Alla vigilia del Giubileo della Speranza i romani si interrogano sull’impatto che questo grande evento, unito al fenomeno già in corso dell’overtourism, potrà avere sulla città e sulle zone centrali, a cominciare dal mercato degli affitti che sempre più tende ad espellere i residenti per accogliere i turisti, trasformando la fisionomia dei quartieri
(Numero 56 – Bimestre nov-dic 2024 – Pagina 1,3)
Il sovraffollamento turistico è un fenomeno che ormai è entrato nelle cronache quotidiane italiane e internazionali per i forti disagi che crea ai cittadini residenti e per lo stravolgimento che porta nel tessuto produttivo locale e nel mercato immobiliare, contraendo di gran lunga l’offerta di affitti a lungo termine a vantaggio di quelli temporanei per case vacanze e B&B e vedendo sorgere grandi concentrazioni di alberghi di lusso nel centro storico a distanza di poche decine di metri gli uni dagli altri. A Roma da due anni, cioè dopo la fine della pandemia, la situazione sta diventando incandescente. Gli arrivi sono senza pausa e non sembrano esserci più neanche i periodi di bassa stagione (identificabili un tempo ad agosto, novembre e gennaio). Questa ‘invasione’ non conosce sosta, anche per l’imminente Giubileo, per cui si prevede l’arrivo di circa 35 milioni tra turisti e pellegrini: se in parte troveranno alloggio nelle strutture religiose, orienteranno la loro scelta soprattutto verso le case vacanze e gli affitti brevi.
Il primo effetto del proliferare degli affitti brevi è lo spopolamento delle persone residenti (nel centro storico di Roma, i residenti sono crollati in 10 anni di circa il 38,2%). a visitare la città. Ciò comporta una trasformazione del tessuto socio-produttivo dei rioni: crescono i servizi rivolti principalmente ai turisti (soprattutto bar e ristoranti), mentre scompaiono gli artigiani, i negozi di vicinato, i servizi per gli anziani e gli studenti. Inoltre, come scrive Filippo Celata, professore ordinario di geografia economica all’Università La Sapienza, anche l’economia non se ne avvantaggia: ‘La turistificazione produce prevalentemente un’occupazione poco qualificata, con redditi medio-bassi e un basso valore aggiunto. Diminuisce in percentuale la ricchezza dei settori produttivi a maggiore innovazione e tecnologia, e la città si impoverisce a favore della rendita’. Molte città europee – come Amsterdam, Barcellona, Parigi, Berlino – hanno introdotto normative che limitano l’apertura di nuove case vacanze mentre in Italia le amministrazioni fanno fatica ad emanare una nuova regolamentazione per gli affitti brevi.
A Roma si contano circa 35mila annunci sulle piattaforme online più utilizzate, mentre le case disponibili per affitti residenziali sono circa 5mila (consultando le maggiori agenzie immobiliari) con canoni in costante crescita dal dopo Covid. Secondo Nomisma ‘Il mercato degli affitti brevi è tre volte più redditizio rispetto a quello tradizionale’: i proprietari di appartamenti preferiscono affittare a 200 euro a notte invece che a 2000 euro al mese.
Il 2 novembre 2024 è scattato in Italia
l’obbligo del Cin per monitorare le strutture
Nel numero 50 di questo giornale già avevamo trattato questo fenomeno. Vogliamo ora dar conto delle principali novità che stanno emergendo in materia di regolamentazione. Le informazioni che riporteremo di seguito sono per lo più estratte dal sito riabitiamoroma.it gestito dal GRoRAB (Gruppo Romano per la Regolamentazione degli Affitti Brevi) che da tempo sta conducendo una battaglia contro la turistificazione.
La prima novità riguarda le disposizioni contro l’abusivismo, l’altra il dibattito sulle disposizioni contro l’eccessiva proliferazione. Per quanto riguarda l’abusivismo, la legge nazionale 191/2023 ha previsto che, a partire dal novembre 2024, per ogni tipo di struttura ricettiva adibita a scopo turistico scatta l’obbligo di munirsi del Cin (Codice Identificativo Nazionale), rilasciato dal Ministero del Turismo attraverso procedura automatizzata e inserimento nella propria banca dati. Il Cin dovrà essere obbligatoriamente esposto tramite apposita targa posizionata all’esterno dell’edificio in cui si svolge l’attività. In caso di mancata esposizione del Cin sono previste, a partire dal 2 gennaio 2025, multe da 800 a 8000 euro, in base alla grandezza dell’appartamento. Questa misura consentirà quindi non solo di avere una quantificazione più certa del numero delle strutture ricettive esistenti, ma anche di contrastare il fenomeno dell’abusivismo e dell’evasione ad esso correlata. Saranno ovviamente cruciali i controlli, che dovranno essere effettuati con adeguato apporto di risorse. Vengono inoltre previsti obblighi più stringenti in materia di sicurezza (misure antincendio) e di stipula di una polizza assicurativa di responsabilità civile per gli ospiti presenti nelle strutture.
Le modifiche alle norme urbanistiche
richiederanno un nuovo regolamento
La seconda novità, come anticipato, riguarda il confronto pubblico sulla normativa urbanistica e, nello specifico, le modifiche da apportare alle Norme Tecniche del Piano Regolatore (Nta). Un’idea nuova è emersa nel gruppo di lavoro tra GRoRAB e altri comitati di cittadini, un’idea condivisa dalla Commissione Politiche abitative e Patrimonio di Roma Capitale e recepita nelle osservazioni avanzate dal Municipio Roma I Centro con delibera del 2 maggio 2024. La proposta, in discussione in Assemblea capitolina proprio nei giorni in cui ne scriviamo, è quella di creare una sub-articolazione della categoria funzionale residenziale (ad oggi prevista dalla normativa vigente) per distinguere i casi nei quali le unità immobiliari sono ad esclusivo uso abitativo dai casi in cui l’uso sia esclusivamente o prevalentemente recettivo. Anche altre città come Firenze, Bologna, Napoli e Venezia stanno lavorando su questa impostazione.
Questa modifica sarebbe di vitale importanza perché scardinerebbe l’idea che ‘della propria abitazione ci si può fare quello che uno vuole’ e imporrebbe dei limiti quando al suo interno si svolge un’attività turistico-recettiva. D’altra parte anche l’articolo 41 della Costituzione – come ha fatto notare un esponente di Carte in Regola alla riunione degli Stati Generali contro l’iperturismo, tenutasi a Roma lo scorso 17 ottobre – prevede che ‘l’iniziativa economica privata è libera. Non si può svolgere in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’.
Inoltre questa modifica aprirebbe la strada all’emanazione di un nuovo Regolamento, da emanarsi sempre dall’Assemblea capitolina (entro 4 mesi), che potrebbe, ‘anche in coerenza con l’art.4 della L.R. 8/2022 introdurre una disciplina differenziata per ambiti e tessuti, tenendo presente tanto le peculiarità e le fragilità dei vari tessuti urbanistici, quanto i diversi gradi di intensità con i quali il fenomeno si manifesta nella città di Roma’ (Celata- Festa, 2024). Attraverso tale regolamento, Roma, da sempre meta privilegiata del turismo mondiale, potrebbe dar vita ad un turismo più equilibrato e sostenibile, salvaguardando la vivibilità e l’identità della città tutta, un turismo che possa portare vantaggi sia ai suoi abitanti che ai turisti stessi, che vedrebbero migliorare la qualità del loro soggiorno e tornerebbero più volentieri a visitare la città.
Maria Grazia Sentinelli