Le strisce pedonali non sono un optional. Nel rione andrebbe ripresa in mano la loro pianificazione
(Numero 0 – Bimestre mar-apr 2015 – Pagina 2)
“Ogni volta che ci muoviamo per la città, a piedi o in macchina, ci sentiamo feriti quando osserviamo situazioni di degrado o di scarsa funzionalità di un dettaglio urbano: un giardino abbandonato, un attraversamento pericoloso per i pedoni, la segnaletica mancante o confusa e altri piccoli impedimenti ad una vita urbana più serena e civile.”
(Francesco Rutelli sindaco di Roma, novembre 2000)
Tra le situazioni di degrado ci sono gli attraversamenti pericolosi per i pedoni. Il quartiere con le sue vie invece di essere luogo di incontro e di socializzazione diviene fonte di pericolo e di disagio per anziani, mamme con passeggini e soprattutto bambini.
E non è colpa del destino ribaldo e rio, ma della sciatteria di funzionari che vedono solo il particolare e dimenticano il quadro complessivo. È necessario, invece, un progetto di ampio respiro di viabilità per automobilisti e non.
I passaggi pedonali sono normalmente le zebre. Queste uniscono i due lati opposti di una strada e devono essere sicure per tutti, visibili e di facile percorrenza. In sostanza sono i prolungamenti dei marciapiedi. Bisognerebbe evitare che in loro corrispondenza ci siano ingombri o ostacoli, compresi i pali dei cartelli della segnaletica verticale. Molto spesso le strisce pedonali sono sulla pavimentazione stradale, quindi a una quota più bassa del marciapiede. Una soluzione potrebbero essere scivoli e inviti. Sembra però che questi privilegino la mobilità dei veicoli a motore, a scapito dell’accessibilità dei luoghi di relazione per le categorie più vulnerabili. Ecco perché si stanno diffondendo sempre più i passaggi pedonali a livello. Le zebre, in pratica, sono sopra un dosso, il quale ha anche un’altra importante funzione: separa una zona della città con vie di scorrimento veloce da una con traffico più lento, strade caratterizzate da una velocità massima di 30 km orari.
Questi strumenti sono più visibili se bianchi su fondo blu o rosso. In corrispondenza delle scuole per esempio, questo abbinamento cromatico può richiamare l’attenzione degli automobilisti a moderare la velocità.
Sia il Comune che il Municipio si sono dotati recentemente del Nuovo Piano Generale del Traffico Urbano che permette di migliorare l’attuale segnaletica del tutto carente.
Queste note non sono divagazioni che si trovano su Internet o in libri specializzati. Proprio all’Esquilino, all’incrocio di Via Merulana e Largo Leopardi, abbiamo un esempio di rialzo della pavimentazione, realizzato non con l’asfalto ma con i famosi sampietrini. Manca l’effetto delle diverse tonalità di colore, ma il risultato, in un angolo urbano di pregio, per la presenza del Teatro Brancaccio e dell’Auditorium di Mecenate, è di attenzione per la città.
Carlo Di Carlo