Numero 32 – Bimestre set-ott 2020 – Pagina 9
Banchi monoposto, didattica a distanza, obbligo della mascherina: dopo sei mesi, suona la campanella
Ormai è finita l’estate e settembre è arrivato. Proviamo felicità nel pensiero di poterci vedere nuovamente tutti i giorni. Ci troviamo tutti in classe nello stesso momento, studenti e professori: tutto sembra tornare come prima, nella semplice normalità. Però, dal momento che ultimamente i contagi sono tornati ad aumentare, siamo preoccupati per come dovremo comportarci a scuola e, soprattutto, sui mezzi di trasporto. Di fatto, inevitabilmente, negli autobus, tram e metro si stanno creando assembramenti, e notiamoanche una mancanza d’uso della mascherina, obbligatoria per girare in città.
Un nuovo modo di stare a scuola e di fare scuola
Con tale diffusione del virus, il modo di stare a scuola è cambiato drasticamente rispetto a prima. Per la maggior parte delle scuole siamo arrivati all’aggiunta dei mono-banchi. Certamente sarà dura abituarsi a questo nuovo stile di vita scolastico ma, come in tutte le attività, le persone si adeguano, anche se speriamo sempre che un vaccino arrivi al più presto.
La Dad (Didattica a distanza) è stato un esperimento che ci ha fatto scoprire un nuovo modo di lavorare, semplice per quanto riguarda la funzionalità, ma incostante e non sempre efficiente nell’ambito delle connesioni. Nulla di tutto questo però è paragonabile al contatto reale-umano.
Alternanza scuola-lavoro, autogestione, Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento): chissà come sarà tutto questo nel 2020-2021. Speriamo solamente che, se sarà necessario un nuovo lockdown, come già qualcuno preannuncia, avremo la possibilità di uscire ogni tanto all’aperto, di non stare dunque chiusi in casa tutto il giorno.
La mascherina non è un ostacolo
Ormai, quasi sempre dobbiamo indossare la mascherina (tranne quando stiamo a casa) e questo comporta un problema relativo alle nostre attitudini. Ma non dobbiamo farci schiacciare da quest’aspetto che invade il nostro modus operandi, perché in fin dei conti è solo un attrezzo in più. Questo non può limitarci veramente; dobbiamo affrontare l’ostacolo nel modo migliore possibile, ovvero pensando in maniera alternativa e cogliendo nuove opportunità, dal momento che talvolta è proprio dal peggio della realtà che si trae il meglio di noi stessi.
Siamo tutti un po’ più tecnologici
L’oggi è governato dal fenomeno della computerizzazione e perciò vorrei sottolineare un aspetto positivo che, per assurdo, il corona-virus ha comportato, ossia che ci ha reso tutti più tecnologici, pronti ad affrontare l’era della digitalizzazione, i big data. Di conseguenza, da un punto di vista lavorativo, ritengo che si potranno aprire più possibilità, che emergeranno proprio da questa tragedia; una disgrazia che ha tolto l’aspetto più umano delle cose, ma che ha dato un nuovo impulso all’era dell’informatica, dell’industria elettronica e robotica, ad una nuova rivoluzione industriale.
Alessandro Rubino
Redattore di OndanomalA
Liceo Classico Pilo Albertelli