927-1928. La scuola di via Bixio viene intitolata a Federico Di Donato (1855-1919), pedagogista illustre ed innovatore, fondatore nel 1907 delle colonie climatiche infantili, ‘che volle destinare ogni suo avere ed ogni sua opera ai fanciulli poveri’.
La Di Donato oggi. Da quel lontano 1927, la scuola Di Donato ha continuato a svolgere, ininterrottamente anno dopo anno, un’importante funzione educativa, attivando un continuo processo osmotico con il territorio di riferimento e superando qualsiasi determinismo ideologico sino ad essere, dopo quasi un secolo, l’espressione più caratteristica del multiculturalismo che contraddistingue il multietnico ‘quartiere’ Esquilino.
Carmelo G. Severino