Un corretto approccio al consumo alimentare oggi, può garantire il benessere di tutti domani
(Numero 23 – Bimestre gen-feb 2019 – Pagina 15)
Mi ripresento.
Sono Papille, ex critico gastronomico cui Andrea Fassi ha ceduto questo spazio. Vi mostrerò storia, inganni e verità del cibo. Senza vergogna. Se volete leggere circa l’incidente in cui ho perso la lingua, sfogliate il numero 21 del Cielo sopra Esquilino. Ho perso la favella, ma non le idee.
Un incontro a Copenaghen. Sono stato invitato poche settimane fa in Danimarca, ospite di due amici desiderosi di rivedermi dopo tanto tempo. Entrambi sono cuochi di ristoranti alle porte di Copenaghen, ci conoscemmo a New York durante un convegno della FAO, il tema era lo spreco di cibo nel mondo. I danesi sono il popolo più attento e attivo nella battaglia contro lo spreco. Durante la nostra lunga cena in un ristorante nel centro di Copenaghen, i miei amici Olsen e Andres, scambiati con me i ricordi più importanti degli ultimi mesi, mi hanno aggiornato sui grandi passi in avanti fatti dal loro popolo rispetto alla battaglia contro lo spreco; solo la mia imperturbabile freddezza mi ha permesso di non lasciar trasparire il velarsi del mio volto di un lieve imbarazzo.
I supermercati danesi, mi ha spiegato Olsen, vendono il cibo a pochi giorni dalla sua scadenza, quindi cibo buono, a prezzo inferiore; permettono così lo smaltimento dei prodotti che rischiano di essere in surplus, garantendo qualità e limitando il più possibile lo spreco.
Un messaggio ai più giovani. Tolto il velo d’imbarazzo, memore di realtà positive anche nostrane, ho raccontato loro dell’esperienza tutta italiana di Andrea Segrè, creatore tra le sue tante attività, del progetto ‘Spreco Zero’ e autore di ‘Il gusto per le cose giuste.Lettera alla generazione Z’. Nella lettera, indirizzata in primis alla generazione under trenta, Segrè spiega l’importanza di un corretto approccio al consumo e all’acquisto del cibo – per la salute ma anche per l’ambiente – rilevando, inoltre, la speranza che le nuove generazioni partecipino con maggiore interesse alle scelte odierne, base del loro futuro.
Il surplus nei ristoranti. Mentre raccontavo questa bella parentesi di impegno, alla fine della nostra cena, una deliziosa signorina è tornata con quanto rimasto nei nostri piatti – sparecchiati qualche minuto prima senza che me ne accorgessi – inserito dentro una piccola scatola di cartone rettangolare con scritto, in decine di lingue diverse tra cui l’italiano, ‘Don’t cook tomorrow!’. Il disegno sul contenitore raffigurava due giovani stilizzati intenti a mangiare durante un pic-nic, sullo sfondo compariva rotonda la terra, rigogliosa e verde. Bè, io ricordo la mia ex moglie che inorridiva all’idea di portare a casa una pizza smangiucchiata. Ex moglie, appunto.
Ancora più bello: il servizio che sostiene le famiglie danesi più fragili sarebbe intervenuto alla fine della serata per ritirare il surplus del ristorante e distribuirlo a chi, a differenza nostra, non può lasciare il piatto mezzo pieno.
Una questione di ‘cultura’. Fuori dal locale, felici di esserci incontrati di nuovo, avevo quasi dimenticato di raccontare loro i numeri dello spreco in Italia che, in realtà, non si annovera tra i peggiori. Tuttavia, ogni anno una famiglia spreca circa 85 kg di cibo. Il valore complessivo di questo spreco corrisponde più o meno a 8 miliardi e mezzo di euro, lo 0,8% del PIL nostrano. Andres e Olsen sono rimasti colpiti. Senza sentirsi migliori di noi, si sono chiesti perché in italia sprechiamo tanto.
Per quanto ho constatato attraverso i miei viaggi, in giro per l’Italia ci sono ottimi propositi, ma considerare nel nostro Paese ‘illuminate’ le persone che combattono concretamente lo spreco, è fuorviante. Le armi per questa battaglia devono essere fornite ai cittadini fin dalle scuole elementari, rendendo normale un atteggiamento di tutela dell’ambiente e di educazione al consumo. Questa è la risposta che ho dato a Olsen e Andres: per combattere lo spreco sono necessarie formazione e cultura.
Un’esperienza esquilina. Un altro progetto interessante mi è stato segnalato dal custode di questa pagina. Andrea Fassi mi ha raccontato di un progetto sostenuto a Roma dal I Municipio e portato avanti dall’assessore Emiliano Monteverde, insieme a un gruppo di volontari, chiamato ‘Eco dalle Città’, operativo in molti mercati italiani. Questo progetto ha una struttura in grado di ritirare circa 800 kg di cibo il sabato al Nuovo Mercato Esquilino. Il cibo viene poi distribuito a persone che ne hanno necessità, evitando che rovistino nella spazzatura. È un progetto che potete trovare anche su Facebook sotto il nome di ‘Roma Salva Cibo’.
Compiti a casa. Ora vi sfido. Se siete a casa mentre leggete queste poche righe, alzatevi. Andate in cucina, aprite il secchio della vostra spazzatura e rovistate. Quanto avete sprecato? Com’è rovistare nei rifiuti?… E vi dice bene che siano i vostri!
Ecco, nel vostro piccolo potrete fare molto.
Andrea Fassi