Una piccola porzione di paradiso, un angolo a cui, nei secoli della Roma imperiale, pochi potevano accedere. Ecco il luogo che è tornato ad essere fruibile grazie alla Soprintendenza Speciale di Roma ed Enpam
(Numero 38 – Bimestre nov-dic 2021 – Pagina 1,5)
L’Esquilino ha una storia lunghissima: campo di sepoltura in età repubblicana, in seguito, grazie soprattutto agli interventi di Mecenate, diventò il luogo di elezione delle ville della nuova aristocrazia romana. Il Museo Ninfeo ci fa viaggiare indietro nel tempo e ripercorrere questa storia. Inaugurato alla fine di ottobre e visitabile con la guida degli archeologi che hanno partecipato agli scavi, ci porta in uno dei luoghi più significativi dell’antica Roma: gli Horti Lamiani, residenza del console Lucio Elio Lamia, in seguito entrati a far parte delle proprietà della famiglia imperiale.
La collaborazione tra Soprintendenza Speciale di Roma ed Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e Odontoiatri) ha permesso la realizzazione di un laboratorio di studio per progettare un museo innovativo, che ci offre la possibilità di immergerci nella vita della Roma imperiale. L’indagine si è svolta nell’arco di otto anni in due riprese – dal 2006 al 2009 e dal 2010 al 2015 – impegnando dodici archeologi. Un laboratorio con una équipe di diciotto specialisti per cinque anni ha studiato i rinvenimenti, mentre sei restauratori hanno realizzato un recupero certosino dei reperti e di alcuni affreschi. Complessivamente sono stati scavati 30mila metri cubi di terreno. Milioni sono i reperti accumulati.
Le modalità di realizzazione sono forse un unicum: i resti del ninfeo e il museo sono di fatto collocati su una piastra agganciata alle strutture portanti del nuovo edificio dell’Enpam di piazza Vittorio Emanuele II. Ciò ha permesso non solo la conservazione in situ delle vestigia, ma anche l’esecuzione dei lavori di scavo per gli altri quattro piani interrati.
Tra marmi, affreschi e animali esotici:
ecco come trascorrevano le giornate gli imperatori
Alla sua morte, avvenuta nel 33 d.C., Lamia lasciò le sue proprietà al demanio imperiale. Caligola, succeduto a Tiberio nel 37 d.C., mostrò di amare particolarmente gli Horti Lamiani avviandone una ancor più lussuosa sistemazione. Tra i preziosi reperti dell’età giulio-claudia (27 a.C. – 68 d.C.) spicca una monumentale scala ricurva in marmo, affreschi, decorazioni e molti materiali di vita quotidiana.
Risale invece all’età dei Severi (193 d.C. – 235 d.C.) un ampio spazio senza copertura, decorato con preziosi marmi e con un’ampia fontana ninfeo, da cui prende nome il museo. Probabilmente qui l’imperatore intratteneva ambasciatori e ospiti e trascorreva ore in otium.
Il Museo Ninfeo offre al visitatore una vera immersione in quella che era la vita nella Roma imperiale anche attraverso l’esposizione di oggetti di uso quotidiano e monili preziosi. Tra i reperti che attirano l’attenzione dei visitatori più piccoli, spiccano i resti animali: ossa di leone, di cerbiatto, di struzzo, denti di orso, animali esotici che popolavano il giardino, per lo stupore e il diletto dei visitatori. Vasi forati in terracotta testimoniano che gli Horti ospitavano anche piante provenienti da regioni lontane, mentre un’ampia varietà di frammenti di fauna marina documenta gli usi alimentari dell’aristocrazia romana.
Tra i ritrovamenti più affascinanti ci sono alcune maschere ornamentali del teatro greco, oggetti talmente delicati che è quasi impossibile recuperarne in uno scavo archeologico.
Residenti e visitatori dell’Esquilino hanno già
dimostrato di apprezzare questa nuova realtà museale
Per dare il benvenuto al pubblico, il 30 e il 31 ottobre è stato possibile visitare il Museo Ninfeo gratuitamente. «La risposta della cittadinanza è andata oltre ogni più rosea previsione, con 500 prenotazioni nelle prime due ore di ticketing e con il tutto esaurito nel primo week-end di apertura ufficiale», ci ha raccontato Vincenzo Di Berardino, Direttore dell’area sostenibilità, prevenzione e protezione di Enpam. Di Berardino ha sottolineato anche le potenzialità della struttura e la volontà di Enpam di integrarla nella sua politica di apertura al territorio e agli abitanti del rione Esquilino: «I progetti sono tanti e in via di definizione, infatti oltre l’esposizione museale, è presente anche un auditorium da un centinaio di posti, intitolato al Dottor Roberto Stella e a tutti i medici caduti durante il Covid, più una sala convegni da una cinquantina di posti e alcune salette riunioni modulabili. Cosa sarà possibile ospitare, con quali modalità ed eventuali costi, lo stiamo valutando in questi giorni. Sperando possa davvero diventare un nuovo punto di riferimento, anche per proposte di eccellenza provenienti dal territorio».
Antonia Niro
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Apertura tutti i sabati e le domeniche
Orario 10.00-13.00 e 15.00-18.00
Visita con audio guida 10 €, ridotto 6 €
Visita guidata 13 €, ridotto 8 €
Medici, odontoiatri e altre categorie ingresso gratuito
Info e prenotazioni su www.museoninfeo.it