Tra il 1573 e il 1575 viene realizzata da Giacomo del Duca la più imponente delle porte della città, intitolata alla vicina basilica di San Giovanni
(Numero 46 – Bimestre mar-apr 2023 – Pagina 9)
Giacomo del Duca (1520-1602), mentre è ancora impegnato a realizzare nella basilica di San Giovanni in Laterano il monumento funebre marmoreo dei Savelli – una delle quattro famiglie di maggiore nobiltà a Roma insieme ai Colonna, agli Orsini e ai Conti – riceve dal pontefice Gregorio XIII Boncompagni, da poco eletto al soglio di Pietro, l’incarico di realizzare la nuova Porta di città sul versante sud-orientale delle Mura Aureliane, intitolata alla vicina basilica di San Giovanni in Laterano. L’architetto siciliano, consapevole di intervenire così vicino alla basilica dedicata al Cristo Salvatore e al Patriarchium – diventati dopo l’Editto di Milano, per volontà dell’imperatore Costantino, i luoghi simbolo del papato – realizza tra il 1573 e il 1575 una porta monumentale, strutturata in un unico grande arco, la più imponente delle porte di città dell’intero circuito aureliano per altezza e per ampiezza.
Inizialmente il collegamento con l’agro romano
è garantito da una semplice posterula
Nella cinta muraria della città, fatta costruire dall’imperatore Aureliano per proteggere Roma dagli attacchi dei barbari, il tratto di fortificazione tra Porta Maggiore e Porta Metronia nel 270 d.C. non esibisce alcuna presenza significativa perché soltanto dopo il 313 d.C. il Laterano diventerà, per volontà dell’imperatore Costantino, il luogo più importante della Chiesa cristiana. Per consentire l’uscita extra moenia e il collegamento con l’agro romano viene comunque aperta una semplice posterula ad un fornice nelle Mura Aureliane che, data l’orografia accidentata di quel tratto, è realizzata nel fondovalle a ridosso della collina del Laterano. Quando nel 403 d.C. il generale Stilicone, magister militum dei romani, ristruttura le Mura per volontà dell’imperatore Onorio, raddoppiandole in altezza con doppio camminamento, rinforzo delle torri e restauro delle Porte di città, interviene anche sulla posterula del Laterano considerata ormai del tutto inadeguata.
La vecchia Porta Asinaria sorge
in una zona orograficamente complessa
La posterula laterana viene completamente ristrutturata per fare di una semplice apertura di terz’ordine un ingresso monumentale fortificato, pari all’importanza assunta ormai dal luogo, che vede sull’altura del Laterano la presenza della basilica cristiana accanto al Patriarchium, prima sede episcopale e simbolo del papato sino alla cattività avignonese.
La nuova Porta Asinaria, così chiamata per la presenza di via degli Asini, viene aperta nell’originario circuito delle Mura Aureliane con molta difficoltà, con un rialzo del terreno di cinque metri a causa del dislivello esistente, che impone la realizzazione di un atipico complesso difensivo, un monumentale doppio corpo di avvistamento con le due torri quadrangolari esistenti rialzate in altezza, due altre torri cilindriche affiancate verso l’interno, una controporta a tenaglia e una cortina centrale di
circa 20 metri. La natura dei terreni sovrastanti e i continui smottamenti porteranno però, nel corso dei secoli, al progressivo innalzamento del livello stradale sino a rendere Porta Asinaria del tutto inadeguata alla funzione e alla sua definitiva chiusura.
Più simile al portale di una villa aristocratica
che ad un’opera difensiva
Papa Gregorio XIII Boncompagni, nell’interesse generale del popolo romano, incarica Giacomo del Duca di realizzare una nuova porta urbana in sostituzione di Porta Asinaria, da tempo dismessa, in posizione più appropriata, ovvero in corrispondenza della via Campana che porta extra moenia, verso l’agro e i territori a sud della città. L’architetto realizza un grande fornice arcuato, più simile al portale di accesso ad una villa aristocratica che ad un’opera difensiva, privo di bastioni, torri laterali e merlature, caratterizzato da robuste lesene decorate a bugnatura dentata e da un grosso viso barbuto – una testa di moro in rilievo – sulla chiave del grande arco, sul lato esterno. Porta San Giovanni verrà definita ‘una incomparabile architettura’, un notevole ‘esempio della robusta e maestosa architettura del Rinascimento romano’. Giacomo del Duca, fra le sue altre opere romane, realizza anche il completamento della cupola, del campanile e delle facciate basse laterali di Santa Maria di Loreto, il complesso di Santa Maria in Trivio, il palazzo Cornaro di via della Stamperia e la cappella Mattei in Santa Maria in Aracoeli.
Carmelo G. Severino