Porta aperta alla pasticceria di via dello Statuto, ormai un’istituzione per Roma e l’Esquilino
(Numero 4 – Bimestre nov-dic 2015 – Pagina 7)
Quando la redazione ha deciso di dare maggiore spazio ad articoli sulle realtà commerciali del rione, abbiamo condiviso l’idea di partire da alcuni negozi storici che da decenni ne animano le strade. Il giorno dopo mi è capitato di passare per via Buonarroti e vedere un cartello vendesi/affittasi sulla vetrina di un rivenditore di calzature da diverso tempo aperto lì. La notizia mi ha fatto riflettere su quanto sia difficile oggi stare al passo con i tempi, soprattutto per gli esercenti italiani, sempre di meno attorno al mondo di piazza Vittorio, sostituiti nel tempo da fast food, minimarket e store di computer e telefoni.
Controtendenze. Se capita di chiacchierare con qualcuno che non frequenta la zona, diventa evidente quanto sia stato Regoli a fare la fortuna di via dello Statuto e non il contrario, perché oggi la strada che dalla piazza porta a largo Brancaccio è nota soprattutto per questa pasticceria. Capita spesso di vedere un capannello di persone in fila per potersi accaparrare i loro dolci. Come mi spiega Carlo, il proprietario, “negli ultimi anni la crisi si è sentita anche da noi, ci sono stati momenti non facili, anche se siamo sempre rimasti a galla perché i nostri clienti riconoscono ogni volta la freschezza dei nostri prodotti”.
La storia. Dal suo accento si capisce che viene dalla Toscana. È da quella regione che nel 1916 sono partiti i suoi nonni per raggiungere Roma e vendere inizialmente carbone. Con loro, cinque figli, di cui quattro femmine e un maschio, il papà di Carlo. In seguito, inaugurano una pizzeria che poi diventa definitivamente una pasticceria negli anni ’60. “Nella gestione dell’attività era subentrato poi mio padre con la sorella Quirina, che conosceva un po’ tutti nella zona. Negli anni ’80 io ero in Toscana ed ero intenzionato a restarci finché mia zia, in un momento di difficoltà, mi ha fatto una telefonata: Se vieni a Roma bene, altrimenti questo negozio chiude. E così eccoci qua”.
La tradizione. A rivelarci il vero segreto di quella che è ormai oggi una vera e propria istituzione è la moglie Laura. Simpatica e disponibile come il marito, non mi sembra proprio a suo agio di fronte al mio registratore, ma quando poi comincia ad illuminarsi parlando dei suoi gioielli finisce con lo sciogliersi, è il caso di dire, come zucchero. “Non saprei dire qual è il vero motivo del nostro successo- racconta- . Penso però che tutto dipenda dal nostro modo di lavorare, dalla volontà ostinata di offrire prodotti ogni volta migliori e di qualità e soprattutto dalla nostra persistenza nel voler seguire le tradizioni”. Il rispetto di queste è chiaro sia nella varietà di dolci per ogni rispettiva festa, sia nella durata del periodo di vendita. “Ad esempio a novembre prepariamo le fave dei morti, piccoli biscottini con farina di mandorle e pinoli, soltanto nella settimana di Ognissanti. Per il Natale iniziamo verso le fine di novembre e concludiamo con la Befana. Per il Carnevale produciamo dal 17 gennaio fino al giorno di San Giuseppe con i bignè fritti”.
In questa atmosfera natalizia si sfornano i ricciarelli toscani, il torrone romano, il pan pepato e il pan giallo. Ma, a prescindere dal mese, la punta di diamante resta sempre la coppia maritozzo e bavarese, gli stessi tipi di dolci che si sarebbero potuti trovare quasi un secolo fa.
Il legame con Esquilino. I clienti di Regoli non sono solo coloro che abitano nelle vicinanze. Molti vengono da altre parti della Capitale e tanti altri sono gli stranieri, un vero boom quest’anno, con la tortina alle fragoline tra le loro preferite. “Il rione avrebbe molte cose da migliorare – dice la signora – perché negli ultimi anni è diventato un po’ invivibile, anche solo dal punto di vista igienico. Tuttavia siamo legati ad esso da un grande affetto, qui è dove tutta la nostra storia ha avuto origine e sinceramente non riusciremmo a vederci in un altro posto. E poi è una zona centrale, con le Basiliche vicine che la rendono ancora più bella”.
Luca Mattei