Hu Lanbo è la direttrice della rivista Cina in Italia che ha avuto sede per molto tempo nel rione.
Nel 2014 il Presidente della Repubblica le ha conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia. Le abbiamo chiesto di parlarci della comunità cinese in Italia e a Roma
(Numero 47 – Bimestre mag-giu 2023 – Pagina 6)
Ringraziandola per questa intervista, le chiedo di presentarsi ai lettori de Il Cielo.
Nata in Manciuria, nella Cina nord-orientale, sono cresciuta a Pechino dove mi sono laureata. Dopo cinque anni vissuti a Parigi, studiando Letteratura francese alla Sorbona, sono in Italia da 33 anni: sposata con un romano, sono arrivata a Roma nel 1989. Diversamente da quasi tutti i cinesi immigrati per lavoro, la mia è stata una scelta di vita, avendo deciso, dopo gli anni francesi, di fare di Roma la mia città.
I primi tempi non sono stati facili perché ho dovuto affrontare le difficoltà della lingua, anche se il mio status di intellettuale, e il marito italiano, mi hanno aiutato. Dopo varie esperienze nel campo del commercio import-export e una breve collaborazione come redattrice de La Nuova Cina, nel 2001 ho dato vita alla rivista Cina in Italia che tuttora dirigo.
Ci parli della comunità cinese in Italia, soprattutto a Roma e all’Esquilino.
In Italia ci sono circa 700 mila cinesi, di cui 300 mila vivono a Roma, concentrati soprattutto all’Esquilino ma anche al Casilino e al Prenestino. Siamo ormai alla terza generazione di cinesi, essendo arrivati i primi immigrati in Italia negli anni Ottanta del secolo scorso: inizialmente il capo famiglia – spesso vittima delle ‘teste di serpente’ dell’immigrazione clandestina – partiva da solo dalla Cina per trovare lavoro in Italia e poi essere, sempre più spesso, raggiunto da moglie e figli.
Negli anni Novanta, grazie ad una congiuntura favorevole sia in Cina che in Italia, sono arrivati tanti cinesi per lavorare in attività tradizionali, inizialmente come ambulanti e/o commercio di prodotti in pelle, poi anche nella ristorazione e nell’import-export. Di livello culturale piuttosto basso, poco istruiti, con conoscenza quasi nulla delle leggi italiane e del funzionamento della burocrazia, i cinesi di prima generazione in Italia hanno avuto una vita dura per la difficoltà di parlare una nuova lingua, per la scarsa socialità e la poca capacità ad integrarsi. Attualmente la situazione va migliorando sempre più con la scolarizzazione della terza generazione. La Repubblica di lunedì 13 febbraio – che anticipa il rapporto della Fondazione Leone Moressa (dati 2022) sullo stato delle imprese in Italia – dà notizia di ben 77.541 imprenditori cinesi, con un’incidenza del 10% sul totale degli imprenditori in Italia e un incremento notevole rispetto al 2010 (+56,40%). Imprese impegnate in vari settori, dal commercio import-export alle manifatture, dai servizi alla gestione di alberghi e ristoranti. Accanto a Sonia – che da anni gestisce con successo in via Principe Eugenio Hang Zhou, ristorante cinese noto in tutta Roma e frequentato anche da molti vip – si vanno affermando giovani imprenditori di seconda generazione che propongono una nuova cucina meno tradizionale, interpretata in chiave moderna in un’atmosfera raffinata ed elegante.
Quali sono i suoi rapporti con l’Esquilino?
Piazza Vittorio Emanuele II, che rappresenta il cuore di Esquilino, in due diversi periodi è stata sede della redazione di Cina in Italia prima del suo trasferimento a piazza dei Campani, attuale sede. Caratteristica della rivista, bilingue dal 2007, è quella di rivolgersi ai lettori cinesi, ma anche italiani – è stato il primo giornale cinese ad entrare in edicola – con articoli dedicati ai problemi concreti di vita quotidiana della comunità cinese oltre che ai vari aspetti della cultura dei due Paesi, mostrando i lati positivi della Cina e sfatando pregiudizi e false verità sui cinesi in Italia.
Piazza Vittorio è anche il luogo dove la nostra comunità festeggia il Capodanno Cinese con una spettacolare festa – la Festa di Primavera – che impegna come quest’anno, l’anno del Coniglio, portatore di pace e di armonia, 21 associazioni che finanziano l’iniziativa, con stand dedicati e decine e decine di operatori a tutti i livelli.
All’Esquilino poi ci sono due piccoli santuari buddisti, in via Ferruccio e in via Napoleone III, molto frequentati, anche se non mancano fra i cinesi di Roma i cristiani evangelici e i cattolici, tra cui una decina di sacerdoti impegnati presso la Santa Sede.
Cina in Italia è diventata oggi una casa editrice. Ci dica qualcosa.
Quattro anni fa Cina in Italia è diventata un’Associazione culturale e casa editrice, di piccole dimensioni ma siamo già a 24 titoli in catalogo: libri di favole per bambini, in italiano e in cinese. Abbiamo già partecipato a diverse edizioni di Più libri più liberi alla Nuvola all’Eur. Nella sede di San Lorenzo, a piazza dei Campani, organizziamo spesso eventi con esposizioni, dibattiti e mostre artistiche. Tempo fa abbiamo ospitato Orientalia la casa editrice esquilina di via Cairoli, specializzata in orientalistica, con cui intratteniamo buoni rapporti di collaborazione.
Carmelo G. Severino