Tra le conseguenze del confinamento c’è stata anche una forte limitazione delle relazioni sociali. E chi era solo, ora lo è ancora di più
(Numero 31 – Bimestre giu-lug 2020 – Pagina 1,6)
Le pandemie quando arrivano fanno in fretta e colpiscono per primi coloro che non godono di buona salute. Poi, e allo stesso modo, quando la chiusura, il distanziamento, il blocco di tutte attività – resi necessari da un’emergenza che in poche ore si trasforma in allarme sociale – diventano consuetudine forzata, chi è più fragile, perché non ha la garanzia di uno stipendio sicuro e neanche una casa dove restare per rispettare l’isolamento, paga il prezzo più pesante. Allora, i programmi, i progetti devono cambiare per tutti e capita che chi può e vuole, prova a farsi carico di quelle fragilità.
Una comunità solidale. Così è accaduto per l’iniziativa Portici Aperti, un progetto in origine finalizzato a creare e sviluppare il senso di comunità nel rione e che prevedeva, tra l’altro, l’organizzazione di momenti conviviali, di pranzi solidali, come quello previsto per il 19 aprile, che doveva essere “il pranzo di primavera”. Con la crisi creata dal Covid, quell’iniziativa si è trasformata in una formidabile rete di solidarietà, con la partecipazione di alcune tra le più rappresentative associazioni sociali e culturali del rione, come Binario 95, l’Associazione abitanti via Giolitti, l’Associazione Genitori scuola Di Donato, la Casa dei diritti sociali, il Comitato piazza Vittorio Partecipata, Esquilino in comune, Esquilino vivo, ANPI Esquilino, Matemù, Sloowfood Roma e tante altre, non ultima il Cielo Sopra Esquilino. E lo scopo della rete è diventato un altro e cioè l’organizzazione della raccolta e distribuzione di cibo da destinare alle persone in difficoltà.
Cura ‘personalizzata’. Ma Portici Aperti non vuole essere solo questo. Parlando con i promotori emerge che forse l’obiettivo vero dell’iniziativa è non tanto e non solo il soddisfacimento di un bisogno primario. C’è anche la volontà di favorire un ritorno alla relazione umana, alla cura. «La caratteristica della nostra iniziativa è che noi puntiamo al contatto diretto con le persone», spiega Enzo Mammarella, che per la rete si occupa della gestione dei social, «Prova ne è il fatto che i nostri pacchi alimentari non contengono solo prodotto secco, ma anche e soprattutto fresco, a seconda delle esigenze dei diversi nuclei familiari e delle loro provenienze geografiche». Dunque, alla base dell’azione vuole esserci l’ascolto e l’accoglienza dei bisogni, per contrastare il senso di isolamento e dimostrare la volontà di ‘prendersi cura’. È una spesa, per così dire, ‘personalizzata’ quella che viene consegnata a casa. E non è solo cibo ciò che arriva nelle case: infatti, grazie alla raccolta fondi, che avviene soprattutto attraverso la rete, i promotori, durante le festività della Pasqua, hanno anche acquistato e distribuito decine di uova di cioccolato ai bambini.
Oltre duecento le persone raggiunte. I pacchi vengono preparati con cadenza settimanale all’interno del Mercato Esquilino, da dove proviene la totalità del cibo fresco distribuito. «Per il secco – continua Mammarella – accediamo, tramite una delle associazioni aderenti, alla spesa sospesa del Municipio e ad una nostra iniziativa di spesa sospesa organizzata presso i piccoli esercizi del rione, che sta dando ottimi risultati».
Sono una decina gli esercizi commerciali coinvolti, tra farmacie, alimentari, negozi di prodotti per la casa, oltre ai banchi del mercato. Oltre duecento le persone raggiunte per il sostegno ogni settimana. C’è da scommettere che questa bella rete mutualistica non si esaurirà con la fine della pandemia.
[BOX]
Per contribuire al finanziamento dell’iniziativa Portici Aperti:
Iban IT68I0503403221000000031072
Causale: Progetto Esquilino Portici Aperti emergenza Coronavirus
Paola Mauti