Da un anno è attiva una nuova realtà nel rione che mette insieme le associazioni e i comitati
(Numero 19 – Bimestre mag-giu 2018 – Pagina 6)
Favorisce e agevola la realizzazione di iniziative e progetti, lungo il cammino spesso inerpicato della burocrazia, anche mettendo a disposizione di tutti i soggetti coinvolti competenze, conoscenza del territorio, informazioni e notizie. La RES, Rete Esquilino Sociale, è nata circa un anno fa grazie alla buona volontà dei cittadini del rione già riuniti in comitati e associazioni, alcune delle quali direttamente impegnate nell’offerta di servizi per le fasce più bisognose (stranieri, giovani, anziani). Ad ottobre ha redatto e diffuso una Carta Comune, in cui sono stati messi nero su bianco gli obiettivi del nuovo soggetto. Rapportandosi ad un’area circoscritta ma complessa, l’Esquilino, i cittadini promotori nel documento dichiarano di anteporre il punto di vista sociale “come costruzione di legami necessari per la convivenza civile e come partecipazione attiva dei cittadini alla costruzione dell’interesse generale, attraverso la cooperazione con le istituzioni nel definire interventi che incidano sulle realtà sociali a loro più vicine”.
Un rione problematico ma vitale. Nonostante dell’Esquilino si parli spesso negativamente – a volte a ragione, segnalando i problemi che esistono, altre volte a sproposito, esagerando i toni – il tessuto di associazioni e comitati è il più effervescente della città. Le iniziative nate dalla condivisione fra comuni cittadini sono innumerevoli e rendono il territorio una fucina di buone pratiche. Dove non arrivano le istituzioni, i dipartimenti, gli assessorati, anche noi de Il cielo abbiamo segnalato l’attività di quella o di quell’altra associazione che coinvolge, partecipa, raccoglie, sostiene. La RES non si aggiunge all’elenco dei soggetti già esistenti, ma punta a migliorarne il collegamento, per “dare forza all’insieme delle realtà locali come interlocutori autorevoli e riconosciuti dalle Istituzioni”. E, cosa non scontata, non ha obiettivi politici.
L’energia della Rete. Ma come fanno dei volontari a mettere in sintonia una serie di soggetti e valorizzare ciascuno allo stesso tempo? “È un’organizzazione orizzontale senza vertici in cui ogni associazione o comitato resta responsabile dell’iniziativa che promuove o del servizio che offre. La Rete aiuta però a promuoverla e comunicarla”, spiega Giovanna Domenici, membro della RES nel sottogruppo della Comunicazione, con una lunga esperienza alle spalle nel settore del marketing che ha saputo mettere a disposizione anche in questo nuovo progetto. Sull’origine, Giovanna ricorda: “Si sentiva il bisogno di avviare una narrazione diversa dell’Esquilino visto che c’è una vastità di associazioni sociali che operano per il bene comune, sociale e ambientale. Abbiamo pensato di valorizzare queste forze e provare ad incidere sulla pubblica amministrazione”. L’elenco delle associazioni e organismi che hanno sottoscritto la Carta Comune di RES è lungo e merita di essere citato: Associazione Genitori Scuola Di Donato, Associazione Abitanti Via Giolitti-Esquilino, Associazione Ora d’Aria Onlus, Casa dei Diritti Sociali, Centro Sviluppo Occupazione Roma e Lazio, Cies-MaTeMù, Comitato Piazza Vittorio Partecipata, G.S. Esquilino Basketball, Piazza Vittorio APS, Poliambulatorio Caritas per Immigrati, Poliambulatorio Sociale di Prossimità Roma Termini – Help Center, Polo Sociale di Prossimità Roma Termini – Binario 95, Polo Sociale di Prossimità Roma Termini – Unità di Contatto in strada, SPI CGIL I-VIII Municipio, Spin Time, Polo Intermundia Centro educativo interculturale.
Senza fissa dimora. A completamento delle segnalazioni partite già da dicembre, ultimissimo atto della RES è stato il documento stilato a marzo scorso per la realizzazione immediata di interventi in favore dei senza fissa dimora diurni e notturni. Aprire un tavolo operativo con le istituzioni, quali il Municipio, la Asl, l’assessorato alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale ne costituisce il primo passo obbligato. “Nel documento – ricorda Giovanna Domenici -, steso da Fabrizio Schedid, coordinatore di Binario 95, abbiamo anche fornito una mappatura delle persone, indicando dove vivono o dormono, sebbene molti siano mobili o provvisori perché stranieri in procinto di lasciare l’Italia. Se si uniscono le forze – osserva – per seguire questi casi è più facile mettere in connessione le diverse unità mobili a disposizione per esempio della Asl, per non perdere di vista la storia della persona che con gli stessi operatori può instaurare un rapporto di fiducia. Magari si può anche convincere qualcuno a usufruire dei servizi esistenti senza la necessità di vivere in strada. La prima convocazione del tavolo allargato è andata fallita perché non tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte erano presenti ma ci auguriamo che i lavori riprendano presto”.
Cura delle relazioni. C’è una frase che colpisce nel documento della Carta Comune e che si evince anche dall’esperienza di Giovanna: “Non basta la manutenzione dei luoghi, serve anche la ‘manutenzione delle relazioni’ che le persone intrattengono tra loro e con i luoghi”. In un periodo in cui troppo spesso si vede l’altro come un nemico da cui difendersi, conoscere e curare il legame che invece nasce dalla condivisione di uno stesso obiettivo dovrebbe essere un esempio esaltato e replicato da altri.
M. Elisabetta Gramolini