Indirettamente collegata agli splendori dei papi, la villa accoglie oggi la Congregazione che il 21 dicembre festeggia il centenario del suo insediamento all’Esquilino
(Numero 10 – Bimestre nov-dic 2016 – Pagina 9)
Nella prima metà del Seicento, il cardinale Camillo Astalli (1616-1663) volle realizzare nella sua tenuta di campagna all’Esquilino un aristocratico palazzetto, accanto ad altre più celebri dimore di alti prelati papalini: villa Giustiniani, del fratello del cardinale Benedetto, e villa Altieri, del cardinale Emilio, poi Papa Clemente X.
La famiglia Astalli. Presenti a Roma dal X secolo, gli Astalli erano diventati marchesi nel 1548 per l’acquisto del feudo di Sambuci. Si erano poi imparentati con la famiglia Pamphilj, grazie a Tiberio Astalli, che aveva sposato Caterina Maidalchini, nipote di Donna Olimpia Pamphilj e cognata di Papa Innocenzo X. Camillo Astalli, avvocato concistoriale e chierico di Camera, era stato nominato cardinale e poiadottato da Papa Innocenzo X Pamphilj che lo aveva autorizzato a fregiarsi del nome e dello stemma della casata.
La tenuta. Come le altre ville esquiline, anche villa Astalli nasce come dimora suburbana, con una “pars urbana” destinata “per uso di delizie”, con il Casino nobile circondato da giardini e viali ed una “pars rustica”, molto più ampia, destinata ad uso agricolo, con vitigni e coltivazioni ortive.
Di oltre due ettari di estensione, la tenuta aveva l’accesso principale dalla via Labicana (nel tratto oggi percorso dalla via di San Quintino). Un ampio piazzale portava al Casino nobile costituito da un edificio di due piani, con targhe in stucco alle finestre, busti dentro ovali a decorare le pareti ed un’altana centrale eretta in sostituzione di una preesistente torre. Si caratterizzava anche per una gradinata a doppia rampa in facciata e per le ali sporgenti, due avancorpi che sul lato sud-est delimitavano un portico di cinque arcate prospiciente il giardino segreto. Una fontana, ancora esistente, era posta in asse con il portale al centro del piazzale di accesso. Un viale alberato proseguiva verso sud e poi si sdoppiava suddividendo la tenuta tra ortivi e vigneti.
La famiglia Astalli si estinse nel 1783 nei Piccolomini che alienarono, successivamente, sia il palazzo in città che la villa all’Esquilino alla Congregazione della Fabbrica di San Pietro. Acquistata dalla famiglia Cassetta, villa Astalli pervenne infine a Francesco Cassetta, l’ultimo proprietario prima della lottizzazione, che ordinato sacerdote nel 1865 si era dedicato all’educazione ed all’assistenza dei giovani.
Il nuovo quartiere Esquilino. Dopo il 20 settembre 1870, il Comune di Roma in attuazione del piano regolatore espropria nel 1872 le aree per realizzare il secondo tronco di via Emanuele Filiberto,”tagliando” in due parti la tenuta Astalli. Don Francesco Cassetta, trasferitosi in Vaticano con incarichi di prestigio e nominato successivamente vescovo da papa Leone XIII, nel 1884 vende quel che resta di villa Astalli che successivamente viene lottizzata. Dove era situata villa Astalli nel tempo sorgeranno l’intero blocco edificato tra via Tasso, via Domenico Fontana e via Emanuele Filiberto e i nuovi edifici tra via di San Quintino, via Statilia, via Amedeo VIII e via Emanuele Filiberto.
Solo il Casino nobile si salva dalla demolizione con una piccolissima parte del giardino e in quegli anni viene chiamato il “villino delle palme”. Dopo un successivo passaggio di proprietà perviene, prima in affitto (nel 1916) e poi in proprietà (nel 1919), alle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario. Quivi organizzano la loro Curia Generalizia, la “Casa Madre”, che coordina le suore missionarie nel mondo e, l’istituto in cui le suore si dedicano all’educazione della gioventù.
Le Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario. Destinato a nuove funzioni, il Casino nobile viene prima ingrandito e poi, nel 1923, sopraelevato di un piano per ottenere nuovi ambienti per le giovani novizie. Nel 1927, la struttura viene ulteriormente ampliata lungo via di San Quintino per realizzare un fabbricato per il Giardino d’Infanzia, la Scuola elementare, il Convitto e poi l’Istituto magistrale. Nel 1928 viene costruita la nuova chiesa – arricchita di un bellissimo organo nel 1938 – con decori del pittore Domenico Malagricci. Due campane, chiamate affettuosamente Michelina e Concetta, vengono fatte fondere all’atto della costruzione della chiesa ma saranno collocate nel piccolo campanile sopra il tetto dell’infermeria solo dieci anni dopo. Per completare le infrastrutture di servizio, vengono ancora costruite una nuova ala per la palestra, la sala da visita per le convittrici e alcune piccole camere. Così villa Astalli, oltre ad essere la sede della Casa Generalizia della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario ospita anche dell’istituto dove le suore portano avanti la missione evangelizzatrice e la cura pastorale della Chiesa cattolica nelle scuole. Il 21 dicembre 2016 leFiglie di Nostra Signora al Monte Calvario festeggeranno il centenario del loro insediamento nella villa esquilina.
Carmelo G. Severino